Capitolo 3: Stuart Little

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{ Ciaaaaao ragazze :D grazie mille per i voti e ancora di più per i commenti!! Siete adorabili. Come promesso, che cominci la sagra dei disagi e dei colpetti di scena... Alla prossima, vostra G. }

No, non è un appuntamento a quattro. È un appuntamento a cinque, il che è ancora peggio.

Quando il cameriere ci accompagna ad un tavolo appartato, rischiarato solo da qualche luce soffusa, ci troviamo infatti i due colleghi di Ignazio ad occuparlo. Il mio istinto omicida è momentaneamente cavalcato dall'imbarazzo, così mi concentro sul tentativo di fare bella figura con questi sconosciuti.

« Piacere, Allegra » mi presento, e vengo invasa da auguri e baci alle guance. Ottimo, non sono tipi da semplice stretta di mano. Almeno mi sembra già di aver rotto il ghiaccio.

« Finalmente! » esordisce quello che si chiama Piero. Guarda con aria di rimprovero Ignazio, perfetto già mi sta simpatico. Anche perché di sicuro è quello che vorrebbero affibbiarmi... Gianluca, l'altro, è troppo bello per me.

« Non guardare me, sono le donne a creare ritardamenti » si difende Ignazio alzando le mani, parlando la sua lingua personale.

« Ma sì, dai... Guarda come si sono fatte belle » interviene Gianluca a discolparci. Meriterebbe un cioccolatino in premio.

Ci dobbiamo sedere e scatta il dramma dei posti. Dovrei mettermi davanti a questo Piero? O a capotavola, così da un lato ho lui e dall'altro la mia migliore amica? Maledetti, che dramma da farmi vivere proprio al mio compleanno.

Con sorpresa vengo spinta nell'angolino da Aurora, che mi blocca tra lei e la finestra. Davanti a me c'è seduto Gianluca, che continua a guardarsi intorno con sguardo spento aspettando che i casinisti siciliani si accomodino. Ignazio ha occupato il posto a capotavola, fortunatamente ben lontano da me, e tiene d'occhio tutta la situazione.

« Cosa ordiniamo per festeggiare?? » chiede Piero a gran voce, sporgendosi sul tavolo verso la mia direzione. Una catenina fuoriesce dall'orlo della sua t-shirt, strusciando sul ripiano ligneo. Noto che ha un bel sorriso, allegro e coinvolgente, ma avrei gradito poterlo studiare più da vicino per capire quanto potessi trovarlo gradevole nel complesso. Anche perché al momento noto più difetti che pregi, esteticamente.

« Non so... Cosa volete... Io non sapevo che saremmo usciti... » rispondo impacciata. Cominciamo male, malissimo.

Inoltre sono molto turbata dal suo sguardo profondo e fisso. Davvero troppo fisso. Che cazzo, smettila di guardarmi! Forse anche lui mi sta scannerizzando e trovando mille pecche.

« Oggi è molto confusa la nostra Allegra, - mi soccorre Aurora – è tornata da poco dal lavoro... »

« ...Ah! Lavoro! Il più divertente al mondo! A te piacerebbe, Piè » esclama Ignazio sbattendo i palmi delle mani sul tavolo, che vacilla. Vedo con orrore come gli stia spiegando dei bambini indemoniati e come io sia una brava animatrice, dolce ma autoritaria, e mi si rivoltano le budella. Insomma, mi sta proponendo al suo amico proprio come una conveniente casa in affitto.

Mi sento un tocco leggero sul polso e lì per lì sussulto, irrigidendomi. Gianluca mi sta toccando i braccialetti per osservarne i pendenti.

« Davvero belli. Hanno un significato? » domanda incuriosito, mettendo da parte il cellulare e concentrandosi solo su di me.

« Veramente no, ma sarebbe carino attribuirgliene qualcuno » constato proprio grazie a lui. Mi sono sempre piaciuti i simboli e le metafore, perché non ci ho mai pensato prima?

Il sorriso di Gianluca si fa più amaro quando prende tra due dita una piccola mezzaluna.

« Quello potrebbe ricordare Sailor Moon... quindi la mia infanzia » improvviso, sorridendo al ricordo dell'asilo.

Stupendamente OdiosoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora