E' stata Sofia a chiamare l'ambulanza. Mio padre giace accanto a me, in una pozza di sangue.
"Alice che cazzo hai fatto? Non dovevi farlo. Succederà un casino."
Piange, è disperata. Mi accarezza i capelli sporchi di sangue e dondola avanti e indietro. Penso di avere qualche osso rotto, ma non mi importa. Racconterò tutto quello che è successo. Mio padre ci stuprava. Ha stuprato mia sorella e aveva intenzione di stuprare anche me. Mi sono ribellata, ma voleva costringermi a scendere in cantina, dove si trova anche la gabbia in cui ci rinchiudeva per fare i suoi giochetti perversi. Mi divincolavo dalla sua presa. Stavolta voleva usare quella cosa, quella che hanno trovato davanti alla porta, per divertirsi con me, usava spesso oggetti come quello. Mentre mi divincolavo l'ho spinto ed ha battuto la testa sullo scaffale, dove aveva appoggiato l'attrezzo, che è caduto per terra. Preso dall'ira mi è venuto addosso e siamo cascati entrambi per le scale. Il resto lo hanno potuto vedere con i loro occhi. Ha avuto quello che si meritava.
L'ambulanza non è ancora arrivata, non sento le sirene. Ma la porta di casa si apre, lo scricchiolio è inconfondibile.
"Amore mio, cosa ti hanno fatto? Che cosa gli avete fatto? No, non può essere vero"
Mamma è a casa. Non si preoccupa di me, corre dritta verso suo marito e lo abbraccia piangendo.
"Cosa avete fatto? Perché?"
"Mamma tu non sai..."
"Cosa? Cosa non so? Non avete saputo soddisfarlo? Te dovresti essere brava Alice, o sbaglio? Stupide puttane. Nemmeno il vostro lavoro sapete fare"
Lei sa. Come è possibile che sappia? Come può non fare nulla? E' dalla sua parte?
"Devo portare via tutto prima che arrivi l'ambulanza. Se trovano la gabbia e tutte le altre cose vi porteranno via. Per quanto riguarda voi due, se esce una parola dalle vostre bocche di quello che succede in questa casa, ve la farò pagare. Voi siete mie, io vi ho dato la vita, siete di mia proprietà, e nessuno ha il diritto di portarvi via da me. Avete capito bene?"
Sofia non parla, la guarda, ha paura ed è stupita dalle parole che pronuncia nostra madre. Io non ho le forze per rispondere, non ho le forze per reagire. Mi sento stanca. Mia madre si alza.
"Muoviti Sofia, dammi una mano"
Mi si stanno chiudendo gli occhi. Non può essere possibile, è un incubo.
"Alice, svegliati, Alice, mi senti?"
Non mi trovo più sul pavimento freddo, intorno a me le sirene sono ancora accese. Sono immobilizzata, non mi piace la sensazione, ma non riesco a parlare.
"Se mi senti fai segno con la testa"
Sì, ti sento. Gli occhi sono pesanti.
"Molto bene Alice, non dormire, rimani con me, continuerò a parlarti"
Provo ad aprire gli occhi, riesco a tenerli al massimo socchiusi. Accanto a me c'è una barella, sopra un sacco nero. Accanto mia madre che piange. Non può essere possibile. Non so più chi è il mostro. Se lei lo sapeva, perché non ha fatto nulla? Perché ha continuato ad andare "fuori per lavoro"?
Cosa devo fare ora? Lei me la farà pagare, ce la farà pagare. Non posso più raccontare quello che succedeva. Cosa dirò adesso?
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Lasciami andare
Fiksi RemajaTutti gli adolescenti hanno problemi con i propri genitori, ma Alice vive in una famiglia particolare e quando si accorge del pericolo intorno a lei, è già troppo tardi.