Capitolo 15

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Juliane's pov
Jonas ormai viveva con Luke. Passavano interi pomeriggi a giocare alla play, senza staccare per un attimo lo sguardo dalla televisione. Mi sentivo esclusa, intuivo che Luke si fosse affezionato di più a Jonas, perciò non mi calcolava quasi più. Certo, veniva a casa mia qualche mattina per portarmi la colazione o per giocare a Monopoli, ma lo vedevo sempre indifferente. Volevo accarezzagli i capelli in ogni momento, volevo abbracciarlo sempre, volevo il suo respiro vicino al mio in ogni istante.

Passavo interi pomeriggi con Sandra, ormai sembravano quasi migliori amiche e il che mi piaceva. Sandra era una ragazza davvero particolare, matta forse quanto me, simpatica ma un po' troppo timida. Aveva bisogno di parlare con qualcuno, di sfogarsi. Lei mi ringraziava di tutto, della fiducia, delle attenzioni, delle risate, degli abbracci.

"Non è che potresti fare un quadro per me?" Mi chiese un pomeriggio mentre stavamo in spiaggia a guardare il mare. Lei era indaffarata a leggere un libro, perciò dapprima non mi rivolse nessuno sguardo. Era completamente assorta da quel libro.

"Certo! Che vorresti che disegnassi?"

"Lascio a te la scelta" sorrise.

Ci pensai a lungo sul quadro da fare per Sandra, non volevo farle un ritratto, sarebbe stato scontato.

"Ti piace leggere?" le chiesi attirando la sua attenzione.

"La lettura è il mio mondo" sorrise "senza non ci potrei vivere" continuò.

La guardai teneramente.

"Perché non raffiguri la spiaggia e il mare?" mi chiese Luke una mattina mentre sgranocchiavamo cereali.

"Sarebbe troppo scontato"

"Invece no"

"Invece sì"

Mi guardò storto.

"Non sai mai darmi buoni consigli, se Jonas fosse qui calcoleresti di più lui"

"Juliane ma che stai dicendo?"

"La verità"

"Secondo me dormire troppo ti fa male"

"Vorrei passare ogni momento con te, ma tu sei 'impegnato' con Jonas" risposi seccata.

"Juliane, Jonas è un mio caro amico, non ci siamo più rivisti per tanti anni, ora che l'ho ritrovato non voglio mandarlo a quel paese per un tuo capriccio"

"Sei sempre il solito" risposi alzandomi dal letto dove eravamo seduti a gambe incrociate.

"Juliane mi infastidiscono questi tuoi comportamenti da bambina"

"Vai da Jonas, non perdere tempo con una bambina come me, allora"

"Smettila" rispose quasi arrabbiato.

Ci stavo male, malissimo, dopo quelle parole. Luke non si sarebbe mai comportato così con me, Jonas gli aveva fatto il lavaggio del cervello, ne ero sicura.

"Sei ancora qui? Puoi andartene!" Urlai.

Lui mi guardò negli occhi, quasi mi fulminò. Si alzò dal letto, venne verso di me e mi abbracciò forte. Io cercavo di liberarmi ma era impossibile, ero bloccata in quell'abbraccio quasi interminabile. Continuava ad accarezzarmi i morbidi boccoli.

"Luke, lasciami"

"Ti lascerò solo se mi dici che per te sono la cosa più bella che ti sia mai capitata"

Lo guardai negli occhi, mi persi in quello sguardo. Non riuscivo a credere a quelle parole, forse perché erano maledettamente vere. Lo strinsi più forte a me, se mi lasciava mi mancava il respiro. Lui era il mio ossigeno.

"Sei la cosa più bella che mi sia capitata" sussurrai.

"Non ho sentito"

《Idiota》pensai.

Alzai il tono di voce, ma lui mi rispose di nuovo 'non ho sentito'.

Lo fulminai con lo sguardo.

Allora urlai con tutta la forza che avevo dentro "sei la cosa più bella che mi sia capitata!"

Allora scoppiammo a ridere, sembravamo due bambini; due bambini che dovevano crescere insieme, perché l'uno dà forza all'altra, l'uno è la ragione di vita dell'altra.

"Sei tu il bambino ora" dissi ridendo.

"Siamo due bambini,allora"

Lo guardai con uno sguardo tenero.

"Allora iniziamo questo quadro?" Esclamai,sorridendo.

"Sissignora!"

Presi un foglio di carta grande per fare la bozza del quadro, una matita, i colori, il righello e una gomma.

"Non so proprio cosa disegnare!" esclamai facendo ridere Luke.

"A cosa associ Sandra?"

"Che vuoi dire?"

"A un animale, una pietra, un colore, un fiore, un oggetto..."

"Ad un fiore delicato" esclamai convinta.

L'idea mi piaceva, Sandra era proprio un fiore sensibile, un fiore che ancora doveva sbocciare.

"Bene, associo Sandra ad un fiore color rosa pallido"

"Wow, come sei profonda" rise Luke.

Gli feci una linguaccia.

"Un fiore color rosa chiaro: mi sembra un'idea originale!" esclamai.

"Magari potresti dividere il quadro in due sezioni"

Lo guardai confusa.

"Cioè, potresti fare due disegni nello stesso quadro. Nel primo raffiguri il fiore non ancora 'nato' (fece le virgolette con le mani), nell'altro rappresenti lo stesso fiore sbocciato, fiorito, simbolo di nascita e bellezza"

"Sei molto profondo quando parli di Sandra" gli dissi lanciandogli un sorrisetto malizioso. Lui arrossì facendomi una smorfia.

"L'idea mi piace un sacco, iniziamo allora" continuai.

Luke stampò una foto di un fiore meraviglioso, che mi aiutò molto a raffigurarlo alla perfezione. Ero assorta in quel disegno, volevo che venisse alla perfezione, Sandra se lo meritava.

Luke mi aiutava passandomi i colori, era di una tenerezza indescrivibile.

Sapevo che mi stava guardando, sapevo che i suoi occhi non erano puntati sul disegno, ma su di me. A volte mi giravo per lanciargli un'occhiata di sfuggita e scoppiavamo a ridere senza motivo. Mi mancava terribilmente. Mi mancavano questi momenti, di lui non mi sarei mai stancata, lui mi faceva star bene davvero.

"Luke" esclamai guardando i suoi occhioni scuri.

"Mmh?"

"E se io me ne andassi?"

"Non immaginare queste cose, Juliane. Non succederà mai"

"Cosa te lo fa pensare?"

"Con me stai bene?"

"Sì, molto ma..."

Mi abbracciò. Ma non era uno di quegli abbracci insignificanti, era un'abbraccio sentito, vero, riuscivi a sentire tanto amore solo da quell'abbraccio, solo da quel gesto che per me valeva più di mille parole. Rimanemmo abbracciati per qualche minuto, poi gli dissi:

"Domani andiamo a comprare la tela?"

Lui annuì e sorrise.

"Juliane" esclamò mentre ero indaffarata a completare la bozza.

"Cosa?"

Appena mi voltai, mi prese per i fianchi e mi fece il solletico, fu uno di quei momenti più belli, più divertenti. Ridevo a crepapelle e gli dicevo "Luke smettila!", ma dentro di me, speravo che non si fermasse mai.

Domani arriverà lo stesso. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora