Capitolo 7: Femmine

638 60 26
                                    

Cosa c'è di più imbarazzante di una sorpresa? Probabilmente una sorpresa sul luogo di lavoro. In special modo se si tratta del ristorante gestito dai tuoi genitori.

Ebbene sì, eccomi in tutta la mia bellezza, ritta nelle mie terribili scarpe da ginnastica, le maniche della camicia raffinatamente arrotolate come un impiegato senza climatizzatore in ufficio, il grembiulino che contribuisce a mozzare la mia già scarsa statura.

<< Buonasera signorina >> dice Gianluca con un sorriso.

Forse non mi ha ancora guardata bene da capo a piedi.

Resto impalata con due piatti in mano, mentre il panico inizia a farsi strada nel mio petto.

<< Ciaaao... Ma cosa..?! >> balbetto confusa, tra un sorriso innervosito e una occhiata angosciata nei miei dintorni.

<< Posso sedermi da qualche parte? >>

No, vattene finché sei in tempo sarebbe la risposta più immediata.

<< Ma che ci fai qui?! >> domando invece, sperando di sembrare più lieta che angosciata.

<< Te l'avevo detto che sarei venuto a trovarti al lavoro, una sera >> risponde Gianluca con un sorriso.

<< Sì ma per scherzo... E poi ti avevo detto che c'è sempre casino qui... Non so quanto tempo potrò dedicarti... >> improvviso.

<< Stai tranquilla, io sono qui per cenare. Sapevo che ti avrebbe fatto piacere ricevere visite, ma non voglio disturbarti >> spiega facendomi l'occhiolino.

Sapeva cosa, scusa?! È più che ovvio che mi sentirò disturbata. Con tutti i ristoranti fighi di Bologna tra cui scegliere, giustamente lui ha preferito un locale a caso a Molinella.

Mi trattengo dal dirgli che tutti quei "no, ma no che non serve che vieni" non erano affatto inviti velati, ma anzi, specie di ordinanze restrittive, e lo conduco al tavolino più isolato possibile. Sono così nervosa che il tovagliolo glielo sbatterei in faccia, e non di fianco al piatto. Sbaglio, forse? Io detesto sentirmi controllata. Detesto essere nel semplicissimo ristorante di famiglia con un cantante carino e di mondo che mi osserva e aspetta chissà cosa. Vorrei vedere io se mi presentassi in prima fila ai suoi concerti, come si sentirebbe.

...Okay, probabilmente ne sarebbe solo felice. Quantomeno gasato. Ma lui sì che potrebbe impressionarmi, nel suo lavoro. Di me cosa potrebbe guardare, se non come porto i vassoi?

E poi lui è così elegante, di classe, composto. Mentre io sono carina certo, ma goffa ed esagitata.

È tutta colpa di Ignazio. Maledettissimo Ignazio. Lui e le sue oscene idee di accoppiarmi con amici solo perché sono diventati tristi e single.

<< Mi consigli qualcosa in particolare? >> chiede Gianluca, spulciando distrattamente il menu.

Di andartene.

<< Cosa hai voglia di mangiare? Un primo, un secondo, una pizza? >> domando arrendevole, e appena intercetto mia madre mi sposto di lato per coprire Gianluca dalla sua visuale.

<< Un primo, direi >> sceglie, ancora leggermente confuso. Mi guarda con due occhi che si aspettano qualcosa. O forse sono solo belli ed espressivi.

<< Ti consiglio i ravioli al tartufo, se ti piace il genere >>

Ho sparato alto solo perché è un cantante famoso.

<< Vada per quelli. E una bottiglia d'acqua, per favore >> ordina, richiudendo il libricino di cuoio.

<< Acqua?! >> lo prendo leggermente in giro, sogghignando.

Stupendamente OdiosoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora