Sixteen.

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Mi guarda con gli occhi gonfi e le labbra bagnate dalle lacrime, sì asciuga la faccia con il dorso della mano e si pulisce sulla maglietta.
«Scusa...»
Sorrido debolmente. «E di cosa? Mi fa piacere che tu ti sia sfogato con me.»
«Non mi sfogo mai con nessuno.»
«Ho immaginato», dico, asciugandomi una lacrima.
«Ora basta.» Si alza di scatto lasciandomi perplessa e si china per aiutarmi ad alzarmi, sorrido e gli metti le braccia attorno alla vita accoccolandomi sul suo torace, posa le mani sulla mia schiena e si lascia andare in quell'abbraccio confortevole. Si stacca leggermente e mette due dita sotto il mio mento, mi guarda fisso negli occhi e io sento come se mi stessi per sciogliere, ha degli occhi di un verde smeraldo meraviglioso.
Si lecca le labbra per poi prendersi il piercing tra i denti, e questo gesto mi fa del tutto perdere il senso dell'innocenza.
Metto un braccio attorno al suo collo, gli appoggio una mano dietro la testa e mi avvicino a lui. Le sue labbra sono a pochissimi centimetri dalle mie, basterebbe un leggero movimento con la testa per toccargliele definitivamente.
Travis appoggia le sue mani sulle mie guance, prende iniziativa e si avvicina a me, con delicatezza, le nostre labbra si sfiorano per poi finalmente toccarsi, e in quel momento posso sentire una scarica elettrica che scende lungo la mia spina dorsale, la sua lingua picchietta sul mio labbro inferiore per chiedere accesso e io schiusi le labbra.
La mia bocca si muove sulla sua molto lentamente, in modo da goderci ogni secondo di quel bacio. Lecca il mio labbro inferiore per poi lasciarmi una scia di baci bagnati a fior di labbra.
Si stacca dolcemente tenendo ancora gli occhi chiusi, li riapre lentamente e posso notare una scintilla luminosa in quelle sue pupille.
Mi sposta delicatamente una ciocca di capelli dietro l'orecchio e continua a guardarmi, abbasso lo sguardo ma lui mi fa alzare la testa per far sì che io lo guardi  «Hai delle bellissime labbra», dice, passandoci sopra con il pollice.
Arrossisco e sorrido. «N-non...»
«Ei, tranquilla. Era solo un bacio.» Mi irrigidisco di colpo. «No, n-non intendevo quello... Per me ha avuto molto significato, ma devi stare tranquilla, non pretenderò che tu diventi la mia ragazza, non ho fretta, Yasmine.»
Sospiro sollevandomi da un grande peso e sorrido, buttandomi tra le sue braccia.
Le sue dita si muovono delicatamente sui miei capelli e posso sentire il suo respiro sul collo. «Ha avuto davvero significato, per te?»
«Certo, non ricordo di aver mai baciato una ragazza in questo modo.»
«In che modo?» chiedo staccandomi da lui.
«Così dolcemente.»
In realtà, nemmeno io ricordo di aver baciato in questo modo un ragazzo. Beh, non che io abbia baciato molti ragazzi, ma i baci con Chris non sono mai stata così dolci, così delicati, così... voluti...
«Ti andrebbe di accompagnarmi a casa? È tardi e inizio ad avere sonno.»
Travis annuisce e tira fuori dalla tasca le chiavi della macchina, mi porge un sorriso e mi fa cenno di salire.

Arriviamo nel parcheggio di casa mia, vorrei dargli un ultimo bacio prima di entrare in casa ma penserebbe che io voglia una relazione, e non credo di essere pronta per una nuova relazione, per ora.
«Grazie per la serata, sono stata molto bene!» dico, pensavo a ciò che avevo passato nei giorni precedenti, quando oggi mi preparavo per andare a parlare con lui, non avrei mai pensato che sarebbe successo ciò che è successo.
«Vale lo stesso per me.»
Si avvicina per darmi un bacio ma io giro la testa per far sì che mi baci sulla guancia, sembra deluso ma sorride.
Esco dalla macchina ed entro in casa.
Sul divano c'è mio padre che probabilmente mi stava aspettando, si alza per venirmi incontro ma si ferma a debita distanza. «La mamma ti ha...»
«Si.» Appoggio la borsa sull'attaccapanni, le chiavi di casa sulla mensola e rivolgo un breve sguardo a mio padre, si stava mangiando le unghie dal nervosismo, mi addolcisco e mi avvicino a lui. «Sono felice che tu abbia capito le buone intenzioni di Travis. Lui è un bravo ragazzo, papà. Non voleva altro che aiutarmi.»
«Si, si, certo. Però, per favore, stai attenta.»
Gli metto entrambe le mani sulle spalle e lo guardo sorridendo. «Staró attenta, papà. Vi chiamerò ogni giorno, te lo prometto.»
«Mi fido di te, tesoro. Vado a dormire.» Preme le labbra sulla mia fronte e sale le scale.
Arrivo in camera mia e la mia testa inizia a riempirsi di pensieri.
E se fosse una trappola?
Se stesse facendo il carino per intrappolarmi?
Se si comportasse così con tutte?
Se per lui sono solo una delle tante?
Faccio sventolare le mani davanti alla faccia come se potessi cacciare via i pensieri e mi butto sul letto.
Il mio telefono squilla e io mi affretto a rispondere, senza guardare chi fosse.
«Ciao.»
«Oh, emh... Chris!» esclamo, sorpresa.
«So che è tardi, ma volevo sentirti.»
«Hai fatto bene», dico, cercando un pigiama da mettermi.
«Stai bene? L'ultima volta che ti ho sentita mi sembravi strana.»
«Avevo litigato con Travis ed era saltato tutto  riguardo Madrid, ma ora è tutto okay.»
«Oh, emh. Ci vai insieme a lui?»
«Si», rispondo.
«State insieme?»
«No», dico, consapevole di non essere simpatica a rispondere a monosillabi, ma parlare di Travis con Christian mi mette piuttosto a disagio.
«Oh, emh. Non mi va molto a genio che... insomma, che tu ci vada con lui.»
«E perché?» chiedo con tono acido.
Ormai Chris non è più nessuno per dirmi con chi devo andare a Madrid.
«Perchè no, Yasmine. Mi sembra un po' irrispettoso.»
«Irrispettoso?» dico. «Irrispettoso nei tuoi confronti?»
«Si. Quando non ero ancora partito abbiamo litigato pesantemente a causa sua, ci ha fatti lasciare lui, Yasmine. Questa pausa l'ho presa per te, per quello che è successo per colpa sua, e non mi piace il fatto che dopo tutto quello che è successo tu te ne vada con lui in vacanza.»
Rimango a bocca aperta, come se io non avessi dato modo a Chris di non prendere la scelta che ha preso.
«Sei stato tu a voler prendere una pausa, ti ricordo che sono stata male a causa tua. Sei stato tu a volermi lasciare! Ora non sei più il mio ragazzo, posso fare quello che voglio.»
«Io non ho smesso di amarti, Yas. Mi manchi!»
Quelle parole mi colpiscono dritta al cuore, chiudo gli occhi di scatto e riaprendoli scopro di essere nella realtà.
Io lo amo?
No, no che non lo amo.
Ho baciato un altro ragazzo, e in quel momento non ricordavo neanche più dell'esistenza di Chris, non posso amarlo.
«Yasmine?»
«Dimmi.»
Non sento nessuno dall'altra parte della cornetta, mi schiarisco la voce.
«Non sei più innamorata di me?» chiede.
«È passato un po di tempo da quando te ne sei andato, e ci siamo sentiti pochissime volte. Non provo più quello che provavo prima, Christian.»
«Ti piace lui. Dimmi la verità.»
Sbuffo e alzo gli occhi al cielo. «Chris, vorrei andare a dormire. Sono stanca e domani devo andare a lavoro.»
«A lavoro?» chiede.
«Si, al District. Ci sentiamo, okay?»
«Buonanotte, Yasmine.»
Chiudo la cornetta e provo a dormire.

-C'è un problema con i biglietti, è stato cancellato il volo del 28, l'unico volo con lo stesso prezzo c'è il 22. Chiamami appena ti svegli.-
Clicco sulla cornetta e aspetto che mi risponda.
«Travis?»
«Yasmine», dice, con fiatone.
«Cosa stai facendo?»
«Emh, sto aiutando mio cugino a sistemare la macchina, ha avuto un po di problemi. Hai letto il messaggio?»
«Si. Il 22 è solo tra tre giorni, come facciamo?»
«Non lo so. Mi hanno inviato un messaggio dall'agenzia di viaggio dicendomi che il volo del 28 l'avrebbero cancellato, e l'unico con lo stesso prezzo sarebbe il 22.»
«Non devi aggiungere soldi, quindi?» chiedo.
«No, ma volevo sentire te prima di farmi mettere da parte quelli del 22.»
«E questi? Cosa...»
«Vado all'agenzia con questi biglietti e loro me li sostituiscono con quelli del 22. È tutto sotto controllo, Yasmine. Devi solo chiedere ai tuoi se va bene.»
Ci mancava solo questa. «Travis, non sono sicura che entro il 22 Carlos mi dia i soldi, non potrò pagarteli prima del nostro ritorno, e ho paura che se anticipo le ferie di sei giorni, faccia storie.»
«Stai tranquilla, me li darai quando potrai. Intanto inizia a parlargliene, e parla anche con i tuoi genitori. Io ti devo lasciare, fammi sapere prima di sera», dice, mi saluta e chiude la cornetta.
Slancio la testa all'indietro per poi guardarmi intorno, dovrei preparare le valigie, non è da me prepararmi così in fretta.
Scrivo al mio titolare se potrebbe venire al bar per le 14.00, e intanto che aspetto che risponda apro l'armadio per vedere cosa mettermi.
Opto per una maglietta color panna e dei pantaloncini di jeans.
Mi lavo la faccia e scendo a fare colazione.
«Buongiorno tesoro.»
«Ciao mamma.»
Mi siedo e verso il latte nella tazza.
«Va tutto bene?», mi chiede, posandomi una mano sulla spalla. «Con Travis hai sistemato? Partirai per Madrid?»
Annuisco. «Si, ma c'è una cosa di cui dovrei parlarti.»
Si siede sulla sedia accanto alla mia e posa i gomiti sul tavolo, facendomi cenno di parlare.
«Stamattina hanno inviato un messaggio a Travis, il viaggio del 28 è stato annullato e per non spendere altri soldi dovremmo prendere quello del 22, è l'unico con la stessa cifra. Travis prima di confermare il biglietto ha voluto che io ne parlassi con voi, e...»
«Ma il 22 è solo tra tre giorni.»
Faccio una smorfia. «Lo so, mamma. E inoltre ho paura che Carlos non mi dia i soldi prima del viaggio, non potrei pagargli il biglietto prima del nostro ritorno. Per Travis non c'è alcun problema, ha detto che potrò darglieli quando li avrò in mano, ma non mi sembra affatto giusto.»
«Tesoro, per noi non c'è nessun problema se tu parti prima, alla fine sono solo sei giorni di anticipo. E per i soldi, non appena Carlos te li darà, tu li darai a Travis. Se non è un problema per lui non vedo che problema ci sia...»
«Non voglio approfittarmene, mamma.»
«Beh, pensaci. Per noi va bene. Ora vado a lavoro, a Karen piace il lavoro da vice responsabile che sto svolgendo, domani dovrebbe darmi i soldi e se vuoi ti aiuterò con un piccolo anticipo.»
Sorrido, e le do un bacio sulla guancia. «Sono contenta per te», le dico, mi dà un bacio sulla fronte ed esce di casa.
Vedere mia mamma così contenta mi rende felice. Ricordo i tempi in cui mio fratello faceva ancora il liceo, ricordo quando la vedevo sempre triste, quando nessuno dei due trovava un lavoro decente e a malapena riuscivamo a comprarci da mangiare. Sono felice che la nostra situazione economica sia migliorata, e sono felice di vedere la mia famiglia così contenta.

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