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*Collegio*

30 settembre 2016, Londra.

Naira's Pov

Stavo tornando a casa dal lavoro, insieme a Blake, mentre chiaccheravamo del più e del meno.

«Allora, piccola pazzoide, che si fa adesso?» chiese, sorridendo.
«Ahn, non so tu, ma io voglio solo arrivare a casa e dormire. Sono a pezzi» commentai, stiracchiandomi e facendo una smorfia.
«Ma se tu sei sempre piena di energia. E poi sono solo le tre e mezza del pomeriggio» commentò il ragazzo, ridacchiando alla vista della mia faccia stanca.
«Zitto tu» tagliai corto, facendolo ridere, e pochi attimi dopo lo seguii anche io.

Arrivammo davanti al palazzo e presi le chiavi per aprire il portone ed entrai, seguita da Blake, avviandomi direttamente verso l'ascensore.

«Non sarebbe meglio fare le scale?» chiese prendendolo in giro.
«Fottiti, Blake» commentai, facendolo nuovamente scoppiare a ridere.

Una volta giunti al nostro piano, mi fiondai verso la porta del nostro appartamento e la aprii, per poi correre direttamente nella mia stanza e buttarmi a peso morto sul letto, godendomi la sua morbidezza.

«Se per caso senti rumori strani provenienti dalla mia stanza, tranquillo, e non provare a entrare, molto probabilmente sarò nuda intenta a scoparmi il letto» gridai in modo che Blake mi senta.
«Tu sei fuori di testa!» urlò di rimando.
«Apprezzo!» dissi, per poi alzarmi svogliatamente e andare verso l'armadio per prendere dei vestiti di ricambio.
«Ma ringraziare mai, eh?» chiese ironico dalla soglia della mia porta.
«Nah, troppo scontato» commentai, sorpassandolo e avviandomi verso il bagno.
«Lasciami indovinare, se sento rumori strani dal bagno vuol dire che ti scopi la vasca?» chiese, ridacchiando dietro di me.
«Che cazz... No!» mi girai verso di lui, facendo una faccia schifata. «Mi faccio fare un ditalino dal rubinetto» gli feci l'occhiolino e lui fece una faccia sconvolta, per poi scoppiare a ridere, mentre io entravo in bagno.

Chiusi la porta dietro di me e aprii il rubinetto, facendo scorrere l'acqua e sciacquai la vasca, per poi regolarizzarla alla temperatura che volevo, ovvero quasi ghiacciata, e misi il tappo alla vasca, lasciandola riempire.
Mi guardai allo specchio e sbuffai alla vista della mia faccia. Avevo le occhiaie e il naso leggermente rosso, mentre le labbra erano dannatamente screpolate. Sbuffai di nuovo e raccolsi i miei lunghi capelli castani in una crocchia disordinata. Avrei dovuto tagliarli un giorno, erano diventati molto lunghi e a volte mi davano fastidio.
Ricacciai questo pensiero e mi spogliai, per poi immergermi nell'acqua fredda della vasca.
Amavo sentire l'acqua fredda a contatto con la mia pelle. Mi faceva rilassare in un modo inimmaginabile. Mi beai di quella sensazione per alcuni minuti buoni, per poi prendere il bagnoschiuma alla cannella e lavarmi.

Dopo essermi sciacquata, uscii dalla vasca, togliendo il tappo e lasciando che l'acqua che si era accumulata scivolasse attraverso le tubature.
Presi un asciugamano e mi asciugai, per poi vestirmi.
Sciacquai nuovamente la vasca, togliendo i residui di schiuma rimasti sui bordi, presi poi i vestiti sporchi e li misi nel cesto. Uscii dal bagno e, prima di andare in camera, andai in cucina, dove trovai Blake intento a cucinare.

«Blake, mi sono appena trasferiti qui, preferirei non dover farlo di nuovo in un tempo così breve» commentai, facendolo sbuffare.
«Per te è impossibile essere gentile almeno una volta nella vita?» scherzò.
«Mi offendi! Io sono sempre gentile con te. Anche adesso» risposi, figendomi offesa.
«Ah sì?» chiese, girandosi verso di me e inarcando un sopracciglio.
«Beh, sei ancora in vita. Considerati importante» affermai seria.
«Suppongo che se non avessi bisogno di me per pagare metà delle spese non sarei tanto fortunato» disse.
«Hmm, forse. Ma non mi sottovalutare» dissi, facendogli l'occhiolino e lui scosse la testa tornando ai fornelli. «Che cucini buono?» chiesi, allungandomi sopra la sua spalla.
«La mia specialità. Patatine fritte» rispose, girandosi e gonfiandosi il petto, fiero di sé.
«Se questa è la tua specialità, allora siamo messi bene» commentai, dandogli un colpo nello stomaco e facendolo sgonfiare come un palloncino.
«Questo ha fatto male» disse, massaggiandosi lo stomaco e mettendo il broncio.
«Passa fino a quando ti sposi» gli feci l'occhiolino.
«Comunque, pensavo di mangiare e guardarci un film, che ne dici?» propose.
«Hm, ok, ma è possibile che io mi addormenti dopo i primi tre secondi» accettai.
«Che vorresti insinuare? Che sono talmente noioso da farti addormentare?» si finse offeso.
«Esattamente» risposi e lui mi lanciò addosso un asciugamano che io schivai, ed io gli feci la linguaccia, per poi scappare nella mia stanza.

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