Capitolo 16

43 4 2
                                    

"Al rientro in hotel, nella hall sentì il mio telefonino vibrare e non appena vidi apparire il nome di Jessica sullo schermo mi fermai e qualche secondo dopo rifiutai la chiamata. I ragazzi si ritirarono tutti nelle loro stanze mentre io dissi a Sue che sarei andata un po' nel giardino per parlare con i miei. Finalmente sola richiamai Jessica. La sua voce era squillante e carica di eccitazione. Voleva sapere dove ero finita e perché non l'avesse chiamata per raccontarle tutto. Aveva telefonato a casa e Clara le riferì che ero fuori città, in gita con dei nuovi amici che mi ero fatta ad Austin e che tra loro c'era un ragazzo mi piaceva. Le raccontai sommariamente chi, come e dove li conobbi omettendo di proposito che il ragazzo con cui mi ero scontrata in un locale era il suo ex. Se le avessi rivelato che uscivo con Edward, sicuramente non l'avrebbe presa molto bene. Dopo esserci raccontate alcuni degli avvenimenti estivi ci salutammo con la promessa che mi sarei fatta risentire per aggiornarla e se il ragazzo in questione si sarebbe fatto avanti. Salì in camera e mi ritrovai Edward sul divanetto intendo a guardare la TV in attesa che arrivassi.

< Come mai sei qui, è successo qualcosa? >

< Nulla di grave, sono stato estromesso dalla mia stanza. Sue e Bob avevano bisogno di rimanere da soli. Spero non ti dispiaccia dividere la camera con me, mi sistemerò sul divanetto. >

< Non fare lo sciocco, ci sono due letti e non mi dispiace affatto. >

Era completamente buio e nel silenzio assoluto, sentivo il suo respiro ma sapevo che era sveglio, che come me neanche lui riusciva a dormire. Accendo la lampada sul comodino che separa i nostri letti, appena i suoi occhi si aprirono sprofondarono nei miei.

< Non riesci a dormire? >

< No. >

< Succede quando per la prima volta si dorme lontano da casa. Ti va di fare qualcosa? >

< Ti va di parlare? >

< Di cosa vuoi parlare? >

< Giù, in giardino, non ho chiamato i mie ma Jessica. >

< Capisco... e questo ti turba?>

< Mi sento un verme perché non le ho detto che ci frequentiamo. >

< Non ne hai motivo, con lei è finita già da molto tempo e tra noi non c'è niente... anche se... >

Aveva lasciato la frase in sospeso ritenendo forse che non sarebbe stato appropriato dirmi ciò che pensava in quel momento ma io insistetti perché lo facessi.

< Sei diversa da tutte quelle che ho conosciuto, non ti atteggi come le altre ragazze. Tu mi piaci, mi piace la tua risata genuina, di come esprimi l'amore per la vita e perché sei spontanea. A volte mi chiedo cosa pensi di me e semmai avrei una possibilità con te. >

< E' forse una dichiarazione? >

< Non ho mai fatto dichiarazioni, più che altro la definirei una confessione. Con le donne che ho avuto, tutto accadeva solo per un'attrazione fisica, senza alcun coinvolgimento emotivo. Ma da quando ti ho conosciuto penso che con te potrebbe essere diverso. >

< Non voglio correre il rischio di essere una delle tante. >

< Non lo saresti... saresti la sola che ha rapito il mio cuore. >

Si alzò dal letto per andare a bere un po' d'acqua lasciandomi da sola. La sua assenza si era prolungata più del dovuto così decisi di raggiungerlo. Mi fermo ad osservare le sue spalle robuste coperte da una maglietta aderente. Essendo scalza non mi aveva sentito arrivare e quando si voltò non si aspettava di vedermi ma neanche che prendessi il suo viso tra le mie mani e lo baciassi. Un lungo bacio da prima delicato e pian piano sempre più avvolgente.

< Perché lo hai fatto? >

< Perché un bacio rubato non ha lo stesso sapore di un qualsiasi altro bacio. >

Riprende a baciarmi con molta più foga e sollevandomi tra le sue braccia si dirige in camera  adagiandomi sul letto per poi sdraiarsi accanto a me. Ero molto agitata e lui lo percepì.

< Un'altra delle tue prime volte immagino! Non faremo nulla che tu non voglia. Starò calmo al tuo fianco. >

Si sdraiò alle mie spalle avvolgendomi tra le sue braccia. Nonostante sentissi la sua eccitazione aumentare non provò a fare o dire niente, ma ritrovandocci in un letto così, ogni volta che mi muovevo finivo inevitabilmente per strusciarmici contro col timore che potesse pensare che lo stessi provocando di proposito così chiesi di unire i letti per poter stare più comodi. Ci pensò lui a sistemarli per poi sdraiarci nuovamente, ma questa volta uno difronte all'altra. Scrutai il suo viso, i suoi bei lineamenti ed in fine le sue labbra. Non resistetti, fu più forte di me. Mi ci fionda desiderosa di sentirle sulla mia pelle che bruciava, come io che stavo impazzendo dal desiderio di sentirlo dentro di me e non ero la sola a provare quella sensazione.

Nessuno come luiWhere stories live. Discover now