{Hola! Già, non vi libererete dei miei spazi-autore neanche questa volta. Vorrei solo ringraziarvi per essere corse così in tante a leggere. Questa storia è un esperimento, perché come sapete la mia bussola è puntata su qualcun altro ;) però ci provo. Sarà una sfida. E ho deciso di scrivere qualcosa di diverso dal precedente (per chi già mi conosceva), qualcosa di leggero, divertente e più immediato da leggere. Sarete voi ad ispirare l'andazzo di questa fiction!
Alla prossima, buona lettura e tante grazie a tutti ❤️ }Anno 2016
Io la ammazzo. Le tiro il collo che neanche una giraffa. Come diavolo ha potuto farmi questo. Proprio il giorno del mio compleanno.
« Allegraaa... » mi chiama una bambina con tono piagnucoloso. È lì in piedi, immobile, in mezzo al sentiero. E grida il mio nome. Non mi viene incontro, no, pretende che sia io a correre da lei.
« Tommaso mi ha mostrato il dito!!! » esclama con voce stridula, puntando il dito contro l'amichetto, che subito smette di ridere con i soci maschi.
Santa, santissima pazienza.
« Lei mi ha chiamato "stupido"!! » si giustifica lui, puntando a sua volta l'indice verso quella che normalmente chiamiamo Chiaretta.
« Fate la pace e tornate a nuotare, dai! » li incito accucciandomi davanti a loro, avvicinandoli. Spero che la mia voce sia risultata dolce, perché in realtà vorrei esistesse un mondo felicemente libero dalla piaga dei bambini in questo momento.
Dopo le prime resistenze devo scucire una caramella e testa per obbligarli a buttarsi alle spalle il bisticcio, e finalmente sgambettano sui loro sandaletti di plastica tornando verso la pozzanghera dedicata ai piccoli.
Anche questa è fatta. Potrei sedermi tranquillamente sulla sdraio di plastica in linea retta con la postazione del bagnino, e dare un senso a questo compleanno passato facendo la baby-sitter per due. Maledettissima Aurora. Per fortuna non sei qui o t'affogherei. Lasciarmi da sola con venti belve da controllare, senza neppure avvisarmi. La testa mi fuma dal nervoso. E dire che prima di accettare di fare l'animatrice estiva adoravo le mini creature.
« Riccio..! » sento esclamare.
Drizzo le orecchie, dietro la massa di capelli boccolosi che mi hanno fatto guadagnare un soprannome ormai quasi dimenticato. Quasi, appunto. Normalmente non ci avrei fatto caso, ma quella parola unita ad una voce maschile squillante è stato un vero flashback.
« Ehi, Riccio!!! » sento chiamare ancora più forte, sempre più vicino. Mi sto guardando intorno con lo stomaco chiuso, quando mi si posa una mano sulla spalla. Posa è un eufemismo, in verità. Cinque dita mi strizzano la pelle facendomi rabbrividire fino alla sensibilissima ascella.
« Ahhh! » urlo per lo spavento, divincolandomi angosciata e coprendomi d'istinto la testa con le mani. Non so cosa mi aspettassi.
Nessuno mi sta attaccando, anzi, c'è soltanto un familiare ragazzo in piedi a fissarmi perplesso.
« Ma sei pppazzooo??? » strepito portandomi una mano al cuore, recuperando il respiro. A lui si muove un angolo della bocca, ed ecco spuntare un sorriso beffardo. Lo stesso di quasi dieci anni fa.
« Che ti ho fatto? È così che si accoglie una persona che non vedi da secoli?? » incalza l'ormai famosissimo Ignazio Boschetto, facendo pure l'offeso.
« Appunto! Sono sotto shock! Non serviva aggredirmi » mi giustifico massaggiando l'ossatura. Penso di essere scarlatta in volto.
Lui sbuffa senza prendere sul serio il mio spavento. È rimasto lo stesso odioso e dispettoso di una volta, e ora che è pure un vip chissà come se la tira.
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Stupendamente Odioso
FanfictionL'amore è cieco, si sa, ma non siamo anche noi stessi a volerci tappare gli occhi?