BAD GIRLS vs BAD BOYS: una classe di ragazze pericolose

EPILOGO

Vi invito a leggere l'angolo autrice in basso, a dopo.

Roberta's POV

Guardo la stanza bianca dove in questi giorni Desmon è rimasto ricoverato per riprendersi: non mi sembra ancora vero che oggi finalmente torna a casa. 
Sono così euforica. 
Vederlo in questo letto d'ospedale è stata dura, se io non avessi avuto un passato difficile Desmon non avrebbe passato tutto questo ma lui è stato forte e non ha accennato a lasciare il mio fianco: neanche quando era in coma mi ha abbandonato. 
Mi ha raccontato che sentiva la mia presenza, tutto quello che dicevo lui lo sentiva, sentiva la mia sofferenza e questo l'ha spinto a ritornare da me.

-Desmon da pianeta terra chiama Roberta su pianeta Plutone, mi ricevi? Forse il segnale è scarso- Desmon mi risveglia dai miei pensieri scuotendomi leggermente dalle spalle.

-Ci sono, ti ricevo. Che hai detto?- dico sistemando il suo pigiama nel borsone che ho portato questa mattina. 

-Vedo come mi ricevi. Ti ho domandato cosa indosserai questa sera per il compleanno di Helena, ma tu eri impegnata in altro. Fantasticavi forse sui miei muscoli meravigliosi? O sul tuo abito da sposa? O forse sul mio ucc....- gli tappo la bocca con una mano: mi ha fatto fare già tantissime figuracce da quando si è svegliato, e tutto per colpa della sua boccaccia che parla come se non ci fosse un domani.  

-Non ti azzardare a continuare- dico minacciosa e lui annuisce leccando la mia mano: io la ritiro schifata.

-Si, decisamente una bella vita di coppia si prospetta- dice chiudendo la cerniera del borsone. Quando è completamente sigillato si mette il giubbotto e fa per prendere il suo bagaglio ma lo blocco subito prendendolo io stessa. 

-Lascialo portare a me, hai sentito il medico?- domando sollevando il suo "tesoro": diavolo quanto pesa, cosa ci ha hanno messo dentro?
Sassi?
Era un ricovero di dieci giorni, mica di tre mesi. 

-Ha detto che non posso fare sforzi, non che non posso portare un borsone- mi dice vedendomi in difficoltà e con gentilezza allunga la mano per prendere il suo borsone ma io lo schiaffeggio e faccio di no con la testa.

-Sei completamente fuori strada, ciccio. Se volevi portarlo tu, seguivi le direttive del medico è uscivi su una sedia a rotelle. Ma tu vuoi fare il maschio grande della situazione- dico fischiettando tranquillamente e faccio strada verso l'ingresso.
Il medico gli ha prescritto altri dieci giorni di assoluto riposo, senza troppi sforzi o altro.

-Parla quella che ha messo la sua salute in secondo posto per me. Avevi perso cinque chili, te ne rendi conto? Fortuna che ora hai recuperato tutto alla grande, anche se, sembra proprio che manchino circa un quattrocento grammi per ritornare al tuo peso effettivo- dice lui mettendo un braccio intorno alla mia vita e, con movimenti lesti, entra la mano sotto la maglietta per strizzare un po' di pancia.  

-In realtà ho preso cento grammi in più rispetto al mio peso precedente- dico seria ripensando a tutto quello che ho mangiato fino ad ora: so che molti mi odiano per lo schifo che ho fatto, ma era necessario per raggiungere il mio peso forma.

-No, ne mancano qui altri seicento di grammi, fidati di me. So il tuo corpo alla perfezione. Arrivederci a tutti, è stato bello stare con voi, ma ora ritorno a casa!- dice urlando la parte finale agli infermieri e ai medici del reparto che si sono occupati di lui.
Seicento?
Aumenta a poco a poco?
Mi vuole per caso grassa?
Non glielo domando solo perché sono sicura che si aprirà un discorso enorme su questo argomento, e poi dovrei dirgli che ho mangiato anche il suo croissant alla marmellata di mirtilli: una specialità di casa Dark che si prepara solo in rare occasioni (cioè il mio compleanno).
Una specialità che quest'anno è finita tutta nel mio stomaco: erano nove cornetti, ed io me ne sono divorata sei: non sono tanto grandi come croissant, quindi sono entrati alla perfezione nel mio stomaco, accompagnati poi da un cappuccino schiumato con spolverata di cacao, è stata la loro morte perfetta.