Capitolo 6

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KENDALL'S POV

Ho invitato i miei amici a casa, Skai è già arrivata e Adam mi ha scritto che avrebbe ritardato dieci minuti.
"Come va?" Mi chiede la mia amica sedendosi sul letto.
"Bene"
"Non credo sia vero"
"Si invece"
"Ti conosco troppo bene,Kendall"
"È che.. Vorrei dirglielo ma non so che reazione potrebbe avere"
"Adam?"
"Si, chi altro se no"
"Effettivamente parliamo solo di questo per ora"
"Cambiamo discorso Skai, volevo dirti che mia sorella Sophia adesso è diventata molto amica con Tyler dopo che l'ha conosciuto quest'estate"
"Davvero? Vorrei conoscerlo, ma lui ha 17 anni e io 14, mi sembra al quanto improbabile"
"Se vuoi chiamo Sophia per farci raccontare qualcosa"
"Si grazie" mi risponde entusiasta.
Esco dalla stanza e vado in camera di mia sorella per vedere se è la, ma niente, non la trovo nemmeno in cucina e non ci sono nemmeno i miei genitori; sono spariti tutti magicamente.
Ritorno in camera mia e dico a Skai che è uscita, non voglio che sappia che non trovo più nemmeno i miei genitori, si preoccuperebbe.
Sento squillare il cellulare e vedo che è Adam, sarà arrivato, o almeno lo spero.
"È Adam" dico con un nodo in gola.
"Rispondi, che aspetti?" Chiede Skai ironicamente.
"Pronto?"
"Kendy, vieni ad aprimi?"
Adoro quando mi chiama Kendy, è molto dolce da parte sua.
"Si" gli rispondo e attacco, mi dirigo alla porta e lo trovo davanti a me con un sorriso enorme.
"Hei" dice entrando e lasciandomi un piccolo bacio sulla guancia.
Mi tremano già le gambe e sembra che il cuore voglia uscire dal mio petto.
"Ciao" riesco a dire ma esce più come un mugolio, sembra quasi che non abbia più voce.
Entriamo in camera mia e Skai lo saluta, devo trovare il coraggio di dirgli che mi piace.
Ma non lo trovo.
"Vado in bagno" dice Adam ed io annuisco.
"Diglielo" dice Skai socchiudendo la porta.
"Cosa?"
"Che ti piace!"
"No, mai"
"Dovresti"
"Non lo dirò mai ad Adam"
"Dirmi cosa?" Mi giro di scatto e lo vedo davanti la porta.
Oh no.
"Allora?" Aggrotta un sopracciglio e io non so cosa dire.
"Nulla, cose da ragazze" improvviso qualcosa Perchè non so cosa dire e spero se la beva se no sono veramente nei guai.
"E perchè non dovrei saperla?"
"Oh guarda si è fatto veramente tardi, io andrei a casa" dice Skai dirigendosi alla porta e io le lancio un'occhiataccia.
Adam non la degna nemmeno di uno sguardo e continua a fissare me aspettando che dica qualcosa.
"Kendall?"
"E va bene, te lo dirò" dico rassegnata.

SOPHIA'S POV

Quando ho ricevuto il messaggio di Jordan ho deciso di ignorarlo, ma adesso sono decisa a leggerlo.
«Ciao Sophi, come va? Mi manchi tanto.
Boston è bella ma le mie giornate non sono piene senza di te, spero che ci rincontreremo presto.
Ti amo.
-Jordan»
Rimango a bocca aperta e mi bruciano gli occhi, mi scende una lacrima, poi un'altra ancora e poco dopo il mio viso è rigato dal pianto, penso sia per la nostalgia.
Mi manca tanto anche lui.
Ma è un po' diverso adesso, penso sia una mancanza per abitudine, non perchè penso ogni minuto a noi due, abbiamo passato dei bei momenti insieme, ma è tutto finito nonostante penso di amarlo ancora.
È difficile dimenticare, e non ho nemmeno intenzione di farlo.
Decido di rispondere:
«Jordan, mi manchi tanto anche tu, spero ci rivedremo presto.
Ti amo.»
È strano dirci ti amo per messaggio, odiavamo queste cose, preferivamo parlarci in faccia, ed è ancora più strano non stare più insieme.
Premo il pulsante d'invio e mi sdraio sul letto, ripensando a tutti i bei momenti passati insieme, a tutte le serate sul divano di casa mia a mangiare pop-corn e guardare i film, quando mi accarezzava i capelli e mi diceva che gli ricordavano le rose, perchè morbidi e rossi. Amavo specchiarmi nei suoi occhi azzurri-verdi, talmente chiari e trasparenti che potevi leggerci dentro, si capiva quando era arrabbiato o quando rimaneva fermo a guardami senza battere ciglio. Amavo coricarmi su di lui e leggere insieme qualche libro, parlare tutta la notte al telefono, quando si ingelosiva anche del fattorino della pizza che mi chiedeva il numero ed io rifiutavo per non farlo arrabbiare.
E poi c'erano quelle giornate in cui non facevamo proprio nulla, stavamo sotto le coperte abbracciandoci a vicenda, ridevamo e parlavamo, ma nulla d'importante, stavamo l'intero pomeriggio a coccolarci, e queste erano le giornate più belle, quelle in cui capisci quanto ami una persona, da stare con lui senza fare nulla, guardandosi in faccia e abbracciandosi.
Ricordo ancora il nostro primo bacio, avevo quattordici anni e ci conoscevamo da due settimane circa, all'inizio eravamo ottimi amici ma poi mi ha dichiarato di essersi innamorato di me e allora anch'io ho iniziato a provare qualcosa per lui. Mi ha baciato nella palestra della mia scuola al ballo di fine anno del mio primo anno di liceo, e durante quel bacio mi sono innamorata di lui. Mi è sempre stato vicino, quell'anno ho anche avuto dei problemi familiari che riguardavano Edward e mi ha aiutato a superare al meglio la faccenda, anche se non si può dimenticare una cosa del genere.
Lui aveva due anni in più di me, e questo non mi ha mai creato problemi poiché frequentavamo lo stesso liceo, ma quest'anno è cambiato tutto, sapevamo che lui sarebbe dovuto andare all'università, ma non mi aspettavo andasse a Boston.
Lui non voleva partire, voleva rimanere a Washington, con i suoi amici e beh, con me. Ma i suoi genitori lo hanno obbligato, e ne sono felice, Jordan è molto intelligente e con un buon College farà sicuramente carriera nel mondo della medicina.
Metto il pigiama e mi sdraio di nuovo sul letto, ripensando ai miei anni di liceo passati con Jordan, mi manca davvero troppo.

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