12.

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Hope.

Edward è corso dietro a una ragazza spagnola, mi è sembrato strano ma mi sembrava di averla di già vista da qualche parte, ma non rimango molto a pensarci la gelosia mia acceca.

Edward non è di mia proprietà ma non sopporto che altre ragazze gli si avvicinino e soprattutto se sono belle come quella spagnola.

Mi passa tutta la voglia di restare in questo posto così mi dirigo verso l'entrata.
Lo so che non dovrei prendermela perché io ho un ragazzo fantastico ma è più forte di me.

Mando un mesaggio a Tayler, Kate e Sveva per avertirgli che me ne sto andando, passo per il retro della discoteca poiché l'entrata è stra colma ma delle urla mi fermano.

- LASCIAMI ANDARE- urla una ragazza, mi metto sull attenti e sono pronta andare in aiuto della povera ragazza ma la voce del suo aggressore mi ferma.
- No prima mi spieghi!- la voce di Edward è piena di odio.
Voglio andarmene ma la curiosità mi vince così mi avvicino di più al entrata sul retro.
-Spiegarti cosa?!- la voce di lei trema sembra quasi impaurita.
- LASCIO LA SCELTA A TE, MI SEMBRA CHE TU HAI MOLTISSIME COSE DA SPIEGARMI MA SE CI TIENI TANTO CHE TI DICA DA DOVE INIZIARE, ALLORA SPIEGAMI PERCHÉ CAZZO TU SEI VIVA ?! PERCHÉ CAVOLO HO DOVUTO VIVERE TUTTI QUESTI ANNI CON IL RIMORSO DI QUALCOSA CHE NON HO FATTO?- urla Edward,non lo avevo mai sentito così arrabito e mi fa paura.

- perché non lo chiedi al tuo caro paparino?-
- di cosa parli Jordy?- la voce di lui è diventata quasi un sussuro e quella di lei ha aquisito un tono cattivo....quasi spregevole.
- di come tuo padre mi manda 6000 euro al mese per tenermi lontano da Londra da te e da tutti quelli che conoscevo!- il signor Carter non può aver fatto questo, lui è un militare dai forti principi che ha combattuto per la sua patria quando ce ne è stato bisogno. Lei mente.

- CAZZO- impreca dando un calcio a qualcosa - avrei dovuto saperlo!- perché non difende suo padre? Perché non lo fa? anzi lo sta accusando.

- adesso posso andarmene?- chiede lei.
- tu avresti potuto rifiutare-
- rifiutarmi? Tu sai che non ho nessuno di così importante a Londra.-
-ai me! Avevi me! Ti sei mai chiesta quello che è successo a me per colpa tua? Sono rimasto chiuso in una cella per ben due settimane, ho visuto tutto questi anni con la paura di innamorarmi per colpa tua, con la paura che la ragazza che amo muoia come sei morta tu, credo che tu e mio padre siate la merda vivente, due teste di cazzo che non sano cosa fare con la propria vita così vanno a distruggere quella dei altri!-

- e no mio caro tu non mi incolpi perché non ho fatto niente sono sempre stata sincera con te, e per i tuoi giorni in prigione domanda a tuo padre perché io non ti ho mai denunciato per avermi drogata perché l'ho fatto da sola tu non mi hai costretta a niente- detto questo i passi della ragazza si allontanano.

Mi appoggio al muro E..Edward è..è stato in prigione?.

Non posso neanche pensarlo,lui me lo avrebbe detto,perché io sono la sua mogliore amica! Lui avrebbe dovuto condividere il suo dolore con me, io lo avrei aiutato.

Lui ha paura di amare, io no e sono pronta ad amarlo amcora di più se solo lui mi lasciasse.

Credo che oggi mi si siano aperti gli occhi su Edward Carter, lui non mi rifiuta perché non sa tenerlo nei pantaloni ma perché lui ha paura di amare.

.......

Non ho dormito e ho delle occhiaie pazzesche, non ho fatto altro che rigirarmi nel letto.

Scendo in cucina a fare colazione con tutti gli altri, appena entro Tayler mi tira fra le sue braccia e stampa un bacio sulle mie labbra cogliendomi di sorpresa.
- Buongiorno!- saluta per poi baciarmi un altra volta.
- buongiorno- ricambio il saluto con un groppo alla gola.

È così da tutto il viaggio mi sento in colpa a fare qualsiasi cosa da coppia con Tayler e oggi il sentimento di colpa è più forte del solito.

Quando ci sediamo a tavola Tayler mi fa sedere sulle sue gambe, e facciamo colazione così.
Nessuno sembra essersene accorto ma io si, Edward non è sceso a fare colazione e questo mi preoccupa, ma cerco di pasarci sopra concentrandomi nella conversazione degli altri.

Ma poi la stessa cosa succede durante la visita della città in mattinata il pranzo e la cena e anche durante i lovori sociali obligatori non si fa vedere.

Forse dovrei provare a metermi nei suoi pani, cosa sente in questo momento? Cosa è successo ieri,? non capisco molto bene.

- perché non sei vestita?- mi domanda Tayler, sono le 22 l'ora in qui i professori dormono e noi possiamo uscire e andare in giro per tutta la città.
- ecco non mi sento molto bene, credo che resterò a casa per oggi!- mento, lui mi esamina dal alto al basso cercano il punto che mi fa male così appoggio una mano sulla pancia,mentre con l'altra gioco con la manica dell mio cardigan.
-ho mal di pancia.....sai cose di noi ragazze- mento ancora.

-va bene,- si inclina e mi bacia appogiando una mano sulla mia vita, i baci di Tayler sano sempre di niente.
- chiamami se hai bisogno di qualcosa!- annuisco in risposta, mi bacia con un po più di passione e cerco di ricambiare come posso.
- ci vediamo domani-.
-a domani- gli dico e se ne va.

Controllo che tutti se ne siano andati vedendo i soliti 5 taxi fermarsi davanti alla casa poi scendo in cucina a preparare qualcosa per Edward.

-lo so che sei lì- dico quando Edward non mi apre, tento altre tre volte ma non apre.

"Forse sta dormendo" penso prima di girarmi.

Sto per fare un passo quando la porta si apre, mi giro di scatto per trovarmi un Edward con enormi occhiaia e occhi irritati.
-Io...Io- non so cosa dire adesso che sono qui, quindi mi limito a guardarlo mentre arrossico poi mi ricordo perché sono qui.
- ti ho portato da mangiare....non sei venuto a fare colazione ne a pranzare e nemmeno a cenare- dico monstrandogli il piatto con i tramezzini.
- mi dispiace se non è molto ma lo sai che non so cucinare- dico ridendo nervosamente alla fine.

È vero non so cucinare so solo fare panini e questo Edward lo sa benissimo, è l'unico che assagiava quello che cucinavo.
- vuoi entrare?- domanda spostandosi da davanti alla porta, annuisco.

La stanza non è molto diversa da quella che condivido con Sveva e Kateherine ma è abbastanza disordinata.
Gli porgo il piato, lui si siede e mangia mentre lo osservo.

Quando finisce ci limitiamo a stare zitti e guardarci l'uno a l'altro.
-Vuoi parlarne?- gli chiedo in fine, scuote la testa.
- ti sentiresti meglio!- gli assicuro, non mi risponde e si distende sul letto che c'è vicino alla finestra così decido di alzarmi e andarmene.
-Aspetta Hope!- mi ferma e mi giro, lui mi guarda dritto a gli occhi mentre mi parla.
- sarrebbe troppo chiederti di dormire con me?- domanda, mi mordo il labro nervosamente, dormire io e lui nello stesso letto?, è da quando ho 14 anni che non lo facciamo più.

Io ho un ragazzo, ma non lo amo, pero che sto pensando Edward mi ha invitata solo a dormire, mi avvicino a lui e lascio il piatto sul commidino.
- no!- mi tolgo le pantofole e mi infilo nel letto insieme a lui.

Siamo uno di fronte a l'altro lo spazio è piccolo, posso sentire il suo respiro sulla mia guancia, il mio cuore batte più di quando sono entrata, "anche il suo batterà così forte?" mi domando.

Senza rendermene conto ho portato la mia mano fino al suo petto proprio dove dovrebbe esserci il suo cuore.

Lo sento battere, forse anche più velocemente del mio.

Hope DairyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora