Tredici

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Clarissa ascoltava la musica facendo avanti e indietro lungo le stradine di ghiaia di un parco della ben più piccola rispetto a Manchester cittadina di Carrington, dove si trovava in centro di allenamento del Manchester United. Matteo le aveva chiesto se avesse voglia di fare due passi in quelle zone, per cambiare un po' ambienti e farle conoscere qualche posto nuovo. Alla ragazza l'idea era piaciuta molto così come il fatto di aspettarlo in zona e non direttamente al suo centro di allenamento. In quel momento era un po' nervosa poichè, essendo ovviamente una zona molto frequentata da tifosi dei Reds, temeva che qualcuno, vedendola con Matteo, avrebbe potuto pensare che fosse la "ragazza del nuovo giocatore" o chissà cos'altro. In ogni caso, anche Matteo sicuramente lo aveva pensato e, se aveva deciso di farla venire lì comunque, era perchè aveva riflettuto bene su ciò che poteva accadere e lui ne sapeva naturalmente più di lei per cui poteva fidarsi. Non l'avrebbe mai esposta a rischi.
Rincuorata dalla nuova riflessione su quegli aspetti, cercò di mantenere la calma sedendosi, ma sembrava proprio non essere destino la tranquillità per Clarissa quel giorno. Vide, infatti, qualcosa che la turbò e non poco. Quell'uomo che era stato al bar qualche giorno prima e che l'aveva tanto resa irrequieta, aveva appena smesso di fissarla per poi girarsi e sparire fra gli alberi del parco.
Il cuore della ragazza iniziò a battere forte e si alzò di scatto con la gambe che si muovevano da sole. Iniziò a camminare veloce scacciando la paura che quella figura aveva saputo metterle e nemmeno sapeva come. Senza accorgersene, andò a sbattere contro qualcuno.

- Scusi... - fece la ragazza per poi guardare la persona che aveva urtato.

Era un ragazzo e aveva il sorriso di Matteo, era proprio il suo amico. Lui la vide scossa e la afferrò per le braccia. - Clar, ti cercavo... - fece. - Che ti succede? - domandò allarmato dopo averla guardata negli occhi.

Mentire con quello sguardo terrorizzato era impossibile perciò cercò di respirare e poi rispose. - Mi sono solo presa uno spavento. - forzò un sorriso.

Ancora una volta Matteo sentiva che la ragazza non le stava dicendo tutto ma passò oltre. La abbracciò e anche le braccia della ragazza strinsero la sua schiena. - Va tutto bene, stai tranquilla. - sorrise il ragazzo cercando di essere quanto più incoraggiante possibile. Poi si scosto leggermente da Clarissa che era letteralmente aggrappata a lui come attanagliata dalla paura e le diede un bacio sulla fronte, per poi scostarle le ciocche di capelli che le erano finite sulla fronte.

Le emozioni che si susseguirono nel corpo di lei furono talmente indescrivibili che annullarono lo spavento che si era presa prima a causa di quella persona che la sua mente vedeva come una minaccia nonostante non le avesse fatto niente di particolare. - Grazie. - disse a Matteo per poi stringerlo ancora una volta forte e staccarsi sistemadosi ancora un po' i capelli spettinati.

Il ragazzo sorrise in risposta.
Si guardarono negli occhi per qualche istante l'una di fronte all'altro, furono secondi di imbarazzo, finchè Matteo non riprese la parola.

- C'è una zona pedonale molto bella a cinque minuti da qui, ti va di andarci? - propose.

La ragazza la trovò un'ottima idea. - Certo! - rispose, poi si mise a camminare accanto al ragazzo con le mani in tasca.

Clarissa continuava a guardarsi timorosamente intorno, aveva la sensazione di essere seguita e aveva continuamente bisogno di controllare che in giro non ci fosse ciò di cui aveva paura. Matteo interpretò la sua irrequietezza con paura di essere vista accanto a lui, così cercò di tranquillizzarla, a suo modo.
Il ragazzo si fece coraggio e infilò una mano nella tasca della felpa di lei, il braccio gli tremava ed era titubante per quello che stava facendo. Afferrò piano le dita della ragazza e lei sorrise mentre una strana ma bellissima sensazione le scaldava il cuore. Spostò piano dalla propria tasca la mano unita a quella di Matteo e i loro sguardi si incontrarono. Entrambi sorrisero per poi camminare tenendosi la mano.

- Ascolta... - fece ad un certo punto il ragazzo, mentre gli scappava una risata. - La tua collega, Isabelle, è fidanzata? - domandò.

A Clarissa prese un colpo, cosa importava a lui di Isabelle? - A quanto ne so io, no... - rispose con un groppo in gola. - Perchè? - chiese poi.

Matteo rise. - Non è per me, stai tranquilla. - fece perchè non fraintendesse, senza sapere che lei stessa l'aveva presa male per altri motivi.

La ragazza si tranquillizzò davvero e provò ad essere normale. - E allora a cosa stai pensando? -

- A niente in particolare, solo che avrei un compagno di squadra particolarmente incline a fare scherzi a causa della sua noia. - Matteo rise, pensando sia al fatto che avrebbe reso Luke un pochino più vulnerabile, sia che gli avrebbe fatto piacere.

Clarissa pensò che a Isabelle non avrebbe fatto male conoscere un ragazzo simpatico come Matteo dipingeva il compagno di squadra. - Direi che è un ottima idea. - affermò lei sorridendo in maniera strana e ricambiata da Matteo.

Life for rent - Matteo DarmianDove le storie prendono vita. Scoprilo ora