Capitolo 2

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E' strano come col tempo impariamo ad apprezzare della vita cose che dapprima ci apparivano insignificanti. Tutto ciò che ci circonda, improvvisamente lo vediamo in modo diverso e lo percepiamo  più intensamente ... come l'odore dell'erba bagnata o della forma che assume una nuvola o, il semplice zampillio dell'acqua cristallina di una fontana, che sembra una cascata di diamanti alla luce del sole. Anche il cinguettio degli uccellini diviene una dolce sinfonia.

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Arriviamo a destinazione e intanto che mi accingo ad alzarmi, Chris toglie con cura la sedia da sotto facendo attenzione che le ruote non slittassero sull'erba bagnata. Mi siedo su una panchina di legno usurata dal tempo, dove inizio ad ammirare il paesaggio. Scorgo in lontananza, oltre il confine della clinica, dei bambini che si divertono a lanciere sassi nel laghetto mentre due adulti stendono una copertina per un pic-nic. Chris viene a sedersi vicino a me intraprendendo un'amichevole conversazione rompendo il silenzio.

- Ma tu davvero hai letto 50 sfumature?

- Beh... in qualche modo dovevo ingannare il tempo.

- Come ti è sembrato?

- Sul serio vuoi parlare di questo?!

- Parlami di te, allora!

Appoggio le mani sulla panchina percependo al tatto le schegge delle assi quasi ad indicarmi quanto fosse vecchia, parcheggiata lì da un tempo indefinito. Mi sentivo soffocare, come se qualcosa mi schiacciasse il petto e a fatica riuscivo a trattenere le lacrime.

- Non sempre riesco a confrontarmi.

Dico.

- Io credo invece che ci sono delle volontà inespresse in ogni tuo gesto. Indipendentemente dalla tua malattia, cos'è che ti fa star tanto male?

- Mi manca lui.

- Ma lui, non c'è... ci sei solo tu.. E devi avere cura di te stessa per rimetterti.

Lo guardo con espressione scettica per il suo ottimismo. Era molto facile a parole, ma tutto si poteva dire fuorché semplice, poiché, per la mia malattia, le aspettative di vita per un adulto non non vanno oltre i 40 anni e, nelle condizioni in cui già mi ritrovavo, sicuramente non ci sarei mai arrivata. Mi guarda con espressione pacata come se avesse letto nei miei pensieri riprendendo a parlare.

- Hai solo 20 anni, ancora molto tempo d'avanti... la medicina ha fatto molti progressi e, chissà, un giorno troveranno una cura ...fino ad allora ci occuperemo noi di te, devi preoccuparti solo di star bene.

- ...e se io non volessi guarire?!

Non dice nulla, senza distogliere mai lo sguardo da me, in attesa  che spieghi il motivo di quella affermazione, voleva sapere cosa, al di là della malattia, mi facesse soffrire al tal punto da voler rinunciare a vivere o meglio, a lottare per la mia stessa vita.

Nessuno come luiWhere stories live. Discover now