[CAPITOLO 29: è proprio questo che non capisco]

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"Stai meglio?" Mi chiede Alice.

Mi siedo sulla poltrona in salotto, guardando Alice e Marlene sedute sul divano davanti a me.
Stringo forte il bicchiere di aranciata nella mia mano pensando bene alla risposta.

"Fisicamente sto bene. Mentalmente e emotivamente sono esausta"

"E per la storia di James? Cosa pensi della sua perdita di memoria?"

Sospiro e prendo un sorso di aranciata. "Non so cosa pensare perché sinceramente evito di pensarci troppo. Di pensare all'eventualità che la sua memoria possa non tornare mai più"

"Ma non puoi rimanere ferma ad aspettare che gli torni la memoria, devi andare avanti" dice Alice.

"Che cosa intendi?"

"Dico che siamo a fine agosto e tra poco incominceranno le lezioni per diventare Auror, cosa vuoi fare? Non andare alle lezioni e perderti un anno?"

"Non voglio... non voglio costruirmi una vita senza James, non posso farlo"

"Ma questa è la tua vita, la memoria potrebbe tornargli tra anni o non tornare mai. Lo so che è brutto da dire, ma devi pensare alla peggiore situazione possibile e riuscire ad affrontarla così la situazione potrebbe soltanto migliorare. Capisci cosa sto dicendo?"

"Si ma se la sua memoria ritornasse? Si arrabbierebbe perché l'abbiamo abbandonato"

"Non devi abbandonarlo, ma non devi neanche distruggere il tuo sogno di diventare un Auror per una storia che forse non ha futuro"

"Anche lui sognava di diventare un Auror" dico mentre le lacrime mi bagnano le guance. Non stiamo realmente parlando di questo, di questa possibilità. "Non è giusto cazzo! Avevamo già programmato tutto. Tutto!" Inizio a singhiozzare. "Non posso credere che l'ultimo ricordo che ha di me sia un litigio. Quando pensava lo stessi tradendo con Sirius credevo che quella fosse la peggior situazione possibile, ma tutto questo: il rapimento, la tortura, la perdita di memoria... non posso credere che stia davvero succedendo a noi"

Le ragazze non sapendo cosa dire si alzano, mi raggiungono e si inginocchiano ai miei piedi accarezzandomi le mani che tengo in grembo. Per quanto apprezzi la loro presenza, nessuna delle due riesce a colmare il vuoto dell'assenza di James.

***
La mattina seguente mi alzo alle relativamente presto e decido di farmi una doccia.

Mi guardo allo specchio e rimango impressionata dai miei occhi rossi e gonfi dovuti al lungo piango di ieri. Per fortuna non c'erano ne i miei genitori, ne mia sorella.

Entro in doccia e ci rimango davvero per tanto tempo.
Quando esco le dita delle mie mani sono totalmente raggrinzite.

Mentre prendo il phon mi guardo allo specchio di nuovo. La doccia calda mi ha giovato parecchio, sono più rilassata e il gonfiore degli occhi è quasi del tutto scomparso.
Poi noto una cosa.

"Oddio, no no no no" inizio a guardarmi in giro freneticamente. Osservo nella doccia, tra le coperte del letto, sotto di esso, in salotto e in tutta casa. Controllo pure i vestiti che indossavo eri, ma niente. La collana sembra scomparsa.

Prendo la bacchetta e in un ultimo disperato tentativo esclamo "Accio collana!"

Aspetto qualche secondo e poi ripeto l'incantesimo altre due volte.
Ma la collana non c'è, non è neanche a casa altrimenti l'incantesimo avrebbe funzionato.

Decido di vestirmi e di andare al San Mungo. Sicuramente non la troverò per terra, però qualche infermiera potrebbe averla vista e messa tra gli oggetti sperduti. In ogni caso posso sempre provare a fare di nuovo l'incantesimo di appello in ospedale.

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