- Dovevate vedere la sua faccia quando siamo scesi dalle montagne russe, erano tipo:"Ricordami di non farlo mai più nella mia vita"- continuava Harry raccontando di tutti gli episodi imbarazzanti successi al parco divertimenti, sembrava un bambino spensierato, mentre io, da quando avevo visto quella donna, mi sentivo come se avessi dimenticato qualcosa, la sensazione di sapere qualcosa ma non ricordarsela mi divorava. - L'importante è che vi siete divertiti - lo interruppe Anne forse esausta dei racconti del riccio. - Ora il bello sarà vederla al ritorno - mormorò questo dandomi un pizzicotto. Sbattei velocemente le palpebre rendendomi conto di non aver ascoltato nulla di quello che stavano dicendo. - Per fortuna il figlio di Walter soffre di mal d'auto, così ci siamo fatti prestare delle pastiglie apposta, ecco - Anne mi porse una bottiglietta d'acqua ed una pasticca, alzai le spalle mandai giù tutto. Allacciammo tutti le cinture e appoggiai la testa sulla spalla di Harry mentre la stanchezza e il sonno presero il sopravvento.
- Signora Smith!- urlai scendendo le scale fino al suo ufficio, la stavo cercando da un'ora e ancora non l'avevo trovata. - Signora Smith!- urlai di nuovo entrando nel suo ufficio. Era vuoto e molto disordinato. Andai a sedermi sulla sedia decidendo di volerla aspettare lì seduta nella speranza che sarebbe tornata. Guardandomi attorno notai dei fogli sulla sua scrivania, presa dalla curiosità mi sposta sulla sua sedia davanti alla scrivania e presi i vari documenti in mano. Avevo 8 anni e sapevo benissimo leggere.
Il primo documento era una specie di carta d'identità. In alto c'era riportata una foto: era una donna molto giovane e molto bella, avrà avuto sui 18 anni. La foto era in bianco e nero dunque non mi permise di vedere di che colore fossero i suoi occhi o i suoi capelli. Spostai lo sguardo sul secondo documento. In realtà era una busta chiusa, la girai per vedere la scritta.
"A chi troverà la mia bambina. La prego di consegnarle questa lettera quando avrà raggiunto la maggior età..." venni interrotta dall'entrata di Bethany. - Shy! Se la signora Smith ti trova qui, ti metterà in punizione! Andiamo - mi porse la mano. Riposi tutto sulla scrivania e corsi da lei - Cosa stavi facendo?- mi chiese - Niente, volevo vedere cosa stava leggendo la signora Smith, ma non c'è niente di interessante - risposi alzando le spalle - Meglio così, andiamo in giardino!-Mi risvegliai quando Harry mi scosse la spalla avvertendomi di essere arrivati.
Quella scena l'avevo vissuta prima di essere adottata da Stefan, eppure il ricordo in sé era chiaro, solo che ero più curiosa ora, dovevo assolutamente chiedere alla signora Smith.**
- Non sei costretta - mi ricordò Anne per la centesima volta. - Infatti ci vado per mia volontà - dissi una volta davanti al tribunale, il suono del mio cellulare, lo presi e risposi - Pronto?-
- Carotina!- urlò Louis facendomi allontanare il telefono dall'orecchio - Dio, i miei timpani - mi lamentati. - Harry mi ha detto tutto, sta tranquilla e manda a fanculo quel vecchio - corrugai la fronte - Louis, hai bevuto?- chiesi - Un pochino, poco poco - alzai gli occhi al cielo - Sono appena le 6 del pomeriggio! Perché hai bevuto? - non era normale per lui bere così tanto. - Non ho bevuto tanto, ma ora devo andarmene, ciaooo - mi spense in faccia - Chi era?- chiese Harry aprendomi la portiera. - Louis, è ubriaco marcio - esclamai, non ne capivo il vero motivo, Louis non era uno che si ubriacava così. - Louis è così, quando è confuso o disorientata inizia a bere, vedrai che domani starà bene e andremo a parlargli - mi tranquillizzò cingendo la mia vita con il suo braccio. - Tra il tribunale, Stefan e il resto pure Louis doveva farmi preoccupare - ero esasperata, troppi problemi nella mia vita, e la cosa peggiore era che avrei dovuto rivedere Stefan dopo anni.
Insieme ad Anne, Des e Harry entrai nell'aula dentro la quale si sarebbe svolto tutta la seduta, ero nervosa, stavo tremando. Ci sedemmo sulle sedie, non c'erano molte persone. Potevo riconoscere West, un amico di Stefan, la signora Smith che mi sorrise appena mi vide, la vicina di casa di Stefan ed infine un uomo robusto che non avevo mai visto. D'un tratto la porta si aprì ed entrò. Era scortato da due guardie, aveva le manette ed una tuta arancione. Camminava a testa bassa, sembrava così stanco e malandato, mi faceva, in un certo senso, pena. Si sedette ad un tavolino di fianco alla scrivania del giudice.
- Tutti in piedi per il giudice - disse uno degli uomini e ci alzammo mentre un uomo barbuto entrò e si sedette alla scrivania, prese dei fogli e lesse velocemente prima di portare lo sguardo su tutti noi, ci fece cenno di sederci e poi iniziò a parlare.
- Oggi siamo qui per una possibile uscita dal carcere del signor Stefan Anderson, il seguente è stato condannato a 10 anni di condanna per abuso di minori, omicidio colposo e uso di sostanze stupefacenti. Nonostante questo, durante i suoi primi 5 anni ha avuto un comportamento rispettoso sia verso i compagni, sia verso il corpo di polizia. Per tanto, se questa sessione andasse bene, il signor Anderson verrebbe lasciato uscire per buona condotta. La parola ora all'avvocato -
- Sì signore - si alzò un uomo magrolino e ben vestito. Si avvicinò al giudice e continuò - io sono qui per dire che il mio cliente, il signor Anderson, si merita l'uscita per buona condotta. Infatti il mio cliente non solo si è pentito di tutti i reati commessi ma vorrebbe risarcire anche la ragazzina da lui maltrattata - il silenzio piombò nell'aula. Portai il mio sguardo verso Stefan che mi stava fissando, scossi la testa in disappunto e tornai a guardare il giudice.
- Come primo testimone vorrei chiamare il mio cliente -
Stefan si alzò e andò a sedersi su una sedia alla destra della scrivania del giudice.
- Potrebbe dirci cosa l'ha spinta a fare del male a quella ragazzina?- chiese l'avvocato. Sentii la mano di Harry stringere la mia mano cercando di farmi capire che lui c'era per me.
- Io non ho mai voluto farle del male. Così come non volevo uccidere Bethany. Non sto dicendo che non me ne assumo le colpe, perché è tutta colpa mia. Vede, dopo aver perso il lavoro e mia moglie ero rimasto solo. Per questo volevo adottare una bambina. E Sunshine era così carina e vivace, anche Bethany era molto dolce. Solo che non trovavo ancora lavoro, ero disperato, cercavo di uscire con gli amici e di dimenticare tutto. Ho fatto uso di alcool e di droga, non ero in me. Amavo con tutto il cuore quelle bambine ma quando ero fatto ed ubriaco non ragionavo, sfogavo i miei dolori con loro e per questo sono terribilmente dispiaciuto. Da quando sono qui, però, mi sono disintossicato, ho capito che la vita va avanti e vorrei avere una seconda possibilità, magari non come padre ma come cittadino - disse con le lacrime agli occhi. Era possibile che si fosse pentito.
- Bene, il prossimo testimone è il signor Alan Elimberg, il vecchio datore di lavoro di Stefan - non ascoltai mezza parola di quello che disse l'uomo robusto, continuavo a pensare alle parole di Stefan, era veramente così dispiaciuto? E se lo avessi aiutato, chi mi avrebbe dato la garanzia che non mi avrebbe fatto di nuovo del male?
- Signorina Sunshine Styles - mi richiamò il giudice, portai tutta l'attenzione su di lui. - tocca a lei a testimoniare - disse con voce dolce. Sospirai e mi alzai, non ne avevo la forza - Potremmo fare una pausa, ho bisogno di prendere aria - dissi con voce incerta e lui annuì alzandosi - Facciamo una pausa, riprenderemo tra 5 minuti - si alzò e se ne andò.Pov's Harry
Ormai tutti avevano testimoniato, mancava solo Sun.
- Facciamo una pausa, riprenderemo tra 5 minuti - disse il giudice e uscì dalla stanza. Sun corse verso di me. - Harry, voglio parlare con Stefan - disse cercando di stare calma, ma vedevo la sua paura. - Vuoi che ti accompagni?- le presi la mano cercando di farle capire che io l'avrei aiutata. Quello stronzo di Stefan era lì seduto con la testa bassa, mi faceva ribollire il sangue dalla rabbia vederlo dopo tutto quello che aveva fatto passare alla mia piccola. Perché ormai Sun era mia e di nessun altro.
- No, voglio parlargli da sola, non mi può più fare niente, aspetta qui - mi diede un bacio sulla guancia facendomi sorridere come un ebete. La osservai mentre andava da Stefan, chiese il permesso di parlare alla guardia e poi si avvicinò a lui. L'uomo sembrava contento di parlarle, troppo contento. Avevo paura, paura che Sun si fosse lasciata incantare dalle sue belle parole quando invece doveva solo ricordarsi il suo dolore, lui doveva marcire in prigione ancora 5 anni. Parlavano come se fossero vecchi amici, Sun gli sorrise poi lo salutò prima di allontanarsi, cosa cazzo stava facendo?
Si avvicinò a papà e gli disse qualcosa all'orecchio, papá spalancò gli occhi. Continuarono così finché non rientrò il giudice.
- Signorina, prego -
Sun andò a sedersi al banco dei testimoni, continuava a giocare con le dita. Era notevolmente nervosa.
- Cosa ne pensa del signor Anderson?- chiese l'avvocato.
- Io... beh... in quei mesi in cui sono stata con lui era come stare con due persone diverse. A volte era dolce e gentile e altre volte era... pericoloso - disse lei guardando prima il giudice, poi Stefan ed infine me. Ero felice che cercasse il mio sguardo, vuol dire che significavo molto per lei. - E cosa pensa della sua probabile uscita?-
- Secondo me... lui... Ehm - si bloccò un attimo e mi guardò. Le sorrisi, sapevo che avrebbe preso la decisione giusta. Sospirò pesantemente prima di raddrizzare la schiena e guardare negli occhi l'avvocato. - Secondo me Stefan ha capito di avere sbagliato, tutti meritano una seconda possibilità, quindi sono d'accordo - il silenzio, la sorpresa, l'imbarazzo, tutte quelle emozioni nel vuoto. Io giudice batté il martelletto sul tavolo - Dopo questa testimonianza, posso con certezza dire che il signor Anderson si merita la libertà, arrivederci - detto questo salutò tutti ed uscì.
Sun mi venne incontro ma la guardai male - Posso spiegare - annuii e si sedette di fianco a me - Ho parlato con lui. Non tornerò a stare a casa sua o cose del genere, anzi, non lo voglio più vedere, ma ho capito che non farà più niente di male, s Des lo terrà d'occhio visto che mi ha promesso di farlo lavorare per lui - spiegò gesticolando, le sorrisi e le accarezzai la guancia - Sei troppo buona, lo sai?- scosse la testa - Era la cosa giusta da fare -
Ci alzammo tutti pronti ad andarmene quando all'uscita Stefan richiamò Sun, ci venne incontro con qualcosa in mano, una scatola. - È per te, spero mi perdonerai - e tornò dentro.
Salimmo in macchina e curioso le chiesi se sapesse cosa ci fosse dentro, scosse la testa e iniziò a togliere la carta, aprì la scatola e ne tirò fuori una bambola. Rimase a fissarla per un paio di minuti prima di abbracciarla piangendo - Ti ho ritrovata Beth -# SPAZIO ME
Non sapete quant'è difficile scrivere con il cerotto al dito, questo è il capitolo più lungo che io abbia mai scritto e chiedo scusa per i vari errori e se ho sbagliato qualcosa perché non so niente su come sia un processo al tribunale.
La vincitrice del giochino è @Maty150502 il nuovo giochino è... secondo voi cosa c'entra la lettera e la foto che si trovavano sulla scrivania dell signora Smith?
Bye😻
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Sorella Cercasi|| H.S.
FanficSunshine è una ragazza di 15 anni che vive nell'orfanotrofio, è una ragazza solare e allegra ma ha avuto un brutto passato. Harry è una ragazzo di 19 anni, ha una famiglia benestante ma si è messo in un pasticcio per cui gli serve una sorella. Cosa...