Eleven.

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«Uno shottino di vodka alla menta, per favore.» Dice un signore dall'altra parte del balcone.
Annuisco e vado verso lo scaffale dei bicchierini, prendo il più lungo e lo riempio di vodka per poi darglielo.
Mi fa l'occhiolino e si allontana.
«Come ti trovi?» Chiede Ame.
«Bene, diciamo.»
Fare la barista non è un lavoro che fa per me, ma se questo è l'unico modo per andare a Madrid...
Vedo Travis entrare insieme a Mark e Paul, sbuffo e vado a pulire i tavoli per evitare di sentire le voci irritanti dei miei due compagni di classe.
Ho deciso di non parlare ad Ame del fatto che sono stata a casa di Travis ieri sera.
Non mi direbbe niente, penso, anche perché non è di certo colpa mia se sua mamma è la capa della mia, ma le darebbe un po' fastidio, sicuramente.
«Ei.» Mi sento appoggiare una mano sulla spalla e mi giro di scatto.
Sorrido. «Ciao.»
«Ho parlato con mia mamma.» Dice sedendosi su una sedia.
«Di cosa?»
«Voglio che convinca tua mamma a mandarti a Madrid, e le ho detto che di sicuro tu non riuscirai a pagare tutto il viaggio.»
Sbuffo. «Travis...»
«Fammi finire», dice, «le ho detto che lo stipendio del District non ti...»
Sgrano gli occhi. «Le hai detto che lavoro al District?»
«Si, perché?»
«Travis! Non voglio che i miei lo vengano a sapere.»
«Come pensano che ti paghi il viaggio, se loro non vogliono darti un centesimo?»
Mi siedo di fronte a lui. «Loro non vogliono che io ci vada, non si preoccupano del fatto che io mi sto sbattendo tanto per riuscire ad andarci, voglio fare tutto di nascosto e quando sarò sicura di avere quei soldi in mano, proverò a convincerli.»
Lui scuote la testa. «Quei soldi li hai già in mano, Yasmine. Se vuoi che i tuoi non vengano a sapere del tuo lavoro, okay, dirò a mia mamma di tenere la bocca chiusa. Ma ha già detto che vuole darti una mano.»
«No, Travis. Smettila!» Dico, alzando un po' la voce, e mi guardo intorno per controllare che nessuno mi abbia sentita.
«Che problemi ti fai? Ti sto solo aiutando.»
«Non voglio avere debiti.»
Alza gli occhi al cielo e sbatte la testa contro il tavolo, per poi riguardarmi.
Non capisco perché si sforza così tanto di aiutarmi, e perché vuole assolutamente che io vada a Madrid.
«Questa è una cosa a cui penseremo dopo.»
«No, Travis. Te l'ho già detto, se troverò il modo di andarci, ci andrò. Se no pace.»
Mi alzo e vado verso il bancone, senza lasciargli il tempo di ribattere.
«Ciao.» Dico ai miei due compagni di classe.
«Ciao bella. Lavori qui, adesso?»
Annuisco.
È incredibile come Mark abbia il potere di irritarmi, con solo cinque parole.
«Ti va di uscire, stasera?»
Spalanco gli occhi e emetto una risatina buffa. «Cosa?»
Travis si avvicina al bancone e mi guarda, come se volesse comunicarmi con lo sguardo.
Alzo gli occhi al cielo e scuoto la testa, perché so già cosa vorrebbe dirmi. O meglio, cosa vorrebbe ridirmi.
«Voglio uscire con te. Da amici, chiaro.»
«Da quando siamo amici, io e te?» Chiedo, prendendo i bicchieri fuori sul bancone.
«Da 4 anni.»
Faccio una smorfia e torno al lavoro.

«Dovevi dirmelo, Yasmine!» Urla mia madre.
Mi siedo sul secondo gradino e mi prendo la testa tra le mani.
«Non volevo che tu ti preoccupassi.»
«Preoccuparmi di cosa? Mi fa piacere che tu ti tenga impegnata, ma dovevi dirmelo! So il motivo per il quale stai facendo tutto questo, e se me ne avessi parlato...»
Scatto in piedi e mi avvicino a lei. «Non permetterti di dire che se te ne avessi parlato mi avresti aiutata, mamma. Ti ho parlato tante volte del fatto che voglio andare a Madrid ma tu mi hai sempre dato contro.»
Di sicuro è stata la sua capa a dirle che lavoro al District. Travis non avrà fatto in tempo a dirle di stare zitta e lei non ha esitato a tenere la bocca chiusa.
«Non so cosa dirti, Yasmine.»
Mi metto a ridere nervosamente. «Non sai mai cosa dire, e io non so più che fare. Perché non vuoi mandarmi? Mi può accompagnare Travis.»
«No. Lui non.. non mi piace.»
«Per il suo aspetto? Perché ha un piercing sul labbro e uno al capezzolo? Perché ha una farfalla tatuata sul fianco? L'abito non fa il monaco, mamma.»
Si sorprende, di sicuro si chiederà come io faccia a sapere del suo tatuaggio e del suo piercing al capezzolo, dato che non le ho detto che sono andata al mare con lui, ma ho usato la stessa scusa che Ame ha usato con sua mamma.
Proseguo... «È figlio della tua capa, è un bravissimo ragazzo. Mi ha persino proposto di prestarmi il resto dei soldi che mi mancheranno per pagare il viaggio.»
«E va bene, vacci! Ma non voglio saperne niente.»
«Con te non si puó pa...» Mi interrompo. Cerco di ripensare alla sua frase. «Aspetta, cosa?» Chiedo, sbigottita.
«Ho detto che ci puoi andare, ne parlerò con papà. Ci andrai solo se anche lui sarà d'accordo! Ma non contare su di noi, sbrigatela da sola.»
Dovrei rimanerci male, invece non potrei essere più felice di così.
Sorrido, un sorriso che parte da un orecchio e va all'altro.
Vado ad abbracciarla e corro di sopra, incredibile come il mio umore sia cambiato così in fretta.

Sono così sorpresa del fatto di aver convinto mia mamma, che non riesco ancora a crederci.
Ci ho messo un po', a convincerla, pensavo fosse più difficile, invece ci ho messo meno tipo di quanto mi aspettassi.
Mi sdraio sul letto e penso a Madrid.
Penso alla faccia di mio fratello appena mi vedrà.
Penso alla faccia di Chris se venisse a sapere che sarà Travis ad accompagnarmi.
Scaccio quel pensiero e torno a Theo. Dovrò chiamarlo appena arriverò in aeroporto, dovrà venirmi a prendere lui, per forza.
Prendo il telefono e vado sul sito dello SkyScanner.

«Perché sei così felice? Mi hai appena detto che tua mamma ha scoperto che lavori qui.» Chiede Travis bevendo un sorso della sua birra, e io faccio una smorfia schifata, ho sempre odiato la birra.
«Se vi dicessi che ho convinto mia mamma per Madrid?» Dico, prendendo Ame per un braccio, per far sì che si avvicinasse a noi.
«Davvero?» Chiede lui.
Io annuisco contenta. «Ho guardato sul sito ieri sera, e l'unico prezzo ragionevole è per il 29 luglio, torneremmo il 29 agosto, quindi staremmo a Madrid un intero mese.» Faccio una pausa, per poi continuare, esaltata. «Sono diciannove ore e quarantacinque minuti all'andata e dodici ore e trenta minuti al ritorno. Il costo è di 1.002€, e considerando che siamo in tre, viene una somma di 3.004€. Faremmo un solo scalo, a New York e...»
«Okay, abbiamo capito.» M'interrompe Ame.
«E la somma sarà di 2.173€»
La guardo, non capendo. «Perché? Non vuoi venire?»
Lei scuote la testa per poi andare ad asciugare i bicchieri puliti nel lavello.
Guardo Travis e lui fa spallucce, sorridendo subito dopo. «Vieni lo stesso? Anche se lei non viene?»
Annuisco. «Certo, ora che ho convinto mia mamma non mi tiro indietro. Aspetto lo stipendio, se riesco chiedo un anticipo, e appena lo ricevo prenotiamo i biglietti.»
«Posso prenotarli io, se vuoi. Per evitare che ce li rubino.»
«Travis...»
Lui sbuffa. «Me li darai, stai tranquilla. Voglio prenotarli, averli tra le mie mani ed essere sicuro dei fatto che partiremo.»
Sorrido. «Va bene. Prenotali, allora.»
Travis ricambia il sorriso e dice: «Sono felice di andare in vacanza con te, chi l'avrebbe mai detto?»
Scoppio a ridere, e lui con me. «Non ti illudere, non ti sopporto ancora.»
Alza le sopracciglia. «Mh, ci credo poco.»
Scuoto la testa ridendo e vado a servire due clienti.
Ame mi fissa con faccia incredula, sbuffo e la lascio stare.
Non è colpa mia se lei non vuole venire, e a Madrid ci vado per mio fratello, non per fare una vacanza con Travis.
Si, beh, penso che mi divertirò insieme a Travis; quando mio fratello lavorerà io passerò il tempo con lui e la sua ragazza, ma il motivo principale per cui vado a Madrid è mio fratello.
«Non pensavo di essere così poco importante, per te.» Dice avvicinandosi a me. La guardo incredula ma non rispondo, è inutile. «Mi hai sentita?»
«Cosa vuoi che faccia, Ame? Mi hai appena detto che non vuoi venire, cosa devo fare?»
«Non questo, di sicuro.»
Inarco le sopracciglia. «Questo cosa?»
«Appena ho detto che non sarei venuta non hai detto niente, non hai fatto niente per convincermi a venire, hai continuato a parlare del prezzo e della duratura del viaggio. Ci andresti anche senza di me?»
«Certo, certo che ci vado anche senza di te! Lo sai quanto è importante per me andare a Madrid, e sai da quanto tempo sto cercando di convincere i miei genitori.»
Si avvicina Travis al bancone e ascolta la nostra discussione, perché in qualche modo c'entra anche lui.
«Stai andando in vacanza con il mio fidanzato, Yasmine!» Sbraita.
Mi metto a ridere. «Non è il tuo fidanzato», e allo stesso tempo Travis dice: «Non sono il tuo fidanzato.»
Amelia ci guarda incredula, alternando lo sguardo da me a lui; prende la borsa ed esce dal bar, lasciandomi da sola al bancone.
Alzo le braccia esasperata e le faccio ricadere sui fianchi, mi viene quasi da piangere.
In questo periodo sto litigando con Ame più spesso del solito, e sono stanca.
Mi manca la mia amica.

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