Agosto 2008
Era un anonimo pomeriggio d'estate a Molinella. Per l'ennesima volta avevo rimandato i compiti delle vacanze, seppellendoli il libricino sotto a Harry Potter e centinaia di pagine sulla pietra filosofale. Il fatto stesso che il libro degli esercizi mostrasse in copertina dei bimbi felici e spensierati, che chiaramente non si portavano i compiti al mare, era indicativo, cara professoressa.
« Perché non andiamo in piscina domani?? » sbuffai facendomi aria sotto il sole cocente, cercando di incontrare l'approvazione di Aurora, la mia migliore amica.
Lei se ne stava aggrappata alla retina malconcia di bordo campo, così protesa in avanti con il busto che potevo vederle le mutande con le fragole oltre il bordo dei jeans.
« Non so, Allegra... devo chiedere alla mamma. Ho già speso soldi per rinnovare la Summer Card... » si crucciò sentendosi in colpa. A dodici anni il mondo va così.
« Okay okay... In caso te li presto... Sarebbe troppo fico andarci da sole! » fantasticai sentendomi grande. Mi abbandonai all'indietro allungando le braccia sugli spalti sgangherati dietro di me, ma non feci a tempo a rilassarmi che una potente pallonata si infranse sulla rete di protezione davanti a noi, facendomi salire il cuore in gola. Odiavo il calcio. E i ragazzi che giocavano a calcio.
« Oddio arriva, arriva » si emozionò Aurora, passandosi le dita tra i capelli per darsi una sistemata. In un attimo era tutta composta sul seggiolino.
Purtroppo... anche io feci lo stesso. I battiti pulsavano risalendo fino alla gola.
« Scusate ragazze! » disse un ragazzino con la cresta e il fisico striminzito. No, lui non ci interessava e non meritava neppure una coda dell'occhio.
« Ciao Aurora! - salutò finalmente lui, strizzando gli occhi mentre sorrideva – Riccio... »
Lo avete percepito anche voi, il palese disinteresse? Io non meritavo neanche un 'ciao'. Neanche una piccola frase. Solo uno stupido, odioso, soprannome.
« Quanti goal mi fai oggi? » flirtò Aurora sfoderando una delle sue migliori sfarfallate di ciglia. Ed ecco che come sempre volevo sparire dalla faccia della Terra.
« Oggi... oggi tre, te ne dedico tre » si gonfiò lui, aggrappandosi alla retina che ci separava. Così vicino al palmo della mano di Aurora, così lontano dal mio sentirmi di troppo.
« Voglio proprio vedere! » ribatté lei furbamente, senza concedergli subito l'adulazione che cercava. Aurora ci aveva sempre saputo fare, forse perché era molto bella, forse perché era spontanea, forse perché non si paragonava a nessuna. Ero fortunata ad averla come vicina di casa e come migliore amica.
« Scommettiamo? Se ci riesco mi offri un gelato? » ne approfittò lui, guardando per un attimo l'erba seccata dal sole del campetto, prima di tornare a fare l'audace.
Se avessi potuto scegliere quando fare avvenire il mio primo svenimento, sarebbe stato in quel momento. Pronto?! Nessuno si accorgeva della mia presenza? Che ci si da appuntamento così, con altri succubi presenti?!
« Può darsi... Devono essere goal spettacolari, però! » rispose Aurora, sagace. Aveva già un sorriso a trentadue denti. Mentre io potevo solo fingere di non ascoltare, rigirandomi il telefono tra le mani guardando lo sfondo bitmap che avevo scaricato da Zed poche ore prima. Una fottuta serie di cuori neri e sgranati... a cosa avrebbero più potuto alludere?
« Sei esigente eh! Mi toccherà darmi da fare da adesso... Continua a tifare, tu! » concluse il discorso lui, lasciando la retina, che rimbalzando fece un rumore frusciante.
« Corri! » lo spronò Aurora ridendo felice.
« A dopo... ciao Riccio! » mi salutò ancora, di fretta. La mia presenza non faceva neanche da contorno. Al limite da filo interdentale per ripulire gli scarti di conversazione.
« Ciao Ignazio... ciao. » lo salutai senza troppa enfasi, tanto ormai era già corso a metà campo.
E così era successo. La mia migliore amica aveva racimolato una uscita con tanto di gelato assieme al ragazzo che le piaceva. E per cui anche io avevo una cotta, in segreto. Troppo scarsa la mia autostima e troppo alta la mia fedeltà in amicizia, per intromettermi tra due ragazzi così interessati l'uno all'altro.
« Oh-mio-Dio » sibilò Aurora girandosi verso di me. Finalmente poteva concedersi di essere paonazza in viso.
« Che figata!!! » sussurrai piegandomi verso di lei, mentre mi veniva al contempo da ridere e da strozzarmi.
« Non posso crederci!! Allegra, ti rendi conto?! » continuò ad agitarsi lei, emozionatissima. Mi faceva davvero tenerezza, non la vedevo spesso entusiasta delle sue conquiste. Era perlopiù indifferente ai troppi ragazzi che ci provavano. Ma Ignazio era Ignazio. Lo volevano tutte ma non lo prendeva nessuna. Era il personaggio del quartiere. Il giovane Bud Spencer che rendeva ogni cosa più bella, con la sua fresca simpatia. Il fatto che da tempo si fosse trasferito in Sicilia, rendeva i suoi brevi ritorni estivi un evento da segnare nel calendario, per assicurarsi un briciolo della sua ottima compagnia.
Ma ormai eravamo tutte destinate a restare a bocca asciutta. Tutte, tranne la mia migliore amica.
{ p.s.: sono tornata :) un abbraccio a tutte }
STAI LEGGENDO
Stupendamente Odioso
FanfictionL'amore è cieco, si sa, ma non siamo anche noi stessi a volerci tappare gli occhi?