TERZO CAPITOLO

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E' giovedì mattina ed io vorrei dormire fino a lunedì.
Nei giorni passati ho visto poco e niente Liam che era sempre appiccicato a Victoria dimostrandosi, quindi, un gran coglione. D'altro canto io, però, ero sempre appiccicata a Mark.

L'ultima lezione, quella di storia, v a gonfie vele dato che per la maggior parte del tempo i ragazzi parlano di una certa partita di football che faranno sabato pomeriggio e noi ragazze organizziamo un pomeriggio tranquillo dato che la sera andremo in uno dei locali più belli di Seattle.
Il restante del tempo lo abbiamo trascorso a convincere Jessica ad essere leggermente... ecco, come dire, meno stronza con Matt, sì.
Quindi in sintesi la lezione ha portato molti frutti.



Mi affretto a prepararmi perché Mark è piuttosto puntuale e se ha detto che passa a prendermi per le 19:00, devo essere almeno pronta per le 19:15.
Abbiamo deciso di cenare in camera sua perché Sam stasera ha un appuntamento con una certa Denise. Me ne aveva parlato ma francamente non pensavo che ci sarebbe davvero uscito dato che lei sembra uscita da un cartone animato. Ma poi ripenso a Sam... è quella giusta per lui.

Dato che quindi staremo in camera, ho solo legato i capelli in un codino, indossato dei Jeans bianchi, un top blu -perché, se nel caso non si fosse capito, io amo i top- e dei stivaletti blu presi in prestito da Jane... ok, lei non lo sa. Ma so che me li presterebbe, quindi in teoria è come se ne fosse consapevole del prestito.

Esco dal dormitorio sorprendentemente in anticipo e il vento fresco di settembre mi solletica la pelle creando dei piccoli ma piacevoli brividi lungo tutta la schiena.
Sarà pazza, ma non vedo l'ora di vedere temporali e neve. Adoro il periodo invernale ed odio dover sentire caldo.

"D'accordo. Vaffanculo" riconosco immediatamente la voce di Liam. Se ne sta lì incazzato, portandosi le mani alla testa in un gesto assolutamente teatrale ed io vorrei solo aiutarlo.
Sferra un calcio ad una pietra e si siede sul piccolo marciapiede con la testa china.
Mi avvicino timorosa e senza sapere esattamente cosa voler dire, ma vederlo così è un pugno al cuore.

 "Hey.." la mia voce appare esattamente come mi sento: incerta, ma ignoro questa sensazione e lo guardo. I suoi occhi incrociano i miei e io lo leggo, leggo nei suoi occhi che è distrutto. E allora mi domando perché fa quello che fa senza preoccuparsi mai delle conseguenze.

"Va tutto a puttane, Meredith. Quindi non è il momento delle tue prediche o di qualche tuo stupido consiglio" dice aspramente anche se non urla come mi sarei aspettata. Mi siedo accanto a lui non importandomene dell'insulto o dei pantaloni bianchi e di tutti i soldi spesi per comprarli. Oh povera me.

"Non fare lo stronzo. Non voglio darti nessun consiglio, ma se ti va di parlare... ti ascolto" mi fissa per quella che mi sembra un'eternità e temo di aver appena innescato una bomba che tra poco mi esploderà in faccia ma invece risponde "E' mio padre. Io.. io non so più come fare. Continua a ripetere che vuole incontrarmi ma ogni volta che gliene do l'opportuna, lui la butta nel cesso. E cazzo io mio sono rotto... le palle. Basta. Io neanche voglio instaurare un rapporto con lui. Sai quanto ho aspettato oggi?" inspira forte "Due ore e mezzo. Cazzo, Meredith. Due ore e mezzo.. Non una, ma due. E allora vaffanculo porca puttana" prende un sasso e lo lancia con molta forza contro il muro di fronte.
Ci metto qualche minuto per raccogliere tutti i pensieri. E' così... vulnerabile. Probabilmente ora potrei dire anche la cosa più piccola e crollerebbe. Ma non voglio che crolli, voglio solo che impari a mettere da parte il passato, come lui cerca di insegnarlo a me.
"Non ci riuscirai, noi siamo qui stronza." sussurrano nella mia testa. Zitti.

"Ti capisco, Liam. Ma devi anche capire che tuo padre è un uomo molto impegnato... magari se.." mi interrompe con uno sguardo fulminante, ma io continuo lo stesso "Magari puoi dirgli che se continua così non cambierà mai la situazione tra di voi e che oggi si è comportato da vero stronzo, forse capirà. Ma se ti comporti sempre come se dovessi andare in guerra" mi guarda ipnotizzato "se pretendi che nessuno non possa mai sbagliare e deludere le tue aspettative, non otterrai mai nulla" sospira e e sposta lo sguardo sui sassolini sotto i suoi piedi. Poggio una mano sulla sua spalla e il suo sguardo si addolcisce, non dice nulla ma mi abbraccia.
Non capirò mai davvero fino e in fondo questo ragazzo.
Sospiro al tocco delicato del suo petto contro il mio. Ho il cuore che va così veloce che quasi temo possa avvertirlo anche lui, ma sono sicura di non essere l'unica. Lo sento da come mi stringe, che anche lui prova lo stesso.

"Grazie, Meredith... e tu?" ed ecco una delle domande che più odio: quando mi si chiede come sto. Cazzo, se mi andasse di dirvelo ve lo direi, no?

 "Io cosa?" fingo di non capire anche quando mi guarda attentamente, scruta nei miei occhi qualcosa che non troverà mai. Sono morta e nessuno lo sa.

 "Come vanno le cose?" mi alzo pensando che ho fatto il mio dovere d'amica e ora posso risparmiare ai miei jeans bianchi quest'orrore e lui mi imita sgranchendosi le gambe.
Gli direi cosa mi passa per la testa, ma che senso avrebbe? Nessuno potrà mai capire, nessuno potrà mai sapere. Nessuno dovrà mai sapere.

"Non c'è niente da dire. Mi stanno tutti sulle palle, non mi interessa legarmi a nessuno, mi basta Mark e a volte mi avanza anche." mi interrompe il suono di un cellulare. E' il mio cellulare. Suona. Mark. Cazzo.

"Pronto?" chiedo a Liam un secondo facendogli segno con la mano "Certo, sto arrivando" e aggancio.

Era Mark, ovviamente, che mi chiedeva che fine avessi fatto.


"Devi andare, ho capito."Mi sorride e, inaspettatamente, mi riabbraccia. "Ho solo bisogno di questo" sussurra piano e credo che probabilmente non volesse dirlo davvero ad alta voce. O, almeno, preferisco pensarla così perché non saprei cosa rispondere.
Ed infatti, per evitare di dire qualcosa di sbagliato, mi limito ad abbracciarlo.

Anche stavolta avverto il mio cuore accelerare di mille battiti, quasi come un fuoco che mi incendia tutta ogniqualvolta che le sue dita o qualsiasi parte del suo corpo incontri la mia.
Sento di poter andare a fuoco davvero se continua ad abbracciarmi e so che è sbagliato. Che è maledettamente sbagliato.
Chiudo gli occhi, respiro, e poi mi allontano senza dire una parola, non ne abbiamo bisogno.


***
Dopo aver mangiato una quantità indefinita di cibo cinese, decidiamo che forse è arrivato il momento di smettere.
A Mark ho raccontato la verità. E cioè che mi ero fermata a parlare con Liam che, in quel momento, aveva un serio problema. Alle prime si è stranito ma so che si fida di me, e questo è un grande sollievo perché non farei mai nulla che possa ferirlo. Quindi sono decisa a volergli dimostrare tutta la serietà che voglio metterci nella nostra relazione, anche se di questo non ne abbiamo ancora parlato.
Scuoto il capo per mandare via quelle voci che mi tormentano da anni, anche adesso.

"Sei bellissima" lo dice quasi come se stesse pensano ad alta voce. Mi aggiusta una ciocca di capelli che ricade sugli occhi e poi ripone un leggero bacio agli angoli delle mie labbra, prima l'uno e poi l'altro, con un'infinita dolcezza. Probabilmente da quando ci frequentiamo questo è il momento più intimo che abbiamo mai avuto. Con lui sento che ogni cosa ha il suo tempo, e questo mi piace. Mi infonde sicurezza. Mi fa credere che posso sperare di poter cambiare, col tempo, con la pazienza. "Non cambierai mai", urlano.

Le mani di Mark mi afferrano salde, ma dolci, delicate, mi attirano a sè e quasi come se fosse un movimento inconsapevole, poggio il capo suo cuore.
Le sue mani tracciano cerchi indefiniti lungo la curva della mia schiena e se fossi solo un po' più audace mi volterei e lo assalirei di baci, di tutta la passione che ho dentro e che doso. Che cerco di tenere a bada in me, per non sentirmi morire quando andrà via da me.
Inalo il suo odore dolcissimo e riesco a sentire il suo battito man mano accelerarsi, in perfetta sincronia col mio. Tutto suo, solo suo.

"Tu mi fai impazzire" sussurra con le labbra premute sulla mia testa. Qualsiasi momento come questo, con lui, sento di non meritarlo. E' molto di più di quello che dovrebbe spettarmi. Mark è come un sole colmo di passione e dolcezza che sbuca improvvisamente in una giornata piovosa. Non te lo aspetti, quasi non sei pronto, ma poi ti da sollievo vedere quello spiraglio di luce che finalmente ti fa richiudere l'ombrello. Lui è un po' così, il mio spiraglio di luce che riesce a chiudere i miei demoni fuori da me stessa. Almeno fin quando sono con lui, tra le sue braccia e il suo odore dolcissimo. Ma ci sono volte, come questa, in cui loro fanno di tutto per poter entrare. Ed io devo lottare contro tutte le mie forze per non dare di matto, per non mostrargli quella parte di me. Per non urlare al vuoto di lasciarmi sola, di andare via e non distruggermi più, di non invadermi più.

Lo stringo forte "Non abbandonarmi mai, Mark. Ti prego" sussurro e lo stringo ancora più forte.
Prende il mio viso tra le mani e mi guarda con i suoi occhi verdi che urlano di fidarmi, di lasciarmi andare e di non aver paura.

"Non hai bisogno di chiedermelo, io sono qui per te, Meredith, qualsiasi cosa io faccia... è solo per te" poi mi bacia. Mi bacia come non l'ha mai fatto prima.
Non c'è niente di dolce in questo bacio, riesco ad assaporare tutti i suoi sentimenti, il suo cuore, il suo amore.
Ed io continuo a chiedermi cosa ho fatto di così buono per aver avuto la fortuna di aver incontrato la persona migliore dell'universo.

 Mi dona la pace anche quando dentro me i demoni si fanno la guerra.
Chiacchierate pure, piccoli mostri, ma per ora, adesso, in questo momento, esiste solo Mark.
Per adesso, ho vinto io.

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