Nick si era finalmente svegliato.
I medici lo visitarono constatando che era tutto a posto.
Il problema alle gambe forse era momentaneo.
La botta che aveva preso era stata abbastanza forte.
Nick però era preoccupato, sperava di poter tornare a camminare e correre come prima.
Sperava che se ci fossero state conseguenze, gli altri lo avrebbero accettato.
Non si preoccupava di come sarebbe stato lui, ma di cosa avrebbero pensato gli altri.
E sbagliava.Era seduto sul letto che fissava la porta della stanza mentre i medici gli parlavano.
Non stava ascoltando nessuno di loro.
Pensava, pensava troppo e a tutto.
Voleva vedere Alex. Subito.
Provò a scendere dal letto ancora una volta, ma cadde nuovamente.
Non sentì male.
Non sentiva niente alle gambe.
Non sentiva le gambe.
Si lasciò scappare un urlo di rabbia e subito i medici lo aiutarono a risalire sul quel dannato letto.
La ragazza lo sentì.
Stava camminando nervosamente avanti e indietro, quando si spaventò sentendo quel rumore rabbioso e subito corse nella stanza.
Spalancò la porta e si bloccò quando vide gli occhi azzurri lucidi per le lacrime.
I dottori uscirono lasciando soli Nick e Alex.
Chiusa la porta, la ragazza corse incontro al biondo, si fermò vicino a lui per qualche istante, parlandogli con lo sguardo e lo strinse forte a sé, più forte che riuscì.Lo strinse senza lasciarlo per almeno dieci minuti.
Lui legó le sue braccia al bacino di Alex e pianse.
Pianse di gioia, di tristezza, di rabbia.
Era così felice che lei fosse lì con lui.
Gli tornarono in mente tutti i litigi, soprattutto l'ultimo, quando lui se ne andò.
Quando lei era ancora a casa sua e lui in spiaggia con Matt.
Ora però, era lì con lui.Nick singhiozzava.
Le lacrime scendevano sulle sue guance rosse, dopo tanto tempo.
Più piangeva, più stringeva Alexandra a sé.
Lei faceva lo stesso.
Avevano paura che fosse un sogno, avevano paura di svegliarsi e ritrovarsi soli.
-Non ti lascerò mai più!- sussurrò la ragazza tra i singhiozzi.
-Mai più!- ripeté Nick.-Ci sei mancato!- disse Anita con gli occhi lucidi.
-Ci hai fatto prendere un colpo, Nick!- intervenne Diana sorridendo, con lacrime di gioia a rigarle il viso.
Le tre ragazze avevano ricevuto la notizia da Alex e subito si erano precipitate in ospedale.
Sam lo abbracciò e Nick ricambiò l'abbraccio.
Non era assolutamente il momento di respingerla e lui non era poi così scortese.
La ragazza gli restava appiccicata e non si staccava, così Diana dovette prenderla di forza e allontanarla dal biondo.
-Quando torni a casa? Sai che stiamo nella tua villa? Sei stato in coma per circa tre mesi!- disse Anita tutto d'un fiato.
-Anita calmati! Lascialo stare...- intervenne Diana.
-Si, ma...-
-Calmatevi tutte e due!- disse ancora, riferita ad Anita e Sam.
Nick sorrideva, in realtà gli erano mancate quelle ragazze.
Erano come cugine o sorelle per lui.Dopo un po guardò Alexandra.
Era rimasta in un angolo e guardarli sorridendo.
Voleva lasciare alle tre ragazze tutto il tempo di salutare Nick.
Anita vide che Nick cercava sua sorella con lo sguardo così inventò una scusa per lasciarli soli e portare fuori Sam.
Diana se ne sarebbe resa conto da sola.
-Sam mi accompagni a prendere un po d'acqua per Nick?-
-Non puoi andarci da sola?- chiese scocciata la mora.
-No... ehm... ho paura!- disse la ragazza, dopo aver trovato la scusa meno plausibile che potesse esistere.
-Di cosa? Di scivolare nel corridoio?- scherzò Alex, appoggiata a un muro con le braccia incrociate.
-Ah ah divertente. Sto morendo dalle risate.- rispose la sorella con faccia seria.
-Ti accompagno io, dai.- finì Alex.
-No!- gridò Anita di colpo.
-Perché no?- chiese Alex guardandosi attorno non capendo -...Fino a due secondi fa volevi compagnia!- continuò.
-Perché deve venire Sam con me!- disse la sorella sorridendo nervosa.
-L'avevo detto a mamma di farti fare un controllo quando eri piccola...- scherzò Alex a bassa voce, cercando di non farsi sentire dalla sorella.
-Non ho nessun problema io!- disse ancora Anita che aveva sentito lo stesso ciò che Alex aveva sussurrato.
-Ora tu vieni con me.- disse prendendo per un polso Sam e portandola fuori dalla stanza.
Rimasero Diana, Nick e Alexandra.
-Certo che siete strane...- ammise Diana storcendo la bocca.
Nick guardava Alexandra sorridendo e lei faceva lo stesso.
-Ah ecco! Forse sono io che sono troppo normale...- disse ancora la bionda per poi uscire dalla stanza.-Principessa.- la chiamò il biondo, facendo segno alla ragazza di avvicinarsi a lui.
-Dimmi.- sorrise lei sedendoglisi accanto.
-Mi sei mancata.- ammise il ragazzo guardando difronte a sé.
-Davvero?- Si stupì Alex.
-Si... davvero. Mi dispiace per quello che è successo...-
-Non ci pensare ora. Quando starai meglio ne parliamo e risolviamo tutto. Ora non pensarci.- lo zittì la ragazza.
-Ma io sto bene. Io voglio tornare a casa. Subito!- si lamentò.
-Non ancora... abbi pazienza, tra poco potrai.-
-No Alex, adesso voglio tornare a casa e tu mi devi aiutare.-
-Nick, è troppo presto. Ti sei svegliato oggi.-
-Non mi vuoi a casa?-
-Si che ti voglio!- rise la ragazza.
-Mi vuoi?- Il biondo alzò un sopracciglio, facendo intendere tutt'altro.
-Nick!-
-Cosa c'è? Sei diventata rossa!- la prese in giro il ragazzo.
-La smetti?- Si lamentò lei imbarazzata.
-Va bene. Devo dirti una cosa...- iniziò Nick.
-Dimmi occhi blu.- disse Alex facendo comparire un sorriso sul volto del biondo.
-Forse... c'è la possibilità che io...- si bloccò.
-Che tu?-
-Che io non possa più camminare. Non riesco più a muovere le gambe... non le sento più, Alex.- sospirò tristemente Nick.
-C... cosa?- Alexandra rimase senza parole.
-Già.-
-Davvero?- chiese incredula.
-Forse... cioè, c'è la possibilità, ma potrebbe essere solo temporaneo.- disse il ragazzo chinando la testa.
Alexandra rimase in silenzio a metabolizzare la notizia.
Dopo un po però parlò.
-Non preoccuparti, tornerai a camminare e correre come prima. Io ti aiuterò! Ti starò vicino qualunque cosa succeda.- disse guardando il ragazzo affianco a lei.
-Sei seria? Non mi stai prendendo in giro?-
-Ti ho mai detto cazzate, io?-
-Mai... ti adoro principessa.- disse dandole un bacio sulla guancia.
Ed ecco i brividi percorrere il corpo della ragazza.
Sentiva le guance andare a fuoco, e subito, si rese conto di essere diventata rossa.-Ecco, questa è la palestra del nostro ospedale dove farai riabilitazione.- disse il medico a Nick.
Il ragazzo sbuffò, era seduto su di una sedia a rotelle, spinto da Alexandra.
-Verrai qui quando vuoi, ma minimo due volte a settimana.-
-Posso venire anche tutti i giorni?- chiese il ragazzo impaziente.
-Sarebbe meglio che per le prime due settimane tu non faccia sforzi... quindi direi di venire un giorno si e un giorno no. Ovviamente partirai da esercizi semplici. In più, se tutto andrà bene, tra quattro o cinque giorni potrai tornare a casa.-
-Cosa? No! Io vado a casa adesso!- disse agitato.
-Nick, per favore! Non ricominciare.- intervenne Alexandra roteando gli occhi.
Il ragazzo sbuffò e si tranquillizzò.
-Va bene...-
-A casa avete anche una piscina?- chiese il medico ai due.
-Si, certo. Perché?- chiese Alex.
-Nick deve fare degli esercizi per le gambe, deve farli in acqua. Lo aiuteranno molto, quindi se non avete una piscina potrà venire qua a farli.- rispose l'uomo.
-Grazie, ma la piscina c'è anche a casa.- sbottò il ragazzo.
-Nick!- lo riprese Alexandra dandogli uno schiaffo sulla spalla.
-Non si preoccupi. È normale una reazione del genere.- sorrise il medico.-Verrai tutti i giorni?-
-Si, Nick.- sorrise la ragazza.
Erano tornati nella stanza "depressa", come la chiamava Alex, la stanza dove stava Nick.
Il ragazzo era seduto sul letto.
Le prese un lembo della maglia ed iniziò a giocarci.
-Finché non tornerò a casa?- continuò lui.
-Certo!-
-Sono bello come prima dell'incidente?-
-Ma che razza di domanda è questa?- chiese la ragazza ridendo.
-È importante! Rispondimi sinceramente.- disse marcando l'ultima parola.
-Si, sei bello come sempre!-
-Grazie, lo so.- finì lui.
-Ma... cosa chiedi se lo sai? Per me hai preso una botta alla testa...- disse Alex cercando di restare seria.
-Era per vedere se dicevi che sono bello!- ammise Nick alzando un sopracciglio e mostrando un sorriso malizioso.
-E sei contento ora?- sbuffò Alex passandosi una mano fra i capelli.
-Abbastanza...- ammise -...quando esco di qui ti devo dire una cosa.- continuò.
-Non puoi dirla ora? Sono curiosa...-
-Ehm... va bene.- disse il ragazzo sistemandosi meglio sul letto.
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Never Been In Love
RomanceUn ragazzo e una ragazza, separati da mille motivi. Due caratteri diversi, ma in un certo senso simili. Si conoscono da anni, ma le cose da imparare l'uno dell'altra, sono ancora molte. Devono imparare a conoscere se stessi prima di tutto. Si rinc...