Capitolo 5

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Capitolo 5

Lemie dita seguono il contorno il motto che corre lungo il mio avambraccio "Immer geradeus" ( Sempre diritto ) - ce lo eravamo tatuati entrambi. Il difficile è seguirlo quando le strade sembrano distorcersi come in un'allucinazione – Ma questo non impedisce alla mia mente di andare a ritroso nei ricordi di quella che era la mia vita dopo il primo trapianto, dove ho assaporato la gioia di vivere senza flebo, ossigeno e ricoveri. Avevo 17 anni e ritornare a respirare autonomamente non mi sembrava vero. Poter passare una giornata in barca con i miei amici, godermi le sere d'estate fino a tardi, correre senza affanno e vivere una storia d'amore come una qualsiasi adolescente. Tutto questo lo vidi come un regalo. Adesso mi trovo qui a raccontarmi ad uno specializzando della Medical Center di Houston in Texas. Ripensare a tutto mi rattrista un po' ma Chris cerca di risollevarmi.

- Se non avessi attraversato mille prove, non saresti la Vivian al quale tutti vogliono bene.

- Grazie per avermi ascoltata e scusami se mi sono rattristata, è che questi ricordi... fra un po' mi riprendo... Due bei respiri profondi e passa, come ogni volta. Comunque non voglio rubarti altro tempo.

- Non stai rubando il mio tempo, e poi mi piace ascoltarti. Raccontami dei tuoi momenti felici, i ricordi del tuo primo amore.

- Primo ed ultimo direi!

- Quando è iniziato e come è successo?

- Questa parte della storia è un po' più complessa.

- Bene, a me piacciono gli intrighi amorosi.

Lo guardo e sorrido ancora una volta nel vedere quella luce nei suoi occhi, così comprensivi e pieni di curiosità da illuminargli il viso, ed è osservando quel volt candido di sincerità che mi convinco a raccontare il periodo più bello della mia vita.

"Fu proprio in quel periodo che lo conobbi. Oltre ad aver ripreso a respirare ritornai anche fra i banchi di scuola dopo averla frequentata un anno da esterna. Ero felice, soprattutto, lo ero di essere nuovamente insieme alla mia migliore amica Jessica. Eravamo inseparabili come burro e marmellata. Passavamo molto tempo insieme, talvolta dormiva a casa mia e quando la mia salute me lo permetteva ero io a dormire da lei organizzando dei magnifici pigiama-party, tuffandoci tra caramelle gommose, sandwich al burro di arachidi e una mega scorta di popcorn che divoravamo guardando per l'ennesima volta Pretty woman. C'era un fortissimo legame tra noi e pensavo che nulla o nessuno ci avrebbe mai separati. Ci confidavamo tutto, io quello che non potevo raccontare ai miei genitori: di come mi sentivo nell'affrontare la malattia, il non poter vivere la stessa adolescenza che viveva lei, tra campeggi, relazioni, avventure e viaggi. Lei mi confidava tutto o almeno così credevo: del suo amore travolgente e tormentato con il suo ragazzo. Mi ero persa un bel po' di cose in quell'ultimo anno, prima del mio ritorno. Frequentava l'ultimo anno e, a dispetto di tutte le previsioni che le oche della scuola formulavano, si erano innamorarono. Per un periodo sembrava andare tutto alla perfezione. Ma poi non funzionò più, qualcosa tra loro si ruppe. Mi raccontò che si erano lasciati perché di mezzo c'era un'altra ragazza con cui l'aveva tradita, quindi per lui non aveva senso continuare. Ma lei non si arrese. Era totalmente persa di lui e giurò a se stessa che lo avrebbe riconquistato."

- Non dirmi che eri tu quella ragazza?!

- Nooo... io non lo conoscevo ancora! In realtà non c'era mai stata un'altra ragazza. Lei mi aveva mentito e fu proprio quella bugia la causa degli eventi che susseguirono e, che aveva incrinato la nostra amicizia.

- Secondo te perché ti aveva mentito?

- Non saprei... forse temeva che l'avrei giudicata.

- Giudicata per cosa?

Nessuno come luiWhere stories live. Discover now