Fourteen.

11 2 1
                                    

È passata quasi una settimana dall'ultima volta che ho visto Travis, e dall'ultima volta che ho sentito Chris.
Purtroppo, quel sabato tredici luglio, mi sono svegliata scoprendo di essere nella realtà, nella brutta realtà di essere stata usata.
Travis non si è fatto più vedere al bar, non ho idea di come stia e non sono sicura che mi interessi davvero saperlo.
Amelia in questo momento è andata con sua mamma a prendere il vestito del matrimonio di suo zio, perciò oggi mi occuperò da sola del bar.
Sarà un lungo e noioso lunedì.
Passo la spugna bagnata sull'acciaio del lavello e in quel momento qualcuno mi chiama per nome, alzo la testa e vedo Johnny, il cugino di Travis.
«Ciao», lo saluto.
Si avvicina al bancone e si siede sullo sgabello davanti a me.
«Vuoi qualcosa?» chiedo.
«Voglio parlare con te, Yasmine.»
Socchiudo le labbra, guardandolo di sott'occhi. «E di cosa vorresti parlare, con me?»
«Secondo te?»
Mi appoggio con la schiena alla parrete gialla e sospiro. «Avanti, cosa ti ha detto?»
«Se conoscessi Travis, sapresti come prenderlo.»
«Come dovrei prendere una persona che progetta di usarmi fin dal primo momento che mi ha conosciuta?» chiedo.
«Senti Yasmine... so che io e te non ci conosciamo affatto, che sono il cugino del peggior playboy in città e che forse nemmeno io mi salvo, ma conosco Travis, e mi parlava di te, tu gli stai simpatica.»
Scoppio a ridere. «Certo, simpatica. Mi ha baciata! voleva baciarmi per poi portarmi a letto, John. Voleva usarmi, usarmi come usa le sue troiette, voleva usarmi per poi buttarmi via, come fa con tutte.»
«Lui non è capace ad avere una relazione, è fidanzato a distanza e non fa altro che tradirla. Devi aiutarlo, Yasmine.»
Aggrotto le sopracciglia. «Chi ti ha detto che io voglia stare con lui?»
«Ti piace, si vede. Ti piace mio cugino!»
«Da cosa lo vedi?» chiedo, curiosa.
«Da come ti comporti quando lui è qui, ti piace, Yasmine. Perché non lo ammetti? Lui mi ha detto che sei appena uscita da una storia seria, ma non significa che non puoi provare qualcosa per un altro ragazzo.»
Scuoto la testa. «Non capisci, Travis non mi piace. Ci sono rimasta male per il semplice fatto che non mi piace essere usata, come ogni ragazza, credo.»
«Lui continua a scoparsi tipe come non ci fosse un domani, e nessuna si è mai lamentata.»
«Io non sono loro, sono diversa!» si alza e si avvicina a me, io mi sposto e vado verso il lavello, per allontanarmi da lui. «Posso chiederti una cosa?» chiedo.
Johnny annuisce e io mi concentro sulla domanda da fargli. «Cosa ti dice Travis, quando parla di me?»
Sembra pensarci su, e questi secondi penso siano i secondi più lunghi della mia vita.
«Non mi parla molto di te, in realtà. Ma quelle poche volte che l'ha fatto, mi ha fatto capire che a te ci tiene, e che non ti vede come una ragazza usa e getta.»
«E quelle poche volte che parla di me cosa dice?»
Sposta il peso sull'altra gamba, è nervoso e si vede. «Me lo fa capire con altro, non con le parole. Arrossisce quando dice il tuo nome, e lui non arrossisce mai.» Mi mordo il labbro e chiudo gli occhi. Non so più a cosa pensare, Travis ci tiene veramente a me? «quando mi ha detto dei biglietti, era veramente felice. Questo non è stato un passo per deluderti in futuro, te lo giuro. Non l'ha fatto per questo.» Faccio spallucce aspettando che continui. «Prova a parlarci, Yasmine. Forse l'hai frainteso, oppure hai capito quello che dovevi capire. Ma lui tutto quello che ha fatto, non l'ha fatto per ferirti. Forse l'ultima litigata si, ha girato le cose che ha fatto per te in modo da far sembrare che tutto quello che ha fatto per te l'ha fatto per ottenere punti per il futuro, ma conosco mio cugino, e conoscendolo capisco benissimo che lui ha paura di te.»
Rimango sbigottita dalle sue parole.
Ho la bocca aperta e gli occhi sgranati, aspettando che le lacrime scendano sulle mie guance, e non appena le sento scrivolare passo la mano per asciugarmele. «Ha paura di me?»
«Si, ha paura di affezionarsi. Con Chelsea non è una storia seria. È seria da parte di lei, ma non da parte sua. E se tu non ci tenessi a lui, ora non staresti piangendo.»
«Beh, io non... mi ha trattata male, John. Mi ha trattata malissimo e io non mi sarei mai aspettata questo suo comportamento. Pensavo fossimo amici.»
Sghignazza. «Lui non ha amiche! Ha scopamiche!» Guardo il soffitto aspettando che le lacrime si fermino ma è come se mille insetti si fossero impossessati dei miei occhi.
«Pensaci, Yasmine. Gli dirò di passare e saprai tu cosa dirgli.»
«No!» Sbraito, non voglio parlarci, non saprei cosa dirgli.
John sospira, si morde il labbro e scuote la testa. Non sa più cosa dirmi per convincermi a parlare con Travis, e ho paura che questa sia un'ennesima trappola.
È brutto non fidarsi delle persone.
«Allora chiamalo, digli di trovarvi da qualche parte.»
«Non ho il suo numero.»
Si mette a ridere. «Eravate sempre insieme e non vi siete mai scambiati il numero?»
Scuoto la testa.
Prende dalla tasca il suo telefono e il mio sul bancone, me lo porge per farmi mettere il codice e poi digita qualcosa, suppongo il numero di Travis.
Sbuffo, e quando mi porge il telefono me lo metto in tasca.
«Pensaci, Yasmine. Mi farebbe piacere se tu mi ascoltassi, e se hai bisogno di qualcosa, il mio numero ce l'hai.»
Lo guardo aggrottando le sopracciglia, avrà salvato sia il suo che quello di Travis, annuisco e sorrido.
Mi sorride ed esce nel momento in cui il bar si inizia a riempire.

Butto la borsa sulla sedia accanto alla scrivania e mi tuffo sul letto.
Inizio a pensare a tutte le parole che mi ha detto John.
«Ha girato le cose che ha fatto per te in modo da far sembrare che tutto quello che ha fatto per te l'ha fatto per ottenere punti per il futuro, ma conosco mio cugino, e conoscendolo capisco benissimo che lui ha paura di te.»
Forse ha ragione, forse Travis ha davvero paura di affezionarsi a una ragazza, non in senso di amicizia ma in qualcosa di più, e questo l'ha frenato.
Vorrei parlargli, ma non saprei cosa dirgli, mi piacerebbe che fosse lui a fare la prima mossa.
Vedo mia mamma alla porta, ero talmente immersa nei miei pensieri che non mi ero accorta fosse lì.
«Entra», dico dolcemente.
Si viene a sedere accanto a me, fa un piccolo sorriso e mi accarezza la guancia. «Come stai?»
«Bene», mento.
«Yasmine, papà e Travis, insomma... la discussione che hanno avuto venerdì scorso.» Annuisco aspettando che continui. «Ho parlato con papà, lui era arrabbiato dopo le parole che si è sentito dire da quel ragazzo, ma abbiamo preso una decisione.»
Mi alzo a sedere di scatto e spalanco gli occhi. «Cosa vorresti dire?»
«Travis ha sbagliato a dire determinate frasi a tuo papà, ma sappiamo che l'ha fatto solo per aiutarti, se fosse stato un altro ragazzo se ne sarebbe fregato.»
«Mamma, arriva al punto.»
Sorride. «Andrai a Madrid.»
Spalanco la bocca. «STAI SCHERZANDO?»
Mia mamma scuote la testa e ridacchia vedendo la mia faccia, ma subito dopo mi rattristo e mi butto sul letto, nella posizione di prima. «Cosa succede?»
Chiudo gli occhi e serro le labbra. Apro la bocca per parlare ma non saprei cosa dirle. «Io e Travis abbiamo litigato, e non parliamo da quando ha discusso con papà.»
«E come mai?» chiede, avvicinandosi a me.
«Non mi sono piaciute le parole che ha usato, gliel'ho detto e lui si è arrabbiato rinfacciandomi che voleva solo aiutarmi, e da lì non abbiamo più parlato», mento.
Mia mamma mi guarda comprensiva, mi appoggia una mano sui capelli e la muove dolcemente. «E pensi che si sia fatto rimborsare i soldi del tuo biglietto?»
Annuisco. «Sicuramente.»
«Prova a parlarci, tesoro.»
Annuisco, si alza, mi dà un bacio sulla fronte, mi rivolge un ultimo sorriso e esce dalla mia stanza.

Sono confusa.
Avrei bisogno di parlare con Ame, ogni volta che avevo un problema con Chris chiamavo lei, ma non posso di certo parlare ad Ame di Travis, non posso di certo dirle che mi ha baciata, non posso di certo dirle che ho il presentimento che si stia per innamorare di me, non posso di certo parlarle di lui.
E se John non avesse ragione?
Non posso ascoltare mia mamma, lei non sa la vera storia, se la sapesse mi direbbe di mandarlo a quel paese.
Se Travis non provasse nulla per me e tutto quello che ha detto lo pensava davvero?
Prendo il telefono e cerco il numero di Travis.
È salvato: Travis con un cuore rosso accanto.
Mi metto a ridere.
Apro i messaggi e inizio a scrivere.
-Ei, ciao. Sono Yasmine. Vorrei dirti...- No, cancello e ci riprovo.
-Ciao Travis, sono Yasmine, mi dispiace per quello che...- No, pessimo.
-Ei, sono Yasmine. Volevo chiederti se ti andrebbe di vederci stasera, vorrei parlarti di una cosa importante.- Chiudo gli occhi e premo invio, la mano che mi trema e le labbra che mi sanguinano da quanto le sto mordendo in questi giorni.
Appoggio il telefono sul comodino e aspetto che mi risponda.
Non sono mai stata così ansiosa in tutta la mia vita, nemmeno con Christian.
Dopo qualche minuto il telefono vibra, mi affretto a prenderlo.
-Come hai avuto il mio numero? Di cosa devi parlarmi? Non so se ho tempo.-
Mi lecco le labbra per poi serrarle, non sapendo cosa dire.
-Non importa come io abbia avuto il tuo numero. È una cosa importante, non voglio parlartene per messaggio.-
-Ok, dove vuoi che ci troviamo?-
Ci penso su. Non sarebbe molto logico trovarsi al District, il bar dove lavora e che frequenta Ame.
-Al brasilian, alle 21.00, va bene?-
-*pollice in su*-
Appoggio il telefono sul comodino e mi appoggio alla testiera del letto.
Inizio a pentirmi di aver fatto io la prima mossa, quale ragazza idiota farebbe la prima mossa con un ragazzo?
Mi massacro le labbra e penso a cosa dirgli.

Love junkie Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora