Capitolo 7

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Mi sentivo come nel romanzo di Herbert George Wells nel "La macchina del tempo" catapulta nel passato a rivivere tutto come per la prima volta. Ritornare a quei ricordi mi faceva sentire strana come se ogni sensazione vissuta riattraversasse il mio corpo. Ogni vibrazione provata, gli odori inebrianti che riempivano i miei polmoni, come il suo profumo, apparivano quasi reali e non scaturite dalla mia mente.

"Mentre seguivo con lo sguardo mio padre allontanarsi, i miei occhi incrociano i suoi. Mi attendeva seduto ad un tavolo con un sorriso smagliante. Lo raggiungo decisa senza mostrare alcuna insicurezza quando in realtà c'erano almeno un paio di motivi che mi rendevano tale. Primo: una volta rivelato che non vi era nessun conto della lavanderia da presentare, dal suo punto di vista poteva sembrare che non avessi una valida ragione per averlo chiamato.  Secondo: cosa che a parer mio avevo sempre considerato stupido, era come una ragazza si comportava alla presenza di un uomo affascinante, e lui lo era notevolmente. Avevo compreso per la prima volta cosa significasse sentirsi intimidita nonostante indossasse un abbigliamento piuttosto anonimo: un pantalone color cachi e una camicia di lino bianca, a differenza di me che indossavo un abitino chiaro a fiori azzurri. Clara mi convinse a mettere per non sembrare sciatta, rinunciando così ai miei jeans e alla comodità. Si alza e gentilmente scosta la sedia per farmi accomodare per poi sedersi di fronte a me. Decido di andare subito al punto per far tacere definitivamente la mia coscienza.

< Se un ragazzo galante, di vecchio stampo... l'idea che mi ero fatta di te, in fondo era sbagliata, ci tenevo che lo sapessi. Ti ho chiamato per questo, non ho nessun conto da presentare... ma non mi hai dato il tempo di parlare ed ho colto l'occasione per chiederti scusa.>

Rimane in silenzio fissandomi a quel punto chiedo se c'è qualcosa che non va o se le mie parole lo abbiano in qualche modo offeso.

< No! Stavo solo notando che sei più carina senza il burrito addosso >

Abbasso gli occhi con il viso in fiamme.

< Grazie. Spero che tu non ce l'abbia ancora con me. >

< Assolutamente, al contrario, è un piacere constatare che ti sia ricreduta e che ti ricordi di me. >

< Ho tratto delle conclusioni troppo affrettate... ma non pensavo che Jessica mi avrebbe mentito, mi ha tenuta all'oscuro del suo tradimento. Se ti ho creato dei problemi e stato fatto inconsapevolmente. >

< Beh..problemi non me ne hai creati anche se in precedenza non è andata bene tra noi. Comunque, adesso che ci siamo chiariti, possiamo ordinare?>

< In realtà pensavo di dileguarmi e nascondermi nel luogo più remoto della terra! >

< No che non voglio che tu ti dilegui! Sembra quasi ti voglia liberare di me! >

In un certo senso era vero perché credevo che non avessimo più nulla da dirci e in fondo non lo conoscevo neanche. Non c'era nulla che mi tratteneva nel rimanere seduta con lui in quel bar. Arrivò la cameriera per prendere l'ordine e nel momento in cui si scambiarono sguardi e serrisi di complicità, come se si conoscessero da tempo, qualcosa di inusitato che non sapevo descrivere, pian piano si fece strada dentro di me facendomi cambiare idea, decidendo di rimanere. Volevo sapere di più sul suo conto, lo dovevo ad entrambi poiché il mio carattere impetuoso non ci aveva concesso di conoscerci meglio prima."

- Immagino che da lì iniziarono tuoni e fulmini!

- Anche se sembra che vi erano tutti i presupposti, non né avevamo la minima idea di quello che ci stava succedendo. Eravamo semplicemente lì, seduti a chiacchiere come due vecchi amici che non si vedevano da tempo.

"Lo ascoltavo attentamente cogliendone tutte le sfumature. Ogni parola si armonizzava perfettamente ad ogni suo semplice gesto delicato, i suoi modi pacati mi trasmettevano  tranquillità e fiducia anche quando l'argomento si spostava su discorsi decisamente più confidenziali che non sempre si esternano ad un primo appuntamento o a chi conosci solo sommariamente. Iniziò tutto con una semplice domanda che mi rivolse, il resto venne da se spontaneamente.

< Sei piuttosto lontana da casa, che ci fai qui ad Austin? >

<Sono in vacanza da mio padre.> 

< Genitori separati suppongo! >

Veniamo interrotti per qualche minuto dalla cameriera che ci porta l'ordinazione: i famosissimi french toast e due cinnamon roll accompagnati da una birra gelata per lui ed un bicchierone d'acqua ghiacciata per me. Mentre ne sorseggio un po', non posso fare a meno, ancora una volta, di notare come lo guarda. Prima di andarsene pronuncia il suo nome e quasi la volevo ringraziare per come inconsapevolmente, mi ha evitato da una possibile figuraccia. 

< Edward, se ha bisogno di qualcos'altro chiamami. >.

Mi sfuggì una risatina sia per l'evidente allusione di tipo sessuale a cui lui rispose con un sorriso sbieco senza proferire parola, e per la coincidenza dei nostri nomi. Entrambi portavamo gli stessi dei protagonisti del celebre film Pretty Woman. Non feci accenno a questo, piuttosto ero incuriosita per quell'insolita complicità. Di certo non doveva trattarsi della sua ragazza, - se mai ce ne fosse stata una - altrimenti non sarebbe stato tranquillamente seduto con me, tra l'altro, lei non mostrò nessun accenno di fastidio nei miei confronti essendo in sua compagnia. Ebbe inizio una serie di domande, inseguito tramutatesi in argomenti personali, incentratati sul suo stile di vita.

< Cos'è... una vecchia fiamma?! >

< Non ti facevo così arguta!> 

< Ci sono molte cose che non sai... comunque non è che avete lasciato molto spazio all'immaginazione! > 

< Non dirmi che sei una moralista?! > 

< Affatto... ce ne sono già abbastanza di falsi in giro. >

< Di questi non mi preoccuperei, piuttosto è quando essi con un "megafono" si pongono come modello ...di sicuro il bravo o la brava ragazza della porta accanto non esiste più... e al giorno d'oggi non vi è più nessuno da prendere a modello. > 

< Cavolo... Jessica ti ha proprio lasciato il segno! > 

< Al riguardo, beh... siamo arrivati agli stracci in faccia a causa della mia gelosia e del suo tradimento. Adesso posso dirti con certezza che ho smesso di cercare e/o pensare al mio ideale di donna ...colgo le cose così, come vengono, apprezzando ciò che può venirne fuori ...bada, non è leggerezza, ma un più profondo stato di consapevolezza. le cose non saranno mai come noi le vorremmo. Se solo gli specchi mostrassero i pensieri delle persone molte cose ci apparirebbero più chiare.> 

< Dalle tue risposte sembra che non hai interesse che vadano oltre a brevi relazioni. > 

< Sto solo generalizzando... ma spero sempre che nella massa ci sia un eccezione. > 

< Su questo non posso controbattere e spero anch'io di trovare un giorno colui che faccia l'eccezione, mi piace illudermi che ci siano ancora persone con un valore più grande e che non pensino solo con l'uccello. > 

< Diretta come una stilettata al cuore! > 

< Scusa per la battuta cafona. > 

< Per farti perdonare accetta di uscire con me, un vero primo appuntamento da amici. Nulla di complicato, un panino fuori, cinema ed infine una passeggiata e un gelato. >

Davanti a tanta sfrontatezza rimasi interdetta. Anche se non mostrava secondi fini, con che coraggio mi faceva un invito dopo tutto quel discorso? Certo era molto strano, nonostante tutto, dai suoi modi e come si esprimeva riusciva a mettermi a mio agio ed accettai senza farmelo ripetere una seconda volta."

Nessuno come luiWhere stories live. Discover now