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Pov's Harry
La maggior parte di quelle ragazze non mi piaceva, parlavano troppo e si credevano chissà chi, l'unica mi stava simpatica era Sunshine, era anche carina, aveva i capelli castano chiaro che le arrivavano fino alle spalle, i suoi occhi erano verdi chiaro, sarebbe l'unica che sarei riuscito a sopportare.

«Allora Harry, hai scelto?»chiese mia madre con gli occhi che brillavano.

«Sì, dovete venire a firmare i documenti» annuirono entrambi ed entrammo nell'edificio, questa volta seduta sulla poltroncina c'era una donna si mezza età, venì verso di noi e ci sorrise.

«Salve, sono la signora Smith, la direttrice, come posso esservi utile?» le trinsimo la mano.

«Ieri mio figlio è venuto a visitare l'Istituto, abbiamo deciso di adottare una ragazza» lei annuì e guardò dei fogli.

«Harry Styles?» chiese e io annuii. «Oh sì, Sunshine ha fatto un buon lavoro?» chiese e io annuii di nuovo. «Bene, venite nel mio ufficio, se vuoi tu puoi andare a parlare con la ragazza e farla venire nel mio ufficio» si vedeva che la signora ci teneva ai ragazzi, uscii nel cortile, tutto uguale a ieri, dovevo trovarla tra la marea di ragazzine, ieri aveva detto che era sportiva quindi poteva essere ai campetti, come mi aspettavo stava giocando a calcio con le sue amiche.

La guardai mentre correva ma poi si fermò quando una ragazza le si avvicinò e le disse qualcosa all'orecchio «Porca merda!» urlò e si mise a correre nella parte maschile, la seguii con lo sguardo, correva molto veloce e si buttò addosso ad un ragazzo «Sei un fottuto bastardo!» urlò e iniziò a tirargli pugni in faccia, sembrava una vera e propria furia.

«Shy andiamo» un altro ragazzo cercò di allontanarla ma lei gli diede un calcio proprio lì facendolo cadere a terra, provavo dolore per quel povero disgraziato.

«Prova a toccare Grace ancora una volta e la tua testa non si troverà più sul collo!» gli diede un ultimo calcio e se ne andò, arrivò davanti alle sue amiche e fece comparire un sorriso da angioletto sul viso, dovevo ricordarmi di non farla incazzare o sarebbero stati guai, mi avvicinai a lei.

«Giorno Sunshine» si girò e mi sorrise, notai delle piccole fossette spuntare sulle sue guance.

«Ciao Harry, scelto la sorellina?» mi chiese e io annuii.

«A proposito, la signora Smith mi ha chiesto di accompagnarti nel suo ufficio» alzò gli occhi al cielo e borbottò un "Fanculo" prima di farmi strada dopo aver salutato le sue amiche.

Una volta davanti alla porta bussò ed entrò con me dietro «Le giuro che non ho fatto niente! È stato David, mi ha provocata! Insomma, io sono buona» disse ma poi si rese conto che c'erano i miei genitori e arrossì, sembrava una piccola bambina.

«Non so di cosa stai parlando Sunshine, ora sedetevi» lei tirò un sospiro di sollievo, pensava che l'aveva chiamata perché aveva picchiato quel ragazzo? «Sai perché sei qui?» lei scosse la testa e guardò tutti i presenti.

«Ho combinato qualcosa?»chiese subito e la signora sbuffò.

«Hai combinato molto ma non sei qui per questo, questa famiglia ti vuole adottare» lei spalancò gli occhi.

«Davvero?» chiese e io annuii, sorrise ma c'era qualcosa di strano nel suo sorriso.

«Bene, puoi andare a prepararti e dopo vai all'entrata» lei annuì ed uscì, la signora tirò un sospiro. «Dovete sapere che Sunshine è un po'... aggressiva, lei si affeziona facilmente alle cose e diventa possessiva, non permette a nessuno di toccare le sue "cose", ci mette un po' ad accettare i cambiamenti, lei una volta era stata adottata ma non è andata bene» ero confuso.

«In che senso?» sospirò.

«All'età di 10 anni l'aveva adottata un uomo, la usava per i suoi bisogni sessuali, lei è riuscita a scappare ed è diventata più diffidente, non si lascia avvicinare facilmente, sa difendersi e vuole difendere chiunque le stia intorno» annuii, mi dispiaceva per quello che le era successo e da quello che avevo visto sapeva difendersi per bene. «Non c'è altro, spero solo che non vi dia problemi» i miei mi guardarono e io sorrisi.

«Arrivederci» uscii e incontrai la bambina di ieri. «Ciao, dov'è Sunshine?»

Alzò lo sguardo e vidi tristezza. «Si sta preparando, mi mancherà» mi dispiaceva portarla via ma non volevo di certo finire picchiato a sangue.

«Magari verrà a trovarti» mi sorrise.

«Lo spero, è una delle poche che si  preoccupa di me» le sorrisi e andai all'entrata dove la trovai mentre teneva in mano un borsone.

«Pronta?» le chiesi vedendola nervosa.

«Sì, grazie» le rivolsi un sorriso e arrivarono i miei che ci fecero salire in auto.

Sorella Cercasi|| H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora