Il buio in una stanza, una fioca luce trapela a fatica tra lo sporco incastrato nelle persiane. Nella prigione un armadio, una vecchia scrivania ritinta di vernice scadente, uno sgabello e un letto: un letto freddo con le lenzuola rigide. Quella coperta non riscalderà mai quel bozzolo di carne raggomitolato sotto di esso.
Nel silenzio della notte, un sospiro. No... è un sussurro. Un rantolo, come di chi ha l'asma, come di chi ha il raffreddore. La leggera coperta si alza e si abbassa impercettibilmente in coppia con il respiro: dentro, fuori, su, giù. Poi un respiro più profondo, trattenuto più a lungo, poi rilascia tutta l'aria immagazzinata in un solo secondo. Due labbra secche, finora rimaste socchiuse, si serrano. Un impasto di saliva calda sigilla quel bacio affaticato.È silenzio in tutta la stanza, il bozzolo non respira più; una lingua ferita (un piccolo taglietto percepito come uno squarcio ed un piccolo rigonfiamento) si fa spazio tra i due amanti, lecca le crepe nella carne liscia, bagna le pellicine sulla superficie e si ritira nella caverna buia, lasciandole dischiuse come da principio. Un naso chiuso tira su, l'anima intasata sospira nuovamente e poi riprende a respirare. Rantola.
Sotto le lenzuola, qualcosa si muove, un piede. Non ha su le calze, ma anche se sono gelati, i trentacinque si accarezzano tra di loro. C'è bisogno di calore, di consolazione. La coperta viene stretta più forte al petto, i sospiri aumentano. Un singhiozzo. Un altro. Il piccolo gomitolo si stringe ancora più su di sé, si abbraccia, fa piano, non vuole rumore. Ma il suo dolore squassa il silenzio, il suo silenzio infrange la notte. Il bozzolo si gira sull'altro fianco.
Il concerto si ripete.
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Niflheimr
Short StoryIl titolo della raccolta rimanda alla mitologia norrena, alla Terra della Nebbia, regno dei ghiacci e del freddo. Ed è in questo regno che ho relegato pezzi di me, scintille di creatività scoppiate in storielle autoconclusive, riflessioni in prosa o...