Capitolo 15

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" Eravamo a cena seduti in un tavolo di un locale poco pretenzioso ma molto accogliente, buon cibo texano e dall'atmosfera piacevole. I ragazzi ridevano e scherzavano intanto ci raccontavano delle loro avventure, soprattutto su alcune vicende che riguardavano Edward con le sue passate conquiste, sottolineando che, nonostante il loro aspetto avvenente non tutte eccellevano per intelletto. Bob tirò fuori quella volta che Edward non riusciva a far desistere una fuori di testa poiché c'era uscito un paio di volte e dopo essersi ubriacati finirono a letto. Lui  L'aveva piantata dicendole di andare oltre ma continuava a seguirlo come un cagnolino. Willard da un sorso alla sua birra direttamente dalla bottiglia e subito dopo si rivolge a me.

< E tu Vivian, che ci racconti? Di te sappiamo ben poco. >

< Non c'è molto da raccontare. Ho sempre condotto una vita piatta fino a qualche giorno fa, quando ho conosciuto voi, sempre immersa nello studio e dedicandomi per un breve periodo al canto. Non ho mai fatto nulla di eccitante. Ciò che ho fatto di rischioso era affrontare la lezione di ginnastica dopo una lunga assenza da scuola. >

< Oh cristo santo! Davvero deprimente... e il tuo ragazzo? Ne avrai avuto almeno uno! >

< No, mai avuto. >

< Come mai? Sei una bellezza e sembri anche abbastanza sveglia. >

< E' una lunga storia e non voglio avvilirvi in un momento come questo. Diciamo che sono un tipo molto Zen e poco sesso. >

Mi alzai per andare al bagno per non rischiare di essere assalita da altre domande al quale non avrei saputo rispondere. Dopo aver tirato lo sciacquone ed essermi lavata le mani, frugai nelle tasche alla ricerca delle pillole. Erano sul mio palmo quando improvvisamente Sue fece irruzione nel bagno e, prontamente, portai la mano dietro a nasconderle nel pugno sperando che non se ne fosse accorta.

< Vivian, che faccia strana, c'è qualcosa che non va? >

< No, va tutto bene... e solo tutte queste emozioni, gli eventi di questi ultimi giorni non mi sembrano veri. >

< C'è una cosa che volevo dirti. Quando tua madre ha insistito per accompagnarci nella dependance si è comportata in modo strano, ha aspettato che Edward si allontanasse prima di chiedermi un favore, quasi fosse una supplica. >

< Cosa ti ha chiesto? >

< Che se dovesse succedere qualcosa, qualsiasi cosa, dovevo chiamarla immediatamente. Se c'è qualcosa che non va, sai che a me puoi dirlo. >

< Non c'è nulla che non va, è solo  molto apprensiva, si preoccupa perché non mi sono mai allontanata prima senza di loro per un tempo così lungo. Tutto qua. >

Mi fa un sorriso e mi abbraccia, poi entra in bagno ed io ne approfitto per mandar giù le pillole. L'aspettai ed insieme raggiungemmo gli altri che, al solo vederli ridere trasmettevano allegria. In quella serata si discusse molto ed ognuno esprimeva il proprio parere su un futuro incerto, su cosa aspettarsi dopo la laurea. Bob azzardò una previsione di avvenimenti futuri fondata su personali impressioni e valutazioni di ciò che sarebbe stata la vita di ognuno di loro: Edward sarebbe entrato a far parte della società di suo padre e, dato la sua indole da inguaribile seduttore, avrebbe riscosso molto successo non solo in azienda ma anche tra le lenzuola delle assistenti o delle giovani manager. Willard sarebbe stato un ottimo avvocato in un prestigioso studio legale, avrebbe sposato Rebecca che intanto lavorerebbe come free-lance nella redazione di un giornale a Houston che lascerà dopo aver sfornato due pargoletti e essere ingrassata di almeno 10 chili. E a quel punto si beccò una forte gomitata. Lui, invece, avrebbe chiesto a Sue Ellen di sposarlo ma lei si sarebbe rifiutata perché, da ottima pioniera, sarà impegnata a girare il mondo per perlustrare luoghi sconosciuti, quindi, si sarebbe ritrovato a fare un lavoro che non gli piaceva, rimanendo da solo ogni sera in qualche bar ad annegare i suoi dispiaceri nell'alcol. Ridemmo tutti per quelle assurdità ed Edward, ironizzando, gli propose di lavorare con lui e che gli avrebbe ceduto alcune delle sue conquiste.

< No grazie, faccio volentieri a meno degli avanzi. >

Ad un tratto Rebecca, rivolgendosi a me, chiede quali fossero i miei progetti per il futuro. Non sapevo cosa risponderle, non mi ero mai posta quel pensiero, la mia vita, da sempre era senza un disegno preciso di quello che sarebbe stato.

< Non ho mai fatto progetti. Da quando la mia carriera da soprano e sfumata. La verità è che non abbiamo il controllo degli eventi e parlare di un futuro, per me è scommettere su un incognita. Preferisco godermi il presente. >

Bob alzò la sua bottiglia di birra e tutti lo seguiamo per brindare alle mie e alle sue parole.

< Al presente... al buon cibo, buoni amici e all'ottima compagnia. >

Concludemmo la serata andando tutti al Luna Park. Tutto era  illuminato da migliaia di luci colorate. Gran parte delle bancarelle presenti vendevano hot-dog, popcorn, prodotti confezionati come croccantini e soprattutto dolci preparati al momento come lo zucchero filato o la mela candita. Ad ogni modo era caratteristico proprio per le sue peculiarità, fra seggiolini volanti, tiro al bersaglio dove i ragazzi fecero a gara a chi avesse la mira migliore. Salimmo su una splendida ruota panoramica e a un certo punto, tra un grido ed una risata convulsa mi aggrappai ad Edward per paura di cadere, intanto lui se la godeva nel vedermi nel panico cingendomi forte a se e trasmettendomi un senso di protezione. Eravamo seduti su uno scalino della giostrina l'uno accanto all'altro con la mia mela candita tra le mani quando gli confessai che quello era stato il giorno più bello della mia vita. E per la seconda volta mi prese alla sprovvista con un coinvolgente bacio.

< Perché fai sempre così?>

< Perché un bacio rubato non ha lo stesso sapore di un qualsiasi altro bacio. >."

Nessuno come luiWhere stories live. Discover now