Scrivere un thriller, 2 - I consigli di Ian Fleming

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(n.d.T) Per chi non lo sapesse, Ian Fleming è il "babbo" di Bond. 

James Bond.


Spesso la gente mi chiede: "Come riesci a pensarci? Che straordinaria (o talvolta estremamente contorta) mente devi avere". Certamente ho una vivida immaginazione, ma non credo vi sia nulla di molto strano in merito.

Noi tutti ci siamo nutriti di fiabe e storie di avventura e di fantasmi per i primi 20 anni della nostra vita, e l'unica differenza tra me e voi è forse che la mia immaginazione mi fa guadagnare denaro. Ma, per tornare al mio primo libro, Casino Royale, vi sono forti incidenti nel libro che sono tutti basati su fatti. Li ho estratti dai miei ricordi di guerra della "Naval Intelligence Division", li ho messi insieme, creato un eroe, un cattivo e una eroina, ed è uscito il libro.

Per prima cosa c'è stato l'attentato a Bond al di fuori dell'Hotel Splendide. Lo SMERSH aveva dato a due assassini bulgari delle borse per macchine fotografiche da portare in spalla. Una di pelle rossa e l'altra blu. Lo SMERSH aveva detto ai bulgari che quella rossa conteneva una bomba e la blu un potente fumogeno, sotto la copertura del quale sarebbero potuti fuggire.

Uno doveva lanciare la bomba rossa e l'altro premere il pulsante sulla custodia blu. Ma i bulgari non avevano fiducia nel piano e decisero di premere il pulsante blu e nascondersi nel fumo prima di lanciare la bomba. In realtà, anche la custodia blu conteneva una bomba abbastanza potente da ridurli in frammenti e rimuovere tutti gli elementi di prova che avrebbero potuto puntare allo SMERSH.

Forzato, si potrebbe dire. In realtà, questo è stato il metodo utilizzato nell'attentato russo a Von Papen ad Ankara nel mezzo della guerra. In tale occasione gli assassini erano bulgari e furono ridotti in pezzetti, mentre Von Papen e sua moglie, che andavano a piedi da casa all'ambasciata, furono solo investiti dallo spostamento d'aria dell'esplosione.

Così, vedete che la linea di demarcazione tra realtà e fantasia è molto stretta. Penso che potrei collegare la maggior parte degli incidenti centrali nei miei libri ad alcuni avvenimenti reali.

Siamo così giunti al finale e supremo ostacolo nella scrittura di un thriller. Si devono conoscere cose emozionanti, prima di poter scrivere su di esse. L'immaginazione da sola non è sufficiente, ma le storie sentite da amici o lette sui giornali possono essere di base per una fertile immaginazione, e una certa quantità di ricerca e documentazione di fatti che sembreranno realistici nella fiction.

Dopo aver assimilato tutta questa incoraggiante consulenza, il vostro cuore dovrà tuttavia reggere lo sforzo fisico che serve per un thriller. Io simpatizzo per voi. Anch'io sono pigro. Il mio cuore affonda quando contemplo i due o trecento fogli vergini che devo riempire con termini più o meno ben scelti, al fine di produrre un libro da 60000 parole.

Uno degli elementi essenziali è quello di creare un vuoto nella mia vita che non può che essere riempito in modo soddisfacente da una qualche forma di lavoro creativo – che si tratti di scrittura, pittura, scultura, la composizione o semplicemente costruire una barca – sono stato anche sul punto di sposarmi – una prospettiva che mi ha riempito di terrore. Per dare alle mie mani qualcosa da fare, e come un anticorpo al mio scrupolo circa il matrimonio dopo 43 anni in qualità di single, ho deciso un giorno di sedermi maledettamente bene e scrivere un libro...

La terapia è stata di successo. E mentre ancora scrivo una certa quantità di pagine a Londra, è durante le mie visite annuali in Giamaica che tutti i miei libri sono stati scritti.

Ma, in mancanza di un rifugio come il mio, posso raccomandare camere di hotel il più lontane possibile dalla vostra solita "vita". Il vostro anonimato in questi squallidi dintorni e la vostra mancanza di amici e distrazioni creerà un vuoto che dovrebbe obbligarvi a scrivere e, se il portafogli è vuoto, a scrivere velocemente e con applicazione. Io lo faccio alla macchina da scrivere, utilizzando sei dita. L'atto di battere i tasti è di gran lunga meno faticoso di scrivere a penna, e si termina con un manoscritto più o meno pulito. L'altra cosa essenziale è mantenere rigorosamente una routine.

Scrivo per circa tre ore la mattina – da circa le 9:30 alle 12:30 e faccio un'altra ora di lavoro tra sei e sette di sera. Alla fine di questo mi ricompenso numerando le pagine e mettendole via in una cartella nera. Tutte queste quattro ore di lavoro giornaliere sono dedicate a scrivere narrativa.

Non correggo mai nulla e non torno indietro a quello che ho scritto, tranne alla fine dell'ultima pagina per vedere dove devo andare. Se vi guardate indietro una volta, siete finiti. Come ho potuto scrivere questo schifo? Come ho potuto usare "terribile" sei volte in una pagina? E così via. Se si interrompe la scrittura di narrativa veloce con troppa introspezione e auto-critica, sarete fortunati se scriverete 500 parole al giorno e sarete disgustati di esse. Seguendo la mia formula, scriverete 2000 parole al giorno e non sarete disgustati fino a quando il libro non è finito, che sarà nel giro di sei settimane.

Io addirittura non faccio pause per scegliere la parola giusta o per verificare l'ortografia o un fatto. Tutto questo può essere fatto quando il libro è finito.

Quando il mio libro è completato trascorro circa una settimana per la correzione dei più evidenti errori e la riscrittura di alcuni passaggi. Quindi il libro è digitato correttamente con le intestazioni dei capitoli e tutto il resto della rifilature. Dopodiché lo scorro di nuovo, riscrivo le peggiori pagine e mando al mio editore.

Essi sono a Jonathan Cape e, oltre a commentare il libro nel suo insieme, fanno proposte dettagliate che io accetto o scarto. Quindi la versione finale va alla stampante e, a tempo debito, si può andare sulle pagine con un nuovo occhio. Poi il libro è pubblicato e inizi a ricevere lettere da persone che dicono che Vent Vert è fatto da Balmain e non da Dior, che l'Orient Express ha freni a vuoto e non freni idraulici, e cose del genere.

Questo tipo di errore non sono davvero colpa di nessuno, tranne che dell'autore, e lo fanno arrossire furiosamente quando egli li vede in stampa. Ma la maggioranza del pubblico non se ne preoccupa o, peggio, non li nota, ed è una ferita per la vanità dell'autore realizzare quanto velocemente il lettore salti le parole che gli hanno preso tanti mesi di tempo per provare a organizzarle nella giusta sequenza.

Ma cosa, dopo tutte queste fatiche, sono i premi della scrittura e, nel mio caso, di scrivere thriller?

Prima di tutto, essi sono di ordine finanziario. Non si fa una grande quantità di denaro da canoni e diritti di traduzione, e così via e, a meno che non si sia molto laboriosi e di successo, non si può solo vivere solo di tali utili, ma se si vendono i diritti per dei film lo si può fare molto bene. Soprattutto, essere uno scrittore di successo è una buona vita. Non è necessario lavorare tutto il tempo e portate il vostro ufficio in giro nella testa. E siete molto più consapevoli del mondo intorno a voi.

La scrittura vi rende più vivi e, dal momento che il principale ingrediente della vita, anche se si potrebbe non pensarlo della maggior parte degli esseri umani, è quello di essere vivi, questo è un utile sottoprodotto della scrittura.


da thrillercafè.it

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