Diciassette

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Quel giorno lavorare a Clarissa risultava particolarmente difficile, non riusciva a concentrarsi in nessuna delle cose che faceva e si muoveva solo grazie all'automatismo acquisito nel tempo di lavoro quotidiano al bar.
Era iniziato il campionato inglese e nel locale i clienti seduti ai tavoli osservavano con attenzione la partita d'esordio stagionale del Manchester United trasmessa in televisione. Matteo era titolare e Clarissa lo aveva seguito spostarsi sul campo dal primo pallone che aveva toccato. Non mancava una volta in cui alzava la testa al nome del ragazzo pronunciato dal telecronista, la grande partita del nuovo terzino italiano acquistato dal Torino non faceva che aumentare gli elogi che commentatori televisivi e spettatori della partita al bar gli riservavano di tanto in tanto.
La ragazza tenne per sè il senso di fierezza e orgoglio che provava nei confronti del suo amico. Meritava il successo sportivo per la grande persona che era, se pensava a lui le spuntava solamente il sorriso per tutti i momenti trascorsi assieme e una segreta gratitudine per il ricordo fresco di qualche sera prima, quando era stata consolata da lui dopo l'incubo che aveva avuto.
Non era nuova a quel tipo di sogni, risultato di un'inquietudine mentale continua e di una paura con cui ormai aveva imparato a convivere. Spesso la notte si svegliava in preda a delle forti crisi di pianto e rimaneva seduta sul suo letto fino a che il cuore non cessasse di battere così forte e la sua mente realizzasse che stesse andando tutto bene. Trovare un amico da abbracciare e una figura così fidata e rassicurante come la sua accanto a sè in uno di quei momenti era una cosa che non aveva mai provato, aveva sempre affrontato tutto da sola e che lui fosse lì era stato bellissimo.
Sentì ad un certo punto pronunciare ripetutamente il cognome di Matteo dalla voce che proveniva dalla tv. Alzò in un istante gli occhi e vide che, proprio lui, aveva segnato. Seguì la sua corsa per esultare fino a che non si avvicinò sempre di più all'inquadratura, fece una "C" con una mano e mandò un bacio verso la telecamera. Se un sorriso impossibile da contenere si era aperto sul viso di Clarissa nel momento in cui quel pallone era entrato nella rete, il suo cuore perse un battito alla vista di quel gesto, appoggiò le mani al bancone e con altrettanta emozione fissò ogni replay del gol che veniva trasmesso da ogni angolazione, ma si sentì ancora di più mancare quando fecero rivedere l'esultanza e la sua dedica. Il suo cuore batteva forte e la vista era offuscata tutto intorno al televisore, in quel momento c'era solo lui e quel gesto bellissimo nei suoi confronti.
Naturalmente le immagini si riprodussero nella sua mente ancora per diverso tempo. Al termine del match proprio l'autore del gol fu intervistato e lei, per la seconda volta quel giorno, si incantò davanti allo schermo.
Matteo parlò di quanto fosse importante iniziare bene la stagione vincendo e, alla domanda specifica dell'intervistatore a proposito della dedica del gol, a Clarissa salì il cuore in gola e Matteo rispose che lo doveva ad una persona che negli ultimi tempi stava diventando davvero speciale nella sua vita e che sperava avesse apprezzato.
Quel continuo di giornata prometteva benissimo e la ragazza finalmente si concentrò sul suo lavoro con un sorriso migliore del solito.

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Comiciava a fare buio e Clarissa stava spegnendo le luci del bar poiché quel giorno la chiusura toccava a lei, Isabelle era tornata a casa circa un quarto d'ora prima. Mentre chiudeva la porta a chiave e stava per tirare giù la serranda, vide esattamente di fronte a sè Matteo che le sorrideva, aspettandola appoggiato alla sua macchina.
Non appena lo riconobbe, si girò e si diresse verso di lui saltandogli letteralmente al collo mentre il ragazzo ricambiava l'abbraccio ridendo.

- Direi che ti è piaciuto il piccolo regalo... - iniziò Matteo.

- Se mi è piaciuto?! - ripetè lei. - E poi non era piccolo... è stato qualcosa di... - cercava di formulare una frase senza trovare mai il termine adatto. - ...fantastico. - terminò poi, mentre parlava ancora emozionata. - Ti amo troppo. - pronunciarono poi le sue labbra. La ragazza rimase pietrificata da quelle parole uscite da chissa qualche meandro del proprio cuore. Cercò di balbettare qualcos'altro, ma non fu niente di abbastanza sensato da interrompere quello che Matteo stava invece dicendo.

Si era staccato e la stava guardando a due centrimentri dal suo viso. - Anche io. - disse quasi in un sussurro, prima di unire le loro labbra in un bacio che fu totalmente diverso dal primo.

Mentre realizzavano quello che stava accadendo nessuno dei due sapeva fare altro che non fosse seguire il proprio cuore. Le mille raccomandazioni che Clarissa faceva a sè stessa sparite in un contatto che la fece sentire bene come aspettava da tutta la vita. Si sentiva quasi in paradiso e mai si sarebbe voluta staccare da quel ragazzo tanto gentile che aveva conosciuto per caso e in maniera stramba.
Forse da quel momento starebbe stato un problema spiegarsi a vicenda ogni cosa, ma, nel frattempo, c'erano solo loro due al mondo.

Life for rent - Matteo DarmianDove le storie prendono vita. Scoprilo ora