{ Holaaa! Grazie, grazie, grazie mille a tutte per le letture :) Vi auguro buon weekend con un capitolo lungo! }
Una chances, una soltanto.
« Buonasera... » mi saluta, galante come sempre, Gianluca.
« Ciao, tutto bene? » chiedo sedendomi al suo fianco nel taxi, sporgendomi poi per baciarlo. Sulle guance, ovviamente.
Ha dieci o quindici minuti per dimostrarmi se può rendermi una fiamma ossidrica.
« Davvero bene, e tu? Cos'è tutta questa roba? » mi interroga curioso, prendendo per un lembo la borsetta di nylon che tengo in grembo.
« Cosette che mancavano a casa di Ignazio... Ti dico solo che per soffiarsi il naso usa i panni Swiffer perché "non ha tempo" di comprare i fazzoletti » spettegolo, ancora disgustata.
« Sapevo della carta igienica al posto dello scottex, questa mi giunge nuova » dice Gianluca, non troppo sorpreso « Io gli ho portato qualche gioco per la Play »
Questioni di priorità, immagino.
Intanto quella mano passa dalla mia borsetta alla mia spalla e con leggerezza cerca di diminuire la distanza tra noi due. Accompagno il movimento scivolando con la schiena lungo la pelle del sedile, non senza perplessità.
« Saremo un po' di più questa sera, ma spero potremo starcene tranquilli lo stesso » considera Gianluca appoggiando il mento sulla mia testa.
Siamo sicuri che tutto questo sia normale?
« Credevo fossimo gli stessi della scorsa cena » dico, leggermente delusa. Non aggiungo altro al discorso parallelo. Anche perché, sinceramente, ma è scemo? Se voleva che noi due stessimo tranquilli poteva schiodarsi dalla sedia già a casa di Piero.
« Ci saranno altri amici e persone dello studio. Almeno domani abbiamo giornata libera » mi informa. Mi accarezza frettolosamente la spalla con la mano e mi sento rabbrividire, forse perché non sono abituata al contatto promiscuo.
« Ah, bene! Così potete riposarvi » rispondo.
« Sì, infatti » concorda lui.
Mi aspetto un qualche invito, ma niente. Ciononostante quella mano continua a muoversi. Capiamoci.
Arriviamo al condominio dove abita Ignazio e con orrore scopro che siamo i primi, perché il padrone di casa mi aveva dato l'orario sbagliato.
« Pensavo che venissi da sola e mi dessi una mano... » si giustifica quando Gianluca va in bagno a lavarsi le mani.
« Una mano con cosa? Lui mi ha chiesto se andavamo insieme... » mi scuso anche io, seppur non ce ne sia assolutamente motivo.
« Dovevo immaginarlo. Volevo fare quella crema che mi hai insegnato l'altro giorno. » chiarisce leggermente incupito.
« Ah, va bene la facciamo subito. Hai ancora gli ingredienti però? » domando mentre mi raccolgo i capelli in uno chignon frettoloso. Un lungo boccoletto biondo ridiscende anarchico, lui lo scruta e me lo accompagna dietro un orecchio.
Fa improvvisamente caldo qui dentro.
« Li ho comprati apposta » risponde poi, sventolandomi davanti zenzero e ceci.
« Almeno quelli... A proposito, ti ho portato dei rifornimenti » gli faccio notare, ammiccando verso la borsa di nylon della spesa. Ignazio ci scruta dentro e si mette a ridacchiare.
« Peggio di mia madre, comunque grazie » e mi dà un bacio in fronte. Senza fatica, tanto lui è alto.
Mi metto a tagliare lo zenzero mentre Ignazio si occupa dei ceci e del frullatore. Gianluca nel frattempo ritorna dal bagno e si siede al bancone per guardarci.
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Stupendamente Odioso
FanfictionL'amore è cieco, si sa, ma non siamo anche noi stessi a volerci tappare gli occhi?