«Ame, tra poco arriverà Carlos e io vorrei fargli un samba sour, quello che preferisce lui, potresti portare questi cocktail in quel tavolo?» chiedo indicandolo, lei si limita ad annuire.
In questo periodo è molto scontrosa con me, e non oso immaginare se sapesse del bacio, darebbe fuori di matto ed è per questo che non gliene parlerò.
Prendo un bicchiere, ci metto quattro cubetti di ghiaccio, due cucchiai di zucchero alla cannella, fragola schiacciata, succo di arancia e alcol.
Vedo Carlos entrare e la mia ansia inizia ad aumentare, e se non accettasse le mie ferie anticipate? Se decidesse di licenziarmi e di non darmi i soldi che mi spettano?
Ho bisogno di aiuto.
«Ciao Yasmine!» dice sorridendo, sorrido a mia volta e lo saluto porgendogli sul bancone il cocktail che gli ho preparato. «È per me?»
«Si, Ame mi ha detto che le piace molto il samba sour, e io ho sempre adorato prepararlo», dico, accennando un sorriso da lecchina, sperando non se ne accorga.
Intanto Ame si avvicina a me e posa il vassoio al suo posto, appoggiandosi alla parete.
«Come mai hai voluto che io venissi qui? Va tutto bene?» chiede, annuisco.
Guardo Ame, ha l'aria di una persona confusa, si starà chiedendo di cosa io debba parlargli, e parlargli davanti a lei mi mette a disagio, ma non posso fare altro. «È tutto okay, ma volevo parlarle di Madrid, sa che le ho chiesto le ferie dal 28 luglio al 28 agosto...»
«Si, c'è qualche problema?» chiede per poi bere un sorso della mia opera.
«Si, in realtà. Ci hanno informato che il volo del 28 è cancellato, e l'unico con lo stesso prezzo è il 22, tra tre giorni», dico. «Mi chiedevo se...»
«Torneresti il 22 agosto?»
Annuisco.
«Non c'è problema, Yasmine. Sarai libera tra tre giorni.»
Emetto un piccolo urletto e inizio a saltare dalla felicità, ma poi mi fermo. «E inoltre... Non vorrei approfittarmene, ma il biglietto me l'ha pagato un mio amico, e se non mi arriva lo stipendio non potrei darglieli prima del nostro ritorno. Per lui non ci sono problemi, ma volevo chiederle se ci fossero problemi a darmi un piccolo anticipo...», dico, sperando di non aver usato un tono troppo sfacciato.
«Non c'è problema, Yasmine. Domani ti darò la busta e il mese prossimo ritarderò il pagamento di qualche settimana. È tutto qui?» chiede, sorridendo.
Annuisco. «Non saprei come ringraziarla, Carlos.»
«Inizia con il darmi del tu, poi al resto ci penseremo», dice ridacchiando, mi appoggia sul balcone il bicchiere vuoto e dice: «e complimenti per il samba sour, era veramente buono! Ci vediamo, ciao ragazze.»
Sorrido e lo guardo uscire.
Sono talmente felice che in questo momento non riesco nemmeno a parlare. Mi giro verso Ame e la vedo con uno sguardo serio, mi guarda come se volesse mettermi le mani addosso da un momento all'altro.
«Che c'è?» chiedo, sapendo benissimo il motivo del suo comportamento, ma faccio finta di niente.
«Tu e Travis state insieme, ammettilo.»
Scuoto la testa. «Non stiamo insieme.»
Emette una piccola risatina, priva di divertimento. «E allora cosa siete? Scopamici?»
«Non sono la scopamica di nessuno», dico, sorprendo me stessa dal linguaggio che ho usato.
Si avvicina a me e mi appoggia un dito sul petto. «Ti ricordi quella giornata al mare? Mi hai detto che Travis appartiene a me e che tu non me l'avrei mai portato via. Anche se tu non me lo vuoi ammettere, so che tra voi c'è qualcosa, se non è nulla di psicologico sarà attrazione fisica, ma non venirmi a dire che tra di voi non c'è nulla, non sono così ingenua da non capire che tra di voi c'è più di una semplice amicizia», dice, facendo le virgolette alle parole "migliore amica". Serro le labbra in una linea dritta e non parlo, inizio a pensare a quel giorno.
"Ha una visione diversa della sua migliore amica, io non sono così, non ruberei mai il ragazzo a una mia amica, non fa per me, e ho sempre odiato le persone che lo fanno."
Lei continua. «Chi tace acconsente», guarda dietro di me e dice: «oh, sarai felice adesso. Potrai dirgli che il 22 partirete per Madrid. Diglielo, forza.»
Mi giro e vedo Travis in compagnia di Johnny, si avvicinano e posano entrambi le braccia sul bancone.
«Cosa devi dirmi?» chiede Travis, mi guarda e sorride, ho paura che da quella bocca esca tutto ciò che è successo ieri sera, anche se non credo sia così deficiente.
«Beh, ecco... Ho parlato con mia mamma e con Carlos, partiremo il 22», guardo Johnny, che mi fa un occhiolino. Travis gli avrà raccontato del nostro bacio, senza ombra di dubbio.
«Oh, davvero?» si avvicina a me e mi prende per la vita facendomi alzare i piedi da terra, gli do una pacca sulla spalla e lancio un gridolino, lui mi mette giù e mi guarda, come se non capisse.
Guardo Ame, mi fissa con occhi di disapprovazione e scuote la testa, incredula dal mio comportamento, qualsiasi comportamento io avessi avuto.
Scende dal gradino e va verso il tavolo dei ragazzi.
«Travis!» gli do un'altra pacca, ma sul petto.
«Che ho fatto?»
«Non comportarti così, con me, quando c'è Ame nei paraggi», dico, sorridendo subito dopo.
Sono felicissima di andare in vacanza con lui, sono felicissima di rivedere Theo.
Travis sbuffa e mi dà un bacio sulla guancia, in quel momento mi ritrovo in piedi, di fronte a lui con un'aria confusa.
Cosa pensa che sono? La sua ragazza? Mi ha detto chiaramente che non pretende che io diventi la sua ragazza, ha detto che mi darà il tempo che vorrò, questa situazione gli sta sfuggendo di mano, sarà meglio che io gliene parli il prima possibile.
Non mi spaventa un buon rapporto con lui, ma chissà come mai mi spaventa un rapporto che vada oltre l'amicizia, con lui. Forse perché non mi fido abbastanza, forse perché so che ha usato molte ragazze come se fossero l'oggetto del suo divertimento e ho paura che prima o poi faccia lo stesso con me.
Appena Ame ritorna, prendo Travis per mano e lo trascino fuori dal bar.
«Mi vuoi dire cosa ti sta succedendo?»
Mi mordo il labbro, cercando di capire da dove posso prendere l'argomento. Forse mi faccio troppi filmini mentali.
«Travis, io... Forse tu hai pensato troppo oltre.»
«Cosa? Non ti seguo.»
Alzo gli occhi al cielo, cercando le parole giuste da usare. «Non so cos'hai provato dandomi quel bacio, ma io non... Insomma, Travis... Io voglio essere tua amica, ma niente di più.»
Mi guarda torvo. «Yasmine, mi stai dicendo questo per Ame, vero? Ti ha detto qualcosa?»
«No, ceh si. E ha ragione! A lei piaci, te l'ho sempre detto, e non voglio portarti via da lei...»
«Non puoi farti assecondare da lei, Yasmine!» dice, prende fiato e poi fa: «Io ti piaccio?»
«No!» mento. «Ti voglio come amico, ma niente di più. Avevi detto che mi avresti lasciato respirare, che non mi avresti messo fretta e che non avresti preteso che io diventassi subito la tua ragazza. Pensavo che tu volessi capirmi.»
«A me non sembra di starti addosso, non mi sembra di metterti fretta e non mi sembra affatto che io ti abbia chiesto di diventare la mia ragazza! Cazzo, Yasmine! Non ho mai avuto una ragazza seria, non ho idea di come si faccia ad avere una relazione seria, ti pare che io ti chieda di diventare la mia ragazza dopo un solo bacio? Sto andando a Madrid per mollare la mia "fidanzata", poi si vedrà come andranno le cose! Ma non ti sto mettendo fretta, ti sto dando tutto lo spazio che vuoi, perché è giusto che tu abbia il tuo spazio, come io abbia il mio», dice, senza mai prendere fiato, e mi chiedo come abbia fatto a non ingarbugliarsi a parlare.
«Okay, scusa», dico semplicemente.
Travis scuote la testa e se ne va, lasciandomi fuori dal bar, confusa.
Entro e vado verso John, che fa un cenno con la testa come per chiedermi dove sia andato Travis, io scuoto la testa e servo i miei clienti.Arrivata la sera, mi siedo al tavolo con i miei genitori e inizio a mangiare come un maiale dalla tanta fame che ho, cercando ovviamente di non ingozzarmi.
«Quindi avete anticipato il volo! La mamma me ne ha parlato!» dice mio padre inforchettando un maccherone, io annuisco e sorrido. «E quando pensavi di dirmelo? Non ci andrai, Yasmine! Tre giorni di preavviso sono pochissimi, o il 28 o resterai a casa.»
Il mio sorriso svanisce di colpo e il mio cuore perde di un battito, mi alzo di scatto e sbatto i palmi delle mani sul tavolo, facendo un rumore assordante. «Stai scherzando?» sbraito.
«Oh cristo, Yasmine. Siediti, stavo solo scherzando.»
Di colpo, tiro un sospiro di sollievo e mi risiedo, trucidando mio padre con lo sguardo.
«Che scherzi sono? Mi hai fatto spaventare!»
«Non pensavo la prendessi in questo modo, tesoro», dice mettendosi a ridere, io invece non rido proprio, apro e chiudo gli occhi velocemente dal nervosismo.
«Beh, siete felici? Non vi romperò per un mese!» dico, sorridendo, ma i miei genitori tutto fanno, tranne che essere felice, e non li biasimo. «Sentite, so che dev'essere difficile. È il primo viaggio che faccio da sola, e di certo non vi sareste mai aspettati che ci andassi con Travis, con un ragazzo che conosco da così poco, ma vi assicuro che sarò in buone mani e vi chiamerò ogni sera.»
«Si, tesoro. Ti chiediamo solo di non farci stare in pensiero, non pretenderemo che tu ci chiami ogni ora della giornata, ma almeno mattino e sera vorremmo sentirti», dice mamma.
Annuisco e mi alzo a dare un bacio sulla guancia a entrambi.
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Love junkie
RomanceYasmine e Christian. Due ragazzi che si somigliano in tutto, due ragazzi che si amano dal terzo anno del liceo. Presto arriverà qualcuno che sconvolgerà la vita di entrambi, chi sarà?