Quella sera a Manchester faceva davvero caldo e Clarissa si trovava fuori dal ristorante in cui era andata a cena fuori con Matteo, mentre lui era ancora dentro a pagare. Si sentiva un po' in colpa e aveva provato in tutti i modi a convincerlo di non farlo. Ovviamente era un calciatore di una squadra di Premier League, per lui non era niente pagare una cena ad un'amica e se lo poteva permettere, ma non voleva comunque sembrare una sfruttatrice, lei alla sua amicizia ci teneva davvero e non per motivi materiali.
Fissava il cielo da poco diventato scuro e osservava le poche stelle che le luci cittadine non oscuravano alla vista degli abitanti, quando sentì afferrarsi delicamente una mano. Sobbalzò, ma poi riconobbe Matteo e sorrise intrecciando le loro dita mentre le camminava fino ad arrivare al suo fianco. Alzò anche lui il naso verso il cielo.- Cosa guardi? - domandò. - Non si vede niente... - proseguì serenamente. La sua espressione diede veramente l'impressione a Clarissa che stesse pensando a cosa la ragazza ci trovasse in quel cielo poco limpido.
- Niente, così. - rise lei.
Lui si unì alla risata. - Andiamo? - chiese poi.
Clarissa annuì e sorrise, poi i due se avviarono verso la macchina di Matteo tenendosi per mano.
Nel buio del marciapiede illuminato solo dai lampioni, incontrarono una persona che andava nel senso opposto. Clarissa vi fissò lo sguardo e le parve che anche il viso di quella figura seguisse il suo. Una volta che tutti e tre furono arrivati tutti alla stessa altezza, quella persona parlò rivelando una voce maschile, quella voce maschile.La ragazza si sentì mancare, allentò la pressione e la stretta della mano dell'amico e si avvicinò istintivamente a lui, per sentirsi protetta. Aveva paura, tanta.
- Se andate in direzione della zona pedonale, la via principale è chiusa. - li avvertì. - Io vengo da lì, c'è una manifestazione. - aggiunse, come per provare la credibilità dell'informazione che stava dando loro.
Matteo assunse l'espressione di chi riflette. - E ora a casa come ci vado? - domandò più a sè stesso che alle altre due persone presenti.
Clarissa si riscosse e si sentì sollevata al sentire la voce del ragazzo, ricordandosi forse della sia presenza, stringendo di più la sua mano con la consapevolezza che, insieme a lui, quella figura che quasi la perseguitava non le avrebbe potuto fare niente di male: lui l'avrebbe protetta. Avrebbe voluto avvertire Matteo che con quell'uomo era meglio non parlare, avrebbe voluto dirgli che voleva andarsene da quel luogo in quel momento stesso, avrebbe voluto solo scappare. Ma allo stesso tempo non sapeva se parlargli di quello che le stava accadendo, pensava che avrebbe potuto credere che potessero essere solo sue fissazioni, che non sarebbe riuscita a rendere bene l'idea di come si sentiva.
L'uomo rise e Clarissa tremò. - Trovi una soluzione alternativa... - scherzò lui.
Matteo stette allo scherzo ridendo, poi salutò l'uomo ringraziandolo.
I due ragazzi ripresero a camminare nella propria direzione e l'uomo anche. Clarissa voltò la testa indietro, senza riuscire a staccare gli occhi dall'uomo. Quest'ultimo all'improvviso fece lo stesso, incontrando gli occhi impauriti di lei. Le fece un occhiolino con un sorriso sbieco, per poi proseguire il proprio cammino.
Clarissa si fermò all'improvviso, atterrita. Matteo fu costretto a fare un passo indietro.- Clar, che succede? - le domandò.
Lei ingoiò la saliva e si mostrò quanto più possibile normale. - Niente, avevo visto una cosa... - gli sorrise.
Tornarono a camminare fino alla macchina di lui, sulla quale salirono per poi andare verso casa di Clarissa.
- Come fai a tornare a casa? - gli chiese lei.
- Faccio il giro lungo o aspetto che la manifestazione finisca. - rispose il ragazzo.
Clarissa riflettè. - Se vuoi, puoi aspettare da me che finisca... - propose. - Guardiamo un film, magari. - continuò.
- Se tu non vuoi andare a dormire prima che finisca e non disturbo... - ribattè lui.
- Assolutamente no! - gli assicurò sorridendo.
Clarissa aveva agito secondo l'educazione ma era estremamente imbarazzata, casa sua era piccola e modesta, assolutamente niente di speciale. Sperava che Matteo non ci facesse molto caso. Arrivarono e salì le scale con lui al seguito.
Il ragazzo non mostrò nessun giudizio negativo sul luogo, anzi, disse che era carina e nel suo stile. Lei sorrise e lo fece mettere a suo agio, per poi scegliere il film insieme.
Clarissa forse lo trovò particolamermente noioso poiché si addormentò mentre si appoggiava nel sonno alla spalla di lui. Matteo sorrise e si sentì stranamente bene, fece passare il braccio attorno alla spalla di lei e si girò un po' sul divano per far stare più comodi entrambi. Guardava relativamente il film, preferiva osservare il viso tranquillo di lei che gli dormiva addosso e spostarle piano con le dita alcune sue ciocche di capelli.
Stava per abbandonarsi alla stanchezza anche lui, quando sentì la ragazza alzarsi di scatto, mettendosi seduta con le mani sul viso mentre piangeva disperatamente.
Si alzò anche lui e si spostò più vicino a Clarissa sul divano.- Ehi, stai tranquilla. Era solo un brutto sogno. - cercò lui di tranquillizzarla mentre le metteva anche una mano sulla schiena, avendo capito cosa probabilmente era successo. Ma lei era inconsolabile e piangeva sempre più forte.
Clarissa era attanagliata dalla paura, aveva sognato mille volte il viso di quell'uomo attorno a sè e il fatto di non poter confidare tutto ciò che aveva passato nella sua vita a Matteo la straziava.
Il ragazzo si limitò ad abbracciarla forte, mentre lei posizionava il viso sul suo petto stringendolo con energia, quai aggrappandosi a lui nella disperazione totale.
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Life for rent - Matteo Darmian
Hayran KurguPrima storia su Matteo Darmian pubblicata su Wattpad. Matteo Darmian è un calciatore italiano molto promettente che decide di lasciare il Torino per il grande calcio, destinazione Manchester, per giocare con lo United e dare una svolta alla sua car...