[CAPITOLO 34: vendetta?]

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Mi sveglio in una stanza bianca. Il mio primo pensiero è di trovarmi in ospedale, ma l'odore di fogna mi fa ricredere. La mia caviglia è legata ad un catena fissa al muro. Mi alzo in piedi troppo velocemente e la stanza inizia a vorticare, mi appoggio alla parete per non cadere.

Una voce dall'angolo della stanza attira l'attenzione. È buio e non lo riesco a riconoscere. "Hai preso una bella botta Lily, non dovresti alzarti con così tanta fretta"

Mi appiattisco contro il muro. "Chi sei?"

La persona si alza e viene alla luce delle schifose lampade che si trovano nei tunnel delle fogne. La poca luce riesce a farmi vedere abbastanza bene però. Sono io, quella persona è me.

"Tu sei me.."

"Non sono te idiota" Dice alzando la voce. Come fa ad imitare la mia voce così bene? "Ho usato la pozione polisucco per essere te, per non farmi riconoscere"

"Cosa... cosa vuoi farmi?"

"Non so... potrei tenerti imprigionata qui e fingermi te per tutto il tempo che voglio, farti allontare da tutti e poi liberarti quando non ti sarà rimasto più nessuno, ma non so se è questa la vendetta che voglio. È un po' banale non credi?"

"Vendetta? Perché vorresti vendicarti? Cosa ti ho fatto? Chi sei?"
Ho troppe domande e sono abbastanza sicura che lei/lui non abbia intenzione di rispondere a nessuna di queste.
Come ci sono finita qui?
Mi concentro sui miei ultimi ricordi: lo specchio rotto, le padelle, l'esplosione...
Mia madre mi starà sicuramente cercando, quanto tempo è passato? Ore, giorni?
La Lily-Falsa inizia a deformarsi. Prende una boccetta e fa per bere un sorso, ma a quanto pare è vuota.
"No!" Urla in preda al dolore.

"Quanto.. da quanto sono qui?" Chiedo terrorizzata. Non ha più la pozione, tra poco vedrò chi mi tiene qui. Il mio volto femminile si deforma fino a diventare quello di un uomo, non mi è affatto nuovo il suo volto.

Mark mi spinge contro il muro e si avvicina a me. "Tu, tu mi hai rovinato la vita... il Signore Oscuro mi odia per colpa tua! Ha ucciso la mia famiglia e perciò... io ucciderò la tua"

"Cosa?" Boccheggio in preda al panico.
"Non farlo, ti prego! Farò quello che vuoi okay? Ma non toccare la mia famiglia, non c'entrano niente con questa storia, loro sono pure babbani" lo scongiuro. Non ho dubbi, so che sarebbe capacissimo di assassinare la mia famiglia.

"Babbani? Allora è anche meglio, perché vuol dire che sono solo inutili. Peccato, speravo in un combattimento alla pari, ma mi sa che non ce la faranno..."

"No! Aspetta! Cosa vuoi? Torturarmi? Va bene, fallo! Ti prego, non ucciderli" le lacrime scorrono lungo le mie guance.

"Ascoltarti, salvare la tua famiglia... queste cose riporteranno in vita la mia famiglia? I miei fratelli?!" Urla.

"Non è colpa mia se i tuoi fratelli sono morti! Stiamo parlando del Signore Oscuro, lui ti ucciderà senza problemi quando non gli servirai più"

"In tal caso morirò felice, perché tu sarai rimasta sola, senza nessuno e solo grazie a me. Poi il Signore Oscuro mi sarà grato!"
Si allontana e va verso la porta. Cerco di correre per evitare che si chiuda ma la catena è troppo corta.
Lancio un urlo straziante in preda al terrore. Devo uscire da qui il prima possibile.

SIRIUS'S POV

Prendo la sciarpa di Grifondoro, le caramelle tutti i gusti+1 e una foto che ritrae noi malandrini. È la foto che preferisco in assoluto. Io e James siamo appoggiati al tronco dell'albero che si trova nel giardino di Hogwarts, vicino al lago. Peter e Remus sono seduti per terra, entrambi con la schiena appoggiata all'albero.
Il braccio di James circonda le mie spalle e entrambi abbiamo i capelli spettinati. La differenza è che io avendoli più lunghi avevo metà faccia coperta dai miei ricci indomabili.

Sorrido pensando a quando con un incantesimo Remus me li ha fatti diventare lisci. Mancava soltanto un po' di unto e sarei stato identico a Mocciosus.
Bleah.

Metto tutto nella scatola e metto il coperchio.
"Sei sicuro che funzionerà?" Dice Peter.

"No, per niente. Però voglio tentare. Lily ha risposto alla tua lettera?" Chiedo a Remus.

Fa cenno di no con la testa. Strano, non è da lei. La lettera l'abbiamo spedita ieri e lei ha avuto tutto il tempo di rispondere.
Vabbè, ormai è troppo tardi.

Ci prendiamo per mano e ci smaterializziamo dentro la camera di James. Lui non c'è però sento dei passi su per le scale.
La porta della sua stanza si apre e lo vediamo sulla soglia.

"Aspetta" con un movimento di bacchetta lo faccio entrare nella stanza e chiudo la porta. Poi silenzio la stanza nel caso lui si mettesse a urlare.
"Siamo tuoi amici. Lo so che non te lo ricordi, ma credimi. Ho qui delle prove" dico muovendo la scatola per fargli sentire che dentro c'è qualcosa.

"Non volete farmi del male?" Chiede preoccupato.

"No, non so perché tu o tuo padre pensiate che siamo stati noi, ma siamo i tuoi migliori amici non ti faremmo mai del male"

"Perché hai bloccato la porta?"

"Perché non voglio che tu te ne vada. Quando avremo finito ti giuro che apriremo la porta e ce ne andremo, se questo è ciò che vorrai"

Mi siedo sul letto e tocco il materasso accanto a me. James si stacca dal muro e si siede accanto a me, tenendo una certa distanza di sicurezza. Mi fa male vederlo così distaccato, ma non posso arrabbiarmi con lui per questo.
Apro la scatola e tiro fuori la sciarpa di grifondoro sperando che vederla possa fargli tornare in mente qualcosa.
Se ciò non funzionasse non saprei più che cosa fare.

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Lo so che il capitolo è corto, ma sono a Dublino in college per una vacanza studio e non ho molto tempo per scrivere perciò abbiate pazienza😊

Spero vi piaccia, commentate e lasciate un Like!

Ah, un paio di ragazze mi hanno scritto se possono seguirmi su Instagram o Snapchat.
Certo che potete, dovrei aver scritto tutto sul mio profilo ma lo riscrivo qui per sicurezza.
Ho anche ask, Twitter e musical.ly ma non li uso per niente ahahah

Instagram: giuli.cassella
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Snapchat: cassy_giulietta

Voi dove siete di bello?
E come siete messi con i compiti? Io malissimo😬😖😂❤️

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