Five.

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Vedo Trevis e Amelia parlare in lontananza, stavo per entrare al bar, ma esco subito dopo per evitare di dovermi sentire in colpa.
Non so per cosa di preciso dovrei sentirmi in colpa, ma sono la sua migliore amica e vorrei evitare che lei soffrisse.
Ho parlato con Travis, e più di questo non posso fare.
Sento una mano toccarmi la spalla, mi giro e lo vedo, per un attimo incantata dai suoi occhi ma mi riprendo subito dopo.
«Perché ti comporti così?»
Lo guardo con sguardo interrogativo. «Così come?»
«Come se fossi gelosa. Sei lesbica, per caso?»
Scoppio a ridere. «Ma ti senti?»
«Allora ti attraggo, non c'è nessun'altra spiegazione.» Dice, guardandomi dall'alto al basso giocherellando con il piercing al labbro.
«No! Quante volte devo dirti che sono fidanzata?»
Fa una risatina. «Ma immagino che il tuo fidanzato non ti soddisfa abbastanza, dovresti guardare altrove.»
Stavo per dargli un ceffone ma la sua mano mi ferma il braccio. «Non ti azzardare, piccola.»
«Non chiamarmi piccola!»
«Non sei bella quando ti arrabbi.» Taccio, perché se aprissi bocca, lo insulterei. «Allora? Ci hai pensato alla mia proposta?»
Che proposta?
Sembra leggermi nel pensiero, perché dice: «Se hai voglia di provare piacere, di scoprire cosa so fare.»
Spalanco la bocca, sbigottita.
Sta scherzando spero.
«Posso farti una domanda?»
«Certo. Dimmi pure, piccola.»
«Perché stai ancora insieme alla tua ragazza se continui a tradirla? La stai tradendo anche in questo momento, dicendo queste cose.»
Lui sorride maliziosamente. «Mi piace il proibito.»
Scuoto la testa con faccia schifata. «Questo "proibito" mettilo in atto con altre persone, allora. Ma stai alla larga sia da me che da Ame.»
Mi giro per andarmene ma Travis mi prende per un braccio e in quel momento, nel momento in cui mi giro, vedo Chris, guardarmi in modo strano.
Rimango bloccata, e Travis ha ancora la sua mano sul mio braccio.
«Chi è, lui?» Mi chiede Chris indicandolo.
«Nessuno.» Rispondo.
«Come nessuno? Non sono nessuno per te?» Dice Travis, mi giro di scatto e lo trucido con lo sguardo.
Cosa intendeva dire?
Vuole farmi litigare con Chris?
«Sai, mi ha appena chiesto di accompagnarla a Madrid, a fine luglio.»
Non ci posso credere.
«Non è vero, Christian. Non dargli ascolto!» Sbraito.
«Yasmine. Cosa ti è successo?»
Mollo la presa di Travis e mi aggrappo al braccio di Chris, scongiurandolo di non dare ascolto a quel pezzo di.. merda.
Travis entra dentro al bar lasciandomi da sola con lui.
«Mi stai tradendo con quel piercingato?»
«No!» Urlo. «Non potrei mai tradirti, Chris. È uno stronzo.»
«E come faceva a sapere di Madrid?» Chiede.
«Iera mi ha sentita parlare con Ame di questa storia.»
Si mette le mani in testa. «Che motivo avrebbe? Dio..»
«Chris ascoltami, cazzo.»
Si morde il labbro, talmente forte che ho paura di vederlo sanguinare da un momento all'altro.
«Io ero venuto qui per dirti che non ti avrei accompagnata a Madrid, ma vedo che non c'è nessun problema. Evidentemente ti sei trovata un altro compagno di viaggio!»
Mi siedo sul gradino prendendomi il viso tra le mani, mi viene da piangere, è successo tutto così in fretta e non so più che dire.
«Perché non vuoi accompagnarmi?»
«Perché vado a Los Angeles, quest'estate. Parto settimana prossima e tornerò a inizio agosto.»
In California?
«Perché? Dai tuoi parenti?»
«Si, ci pagano loro il viaggio, e mia nonna non è stata bene, ha bisogno di sua figlia.»
Mi scoppia la testa, e in questo momento vorrei solo scappare via.
Apre bocca per parlare ma ci ripensa.
«Bene.» Dico.
«Quindi, a Madrid vacci pure con lui, io me ne starò a Los Angeles.» Sorride e se ne va, senza lasciarmi il tempo di ribattere.
Entro nel bar e cammino a passi veloce verso Travis, per poi dargli una sberla, talmente forte che le mie frustrazioni sembrano svanire.
«Yas!» Mi rimprovera Amelia.
«Sei una testa di cazzo, brutto stronzo! Prova solo anche a sfiorarmi che non sai cosa ti succede.»
«Ma stai calma?» Dice lui, toccandosi la guancia dolorante.
«No! No che non sto calma.» Esco dal bar ma vengo seguita da Ame che mi chiede cos'è successo, ma decido di non risponderle.
Sto lì, appoggiata al muro e non parlo, sto zitta.
Se parlassi peggiorerei la situazione.

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