[CAPITOLO 2: allenamenti]

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Mi sveglio a causa del suono della pioggia sulla finestra della mia camera ma decido di rimanere a letto ancora un po'.
Sono già passati quattro giorni dalla visita di Sirius e devo dire che sono stati i quattro giorni più noiosi della mia vita. Mi alzavo, andavo a correre, facevo colazione, studiavo, pranzavo, scrivevo alle mie amiche, studiavo di nuovo, cenavo e andavo a dormire. Questa noiosa routine ogni giorno.
Poco dopo capisco che non è la pioggia a fare quel rumore, ma un becco. Il becco di un gufo.
Sbuffando mi alzo per andare ad aprire la finestra, slego la pergamena dalla zampetta dell'animale.
Gli do una falce e uno zellino, e riparte subito.
Srotolo il pezzo di carta notando una scrittura piccola e ordinata. È la calligrafia della McGranitt.

Cara signorina Evans,
se vuoi continuare a far parte
dell'Ordine della Fenice dovrai,
ogni mercoledì e ogni sabato alle 9.00, venire a Diagon Alley.
si trova una raduna in mezzo
al bosco perfetta per allenarsi.
Se accetti di far parte dell'Ordine
ci vedremo direttamente nel luogo
stabilito all'ora stabilita.
Cordiali saluti,
Minerva McGranitt.

Riarrotolo la pergamena e la metto nel cassetto. Poi prendo una piuma e due pezzi di pergamena per scrivere una lettera alle mie amiche.

Alice io ho ricevuto una lettera della McGranitt in cui mi chiede se voglio continuare a far parte dell'Ordine. L'hai ricevuta anche tu?

Scrivo la stessa lettera anche per Marlene e poi le do al mio animaletto che subito salta fuori dalla finestra e incomincia a volare.

Scendo di sotto e trovo Petunia parlare al telefono di casa. Una sensazione di dejavù mi invade: non è successa la stessa cosa a Natale?

"Si, amore. Si, la febbre mi sta passando. Ah ah. Domani quindi? Perfetto! Ti chiamo se ho ancora la febbre ok? Si, si caro. Ti amo tanto anche io" dice mia sorella con voce smielata. Ma bleah.

Attacca e si gira a fissarmi.
"Spero che tu abbia preso nota di quello che hai... Origliato" mi dice con tono tagliente.
Alzo gli occhi al cielo mentre apro il frigorifero e prendo il latte.
"Non stavo origliando. Ho cose più importanti da fare che ascoltare le stupide conversazioni di cui non mi interessa niente tra te e il tuo fidanzato"
E il tuo obeso fidanzato, vorrei dire ma mi trattengo. "Comunque cosa succede domani?" Le chiedo mentre mi verso i cereali nella tazza.

"Visto che ti interessa?" Mi schernisce. "Comunque domani verrà a pranzo qui"

"Ah... Non vedo l'ora di rivederlo..." Dico stampandomi in faccia il miglior sorriso finto possibile.

Anche quella mattinata passa noiosamente e lentamente come le altre. È assurdo: gli anni precedenti continuavo a dire che l'estate dopo l'ultimo anno, nella quale non avrei avuto compiti, sarebbe stata la più bella di tutte è che avrei fatto moltissime cose, e invece la mia vita adesso è così monotona. La vecchia me non sarebbe fiera della me di adesso.

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