Seven.

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Eccoci a martedì, siamo già al due luglio e queste vacanze stanno passando più velocemente del previsto.
In questi giorni il rapporto con Chris è del tutto cambiato, ci sentiamo pochissime volte e non ci vediamo mai.

Fisso il baule aperto del pick up di Brendon e le valigie appoggiate alla soglia della porta.
«Yasmine!» Esclama Chris, venendomi in contro.
«Cosa.. state..»
«Si.» Risponde, capendo ciò che volessi chiedergli.
«E parti così? Senza dirmi niente?»
«La scorsa settimana te l'ho detto, che sarei partito questa settimana.»
«Si ma.. pensavo di sabato, pensavo mi preparassi, prima di andartene.»
Si mordicchia il labbro, è uno dei suoi vizi, mordersi il labbro quando è nervoso.
«Mi dispiace.»
«Non pensavo neanche che fossi serio.»
Scuote la testa. «Io sono ancora arrabbiato con te, quindi questa vacanza mi servirà.»
«Due mesi lontano da me ti serviranno per capire se ne è valsa la pena vivere questi due anni insieme a me? Per una stupida cosa che è successa settimana scorsa?»
«Per me ne varrà sempre la pena. Ti amo, Yasmine. Ma quello che è successo non lo trovo per niente "stupido".» Fa le virgolette alla parola "stupido". «È una cosa seria, il tradimento.»
Scoppio a ridere, dovrei mettermi a piangere ma la situazione sta degenerando e sembra che lo stia facendo apposta.
Mi guarda con sguardo interrogativo e io rispondo: «Se tu mi amassi come dici, capiresti che no ti tradirei mai, tanto meno con uno che conosco da due giorni.»
«Non voglio tornare sull'argomento. Quando potrò ti chiamerò, ma non insistere. Se me ne vado, è per i miei parenti, si, ma anche per riuscire a capire se stare lontano da te per un po di tempo può farmi bene.»
«Cosa vuol dire? Se starai bene mi lascerai?»
Ci pensa su, e già il suo pensare è una risposta. «Non lo so. Non voglio pensarci, adesso.»
Lo guardo inorridita. Per me la nostra storia sta finendo già adesso. «In due anni non abbiamo mai avuto problemi, e per uno stupido problema, che non si può nemmeno definire tale, stai facendo un casino della madonna. Stai creando drammi per niente, stai parlando come se non facciamo altro che litigare.»
«A te sembra che siamo calmi, in questo periodo?»
Sbuffo, spazientita. «Non intendevo questo. Intendevo che parli come se in due anni non facciamo altro che litigare, e a me sembra il contrario. La nostra storia è sempre stata tranquilla, mai problemi di mezzo.»
«Ma non può filare sempre liscio, i problemi in una storia è normale che ci siano. Sarebbe noioso, se no.»
Incoerenza.
«Vedi che non sai neanche tu cosa dici? Prima vuoi allontanarti dai problemi e poi dici che senza quelli sarebbe una storia noiosa.»
Sbuffa una risatina amara, più che altro una serie di versi incapibili. «Si, un fidanzato e una fidanzata litigano, è normale.»
«Ma bisogna cercare di risolvere, però!» Dico, alzando un po la voce. «Non puoi dire due cose completamente diverse, non puoi essere così incoerente!»
«Io non..»
Lo interrompe sua mamma, che sbuca da dietro.
Ero talmente concentrata a discutere con Chris che non l'avevo nemmeno vista arrivare.
«Ei, state litigando?»
«No, mamma.» Risponde lui acidamente.
«Mh, okay. Dobbiamo andare, è tardi. Ciao tesoro.»
«Ciao.» Rispondo.
«Ti saluto io Brendon, è impegnato con le valigie.»
Io annuisco e le do un bacio sulla guancia, poi si allontana lasciandomi di nuovo da sola con Chris.
«Beh..»
«Ciao.» Dico anche a lui, con tono distaccato, diverso da quello che ho usato con Amber.
«Ci vediamo ad agosto.»
Gli sorrido amaramente e mi giro.
«Aspetta.» Si posa davanti a me e io roteo gli occhi.
Si avvicina per darmi un bacio, ma giro la testa per far sì che le sue labbra si appoggino sulla mia guancia.
Rimane appoggiato a lungo, forse cercando di capire perché io mi fossi girata, come se fosse tanto difficile.
Si stacca e mi guarda negli occhi, la voglia di baciarlo è forte ma non cedo.
Aspetterò questi due mesi per poterlo rifare, sempre se la sua decisione sarà quella che mi aspetto.
«Ciao.»
«Scegli bene.» Dico, per poi andarmene prima di mettermi a piangere davanti a lui.

Il District è vuoto, c'è solo Travis, come sempre, seduto a un tavolo con i suoi soliti amici.
Amelia è appoggiata al bancone e sta guardando il cellulare.
Mi avvicino a lei e quasi si spaventa.
«É arrivata l'ora di parlare.»
«Di cosa?» Chiede.
«Di noi. Non voglio perderti, Ame. Ti voglio bene.» Faccio un altro passo verso di lei, vorrei abbracciarla. Mi mancano così tanto i suoi abbracci. «E inoltre Chris è partito, e io voglio comunque cercare di lavorare qui.»
«Come farai? I tuoi non ti lasceranno andare da sola.»
«Troverò il modo.» Rispondo, allargando le braccia.
Lei sorride e si avvicina, stringendomi forte. «Parlerò con Carlos, il mio capo.»
Annuisco e la stringo più forte. «Mi sei mancata.»
«Anche tu e..» si stacca per guardarmi in faccia. «Scusa.»
«Stai tranquilla.»
«Mi sono comportata da amica stronza.»
Annuisco lentamente. È vero, si è comportata da tale ma le voglio troppo bene per non perdonarla.
«Ti vedo un po.. spenta.»
Chiudo gli occhi e sospiro.
La verità, è che sto urlando internamente e nessuno mi sente.
La verità è che mi manca Christian e pensare che passerò due mesi, due mesi interi senza di lui mi fa andare fuori di testa.
Ci siamo divisi si e no un giorno, forse neanche, e questa separazione, pausa se così si può chiamare, mi fa stare male.
Forse potrebbe essere una cosa positiva, potrebbe essere un tentativo per provare a staccarci un po, siamo abituati a stare sempre insieme e non è propriamente un bene.
Star divisi per un po, può farci capire se davvero siamo innamorati.
«Ti ha.. insomma, ti ha per caso la..»
«No!» Mi affretto a dire. «Non mi ha lasciata! È partito per Los Angeles.»
«Cosa? È andato in California?» Sbarra gli occhi e spalanca la bocca, la sua tipica espressione quando è stupita.
«Si.»
«Perché? Non per te, spero.»
«Va dai suoi parenti con i suoi genitori.» Dico, ma sono certa del fatto che oltre a farlo per andare dai suoi parenti, lo sta facendo anche per lui, e anche per me.
L'ha detto anche lui, e questo mi spaventa parecchio.
E come se mi leggesse nel pensiero: «Sei.. insomma, sei sicura? Che sia solo per i suoi parenti?» Sospira. «Da come mi parlavi, sembrava così sicuro dell'idea di accompagnarti a Madrid.»
Mi rattristo.
Mia mamma e mio papà non mi manderanno mai a Madrid da sola, non volevamo mandarmi con Chris, figuriamoci da sola.
«Di sicuro un motivo oltre ai suoi parenti ci sarà.»
«E quale pensi che sia?» Chiede.
«Vuole allontanarsi per un pó di tempo per capire cosa vuole davvero.»
«Te l'ha detto lui?»
Annuisco.
«E non hai paura di questo?»
«Di cosa?» Mi appoggio al bancone.
«Lui potrebbe innamorarsi di una ragazza, e tu di un ragazzo. In due mesi potrebbe succedere di tutto.»
Mi tappo le orecchie.
«No. Non succederà. Ci amiamo, questa è solo una piccola pausa, ma quando tornerà sarà tutto come prima, e questa distanza servirà solo a rafforzare il nostro rapporto. Ogni tanto ci vuole, un po di distacco.»
Mi massaggio la spalla, e quelle parole le ho dette più che altro per convincere me stessa.
«Ciao.» Dice Travis sedendosi sullo sgabello di fronte al mio, lo saluto con un cenno e lui sorride.
Cazzo sorridi?
«So che mi manderete a fanculo, ma ci provo. Vi va una giornata al mare?»
Lo guardo male. «Ti pare? Ti pare che vengo al mare con voi due?»
«E beh? Da quanto ho sentito il tuo ragazzo non torna prima della fine di agosto, e io ho voglia di andare al mare.»
Strano che non ascoltava ciò che abbiamo detto.
«A me piacerebbe.» Dice Ame. «Ma perché non lo chiedi ai tuoi amici?»
«Perché mio cugino non c'è, e Mark e Paul lavorano di sabato.» Spiega.
«E io cosa faccio? La candela?»
«Amica, è solo una giornata al mare, e noi non faremo niente. Dai!»
Sbuffo.
In effetti da quando sono iniziate le vacanze estive sono andata in piscina solo due volte e non ho ancora visto l'ombra del mare.
«Okay, ma tu lavori.»
«Andremo sabato, no?» Dice, guardando il suo.. guardando Travis.
«Si. Ruby Beach o Kalaloch Beach?»
«Kalaloch Beach, decisamente. Ruby Beach è troppo affollata.» Dico.
«Meglio, più culi da guardare.» Fa un occhiolino seguito da un sorrisetto malizioso e Ame lo guarda infastidita.
Non so a cosa sto andando incontro, se Chris sapesse che passerò un'intera giornata al mare con Travis, probabilmente mi lascerebbe subito.
Okay, non siamo da soli, quindi questo allevia il problema, ma so per certo che gli darebbe fastidio, anche se ci fossero altre cinquanta persone oltre a noi.
«Io ho il pick-up dal meccanico, ma prima di sabato penso sia pronta.»
«E se non sarà pronta? Rimanderemo?»
Scuote la testa. «Potrei sempre chiederla a John, mio cugino.»
Annuisco.
Guardo Ame, spenta con lo sguardo basso.
Non riesco a capire se le sta dando fastidio il fatto che io stia parlando con Travis, o la frase che ha detto prima.
Mi alzo, li saluto e vado verso l'uscita, ma Travis si mette di fronte a me, in modo da non farmi passare.
Sbuffo e alzo gli occhi al cielo.
«Come faremo a passare una giornata intera insieme, se continui a odiarmi?»
«Non ti odio, Travis. Te l'ho già detto, non sei una di quelle persone con la quale vorrei avere un rapporto. E al mare ci vengo perché voglio andarci, non perché voglio passare del tempo con te.»
«Capisco. Io dopo questa frase dovrei dirti che ti arrangerai, e che al mare ci andrai da sola. Ma sono troppo buono, quindi ti ci porterò.» Sorride, e non posso fare a meno di sorridere anch'io. «Come farai per Madrid? Ho sentito che il tuo ragazzo è partito per la California.»
Mi sfugge un verso. «Si, e non lo so.. Ame prova a chiedere al suo capo se potrebbero assumermi qui, ma il tempo passa, non so se avrò abbastanza soldi per pagarmi il viaggio, e soprattutto non mi ci manderanno da sola.»
Gioca con il piercing al labbro, e smette solo quando deve dire: «Ti ci accompagnerei io.. Sai io ho i miei..»
«No!» Esclamo. «Neanche per sogno.»
«Oh scusa..» Si mette a ridere ma io rimango seria.
Non mi farei mai accompagnare da lui a Madrid.
Uno, mio fratello non capirebbe.
Due, mia mamma mi manderebbe a quel paese.
Tre, non abbiamo un rapporto tale da andare in vacanza insieme.

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