Capitolo 9 : Lucciole

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{ Buondì! Una valanga di grazie per le attenzioni e opinioni che mi date :) mi scuso per eventuali errori di questo capitolo, frutto di una notte insonne.
Alla prossima, kisses }


Torno a casa dopo un pomeriggio devastante con i Girini. Paonazza dopo la doccia fredda nello spogliatoio della piscina, ogni volta che i semafori fermano la corsa della mia bici un mucchio di ricci rimbalza sulle mie spalle già sudate, innervosendomi. Penso che dovrei tenerla indosso fino a casa, la cuffietta. Arrivo ad un incrocio e mi fermo, c'è una BMW di fianco a me, il finestrino è abbassato e un braccio peloso avanza lungo la portiera.

« Belle gambe. » mi dice il conducente, che gira la testa verso di me « Oh minchia... Non mi ero accorto che fossi tu » trasalisce.
Abbasso un po' la testa per vedere chi è, ma già lo so.

« Ciao Boschetto » lo saluto con distacco, « Che ci fai da queste parti? A parte offendermi »

« Ma quale offendere? Ti ho fatto un complimento » replica lui, spiazzato.

Il semaforo è verde, mi trattengo ancora un momento.

« Poi te lo sei praticamente rimangiato » gli faccio notare, prima di tornare a pedalare.

Come immaginavo, lui riprende a fiancheggiarmi a velocità moderata. Tanto, per ora, siamo gli unici in strada.

« Stai facendo tutto da sola, come sempre. Stavo proprio venendo a prenderti, poi »

Mollo una inchiodata pigiando entrambi i freni del mi destriero rotante.

« Cioè?? »

« Ti propongo una cena a casa mia, già ne avevamo parlato ricordi? » mi illumina, sempre seguendomi a inquietante passo d'uomo.

« Ma ma ma... » inizio a farneticare « Fare una chiamata prima per avvisare, magari?! »

« E io l'ho fatta la chiamata! Non mi hai risposto e apposta stavo venendo a casa tua » si giustifica Ignazio. Ma è serio?

« Ah, okay, può darsi, ero in piscina io... » farfuglio di nuovo « Però lo stesso... un po' di preavviso era gradito... e poi... »

« Ohhh Riccio, che difficile sei. Muovi quelle belle gambe e vai a casa a parcheggiare la bici, io ti aspetto in macchina nel vialetto » mi dirige, pure.

Giuro che da un lato sono compiaciuta per il risvolto che potrebbe prendere la mia serata, altrimenti passata ad ascoltare musica con il mio amico immaginario, ma porca di una miseria. Trovo queste improvvisate inconcepibili. E cosa ancora più fastidiosa, la sua convinzione di poter dare ordini e programmi.

« Se corro è solo perché mi fai ansia con questa macchina, ma poi ne riparliamo. » faccio la preziosa, andandomene.

Cinque minuti dopo eccomi ancora trafelata e sudata, la tracolla che mi sega il collo con il peso del borsone mentre sono piegata a trafficare col lucchetto della bici.

« Te la sei fatta addosso, Riccio?? » sento ridere sguaiatamente alle mie spalle. Mi sgozzo ancora di più, barcollando, mentre mi volto verso il maledetto.

« Cosa dici!? » mi agito rabbiosa, arrossendo anche sotto lo strato di insolazione.

« Hai due chiazze sulle chiappe, come una mucca » ci tiene ad esplicitare, camminando verso di me una volta parcheggiato.

Gli rivolgo delle parole poco carine mentre mi tasto in velocità il sedere, in preda al panico. Mi accorgo di essere bagnata, è sicuramente colpa della fretta con cui mi sono rivestita dopo la doccia. IN ogni caso falso allarme, e lui meriterebbe di essere impiccato per la vergogna che ha cercato di instillarmi.

Stupendamente OdiosoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora