*Londra*
13 settembre 2016, aereo.
Naira's Pov
Mi svegliai di soprassalto, con il cuore che andava a mille, come se avesse voluto uscire dalla gabbia toracica. Ero tutta sudata e avevo le guancie bagnate. Il mal di testa era fortissimo, tanto che mi rannicchiai su me stessa e poggiai la testa sulle gambe, tappandomi le orecchie e chiudendo gli occhi. Questi incubi erano sempre più frequenti ogni volta che chiudevo gli occhi, e ogni volta diventava più straziante della precedente. Se avrei continuato così sarei sicuramente impazzita. O forse lo ero già.
Qualcuno mi stava scuotendo, ma mi opposi con tutta la forza che avevo in corpo.
«Naira, per favore» disse una voce preoccupata, ma tentando di restare calma.
Scossi la testa con determinazione, avendo paura che a breve tornassero gli spasmi a farsi vivi.
«Dai, Naira. Ti voglio aiutare, ti puoi fidare di me» ripeteva la voce.
«Non mi posso fidare di nessuno. Tutti se ne vanno prima o poi» dissi, togliendo le mani dalle orecchie e poggiando il mento sulle ginocchia, guardando un punto indefinito davanti a me
«Perché lo dici?».
«Perché è vero».
Sentii dei rumori e qualcuno affrettarsi nella nostra direzioni, ma li ignorai.
«Mi scusi signorina, ma cos'è successo?» chiese una voce, ma non risposi.
«È stato solamente un... Incubo, stia tranquilla, è tutto apposto» si preoccupò di rispondere Devine.
«Signorina?» chiese la donna rivolta nuovamente a me. «Signorina, mi sente? Sta bene?».
Girai la testa verso la donna che mi stava assillando, e che giuro avrei voluto ammazzare in questo stesso momento, ma mi limitai a mandarle un'occhiata omicida. «Sono viva e vegeta, in carne ed ossa. Le sembra che sia per caso morta? Perché a me no. Perciò no, non sto bene fino a quando non sarà tutto finito, ma ora giri quel culo rifatto che si ritrova e vada direttamente al diavolo e mi lasci in pace. Sono stata chiara?» sputai velenosa all'hostess che mi stava guardando con una faccia sconvolta.Mormorò una specie di 'mi scusi' e se la filò, quasi scappando a gambe levate. Io d'altro canto non potevo fottermene di meno delle sue scuse, perciò concentrai il mio sguardo sulla figura accanto alla mia che era completamente bianca, peggio di un cadavere, o quasi.
«Non farmi un infarto qua, perché non intendo risarcire nessun danno alla tua famiglia, sia chiaro» volevo farla sembrare una battuta, ma mi era uscito più come un sibilo.
«Io... Sto bene. Ma, io... Cioè, non capisco».
«Oh, ho notato. L'intelligenza non è il tuo punto forte» dissi diretta, senza girarci intorno.
«Non intendevo questo. Ma ciò che non capisco è perché tu abbia trattato in quel modo quella povera donna che era venuta a informarsi sulla tua salute. Ti voleva aiutare. E anch'io d'altronde, perciò non capisco il motivo per cui tu debba insultarmi» spiegò, corrucciando la fronte.
«Sei pallosa. Mi stai annoiando, sai? Dovresti capire che devi smetterla di essere così impicciona e curioasa. A meno che tu non voglia morire prima, sai come si dice. 'I curiosi muoiono prima'» dissi, sfoderando il mio sorriso più strafottente e lo rivolsi a lei.
«Sei proprio un'acida del cazzo!» disse, ma si tappò subito la bocca dopo essersi resa conto di ciò che ha detto. «No, Naira... Io, scusa» balbettò.
La fissai per qualche istante, per poi scoppiare a ridere. «Apprezzo, ma ti informo che lo sapevo già da tempo. Sei vuoi farmi innervosire questo non basterà. Non calcolo i commenti delle persone che non capiscono un cazzo, oltre a non sapere una beata minchia di niente».
«Naira, sul serio... Scusami, non volevo offenderti. Non è nel mio carattere e non so cosa mi sia preso» continuò a scusarsi.
«Va bene, basta. Stai scassando la minchia. La smetti o ti devo ficcare qualcosa in quella fogna che ti ritrovi al posto della bocca?» commentai, esasperata.Lei continuava a buttare giù scuse su scuse e io mi ero ormai rotta di stare a sentirla, perciò presi il mio amato telefono con le tanto adorate cuffie e me le infilai nelle orecchie. Feci rimbombare a tutto volume la musica, per poi concentrare la mia attenzione unicamente sul finestrino, guardando quelle soffici nuvole che ci stavano facendo compagnia durante il nostro viaggio e mi persi tra i miei pensieri.
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Acele
RomanceNella vita non si può sempre scegliere ciò che si vuole, tantomeno quando vivere o quando morire. Il dolore causato dalla morte di una persona cara non è facile da colmare e questo Naira lo sa bene. L'unica cosa che ha dentro al petto oramai è solo...