"Ricordatevi che morirete tutti"

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La Casa Grande era il posto più strano che Nico, un ragazzo che faceva tranquillamente avanti e in dietro dal mondo dei morti a quello dei vivi, avesse mai visto in tutta la sua vita. Infondo dove altro potevi trovare la testa di in ghepardo impagliato che di tanto in tanto si lasciava sfuggire un ruggito? Un tempo, nella soffitta, tenevano anche un vecchio cadavere hippy che emetteva fumo verde e non sapeva dire altro che profezie incomprensibili e che, solitamente, portavano un casino di problemi. Grazie agli dei, se ne erano liberati con l'avvento di Rachel Elizabeth Dare, il loro nuovo oracolo.

«Nico! Will! Che bella sorpresa!» esclamò Chirone, il centauro responsabile del campo. Era un uomo di mezz'età, anche se, dopo lo scontro con Gea, sembrava un po' più vecchio. Aveva gli occhi saggi e gentili. La parte inferiore del corpo (quella equina) era nascosta in una sedia a rotelle, così che potesse essere scambiato per un banalissimo mortale.
Il figlio di Ade iniziò a giochicchiare con il suo anello di metallo, continuando a tenere il broncio, evidentemente seccato dall'essere stato battuto dal biondo.
«Siamo qua per un'impresa eroica» dichiarò entusiasta quest'ultimo.
Il volto del centauro si incupì, rivelando tutta la sua stanchezza. «Un'impresa? Non so ragazzi... siamo appena usciti da una lunga ed estenuante battaglia, volete davvero iniziare un viaggio che vi potrebbe essere fatale? La terra é ancora irrequieta, figlioli».
Nico alzò di scatto la testa, animato da un rinnovato interesse. «Oh! Che peccato!» commentò sarcastico «Ed io che avevo proprio voglia di essere divorato da un branco di mostri affamati. Beh, sarà per la prossima volta!».
Il figlio di Apollo alzò gli occhi al cielo, spazientito, poi si rivolse a Chirone. «É stato Ade in persona ad ordinare che partissimo» spiegò con un'insolita serietà.
Il moro dovette trattenersi dal sottolineare che suo padre avesse parlato solo di lui e che non avesse mai accennato ad un accompagnatore, ma trovò più saggio non lamentarsi: era più che certo che Will non gliel'avrebbe perdonata facilmente.
«Oh! Capisco...» mormorò semplicemente il centauro. Se l'intenzione del figlio di Apollo era quella di rassicurarlo, beh... allora aveva sbagliato alla grande. Tuttavia é difficile rifiutare qualcosa ad una divinità, soprattutto se si trattava del dio dei morti, a quanto pare "intimorisce la gente".
«Avrete bisogno di una profezia» si limitò a constatare Chirone, tentando disperatamente di trovare una scappatoia.
Will Solace ritrovò improvvisamente il suo solito sorriso. «É il tuo momento, Signore delle Tenebre».
Nico incrociò le braccia al petto per poi ficcarsi, contro voglia, una mano nella tasca dei pantaloni neri, estraendone un pezzo di carta parecchio stropicciato. «Quasi quasi preferivo Mister Morte» brontolò, passando il foglietto al biondo. Questo glielo strappò dalle mani e lo porse al direttore. «Tanto lo so che mi adori, Di Angelo» scherzò, rivolgendogli un sorrisetto sornione. Il figlio di Ade arrossì ed imprecò in greco antico, tornando ad appiattirsi contro il muro.
Il centauro avvicinò il biglietto al viso, aggrottando lievemente la fronte. «"Orsù!"» lesse ad alta voce, dubbioso «"Trovatemi gli spiriti, giovani semidei. Verso che fa rima. Verso che fa rima. Con amore, Ade. Ricordatevi che morirete tutti... Post scriptum: provate a cercare in Florida"». Chirone sbatté un paio di volte le palpebre, come se non credesse a ciò che aveva appena letto. «Certo che tuo padre é un tipo... eccentrico» mormorò infine, rivolto a Nico. Quest'ultimo alzò le spalle come per dire: "É il dio dei morti, amico. Che ti aspettavi?".
«É tutto in regola, allora? Possiamo partire?» si intromise nuovamente Will, guardando il responsabile del campo con occhi supplicanti.
Questo sospirò, rassegnato. «Ne siete proprio sicuri?» domandò nuovamente.
Il figlio di Ade si girò verso quello di Apollo. Incrociò i suoi occhi azzurri come il cielo, gli sembrarono così puri ed innocenti. Si sentì ancora più oscuro, indegno di osservare una cosa così bella, ebbe paura di poterli rovinare, come faceva con tutto ciò che toccava. «Siamo sicuri» assicurò infine, stupendo sé stesso più di tutti. Pensava davvero ciò che diceva.
Il centauro li guardò. Sembrava così stanco. «Se é quello che volete...» mormorò prima di lasciarli andare.


***

Ave, tizi!

Lo so, lo so, è un capitolo minuscolo  e schifoso ma... boh! Mi andava di fare un capitolo minuscolo e schifoso. Già, sono una persona molto sensata io...

Business! Business! Business! (Qualcuno azzecca la citazione? Nessuno? *Se ne va via sconsolata*).

OGGI VADO A VEDERE SUCIDE SQUAD! Non so che c'entri, mi volevo solo vantare, lol u.u

Che sto facendo della mia vita?? *Torna a leggere in angolino freddo e buio ed a sclerare per la solangelo*

Comunque... se vi è piaciuto il capitolo lasciate un commento, un voto, un lama o un biscotto (preferibilmente un biscotto, anche se anche un lama andrebbe bene), se vi ha fatto schifo... beh... che ne so io? Pensateci voi! E poi, ammettiamolo, a chi può fare schifo una cosa così? *Rilegge il capitolo* In effetti... ripensandoci bene... Okay, come non detto! Fa schifo!

Ps: Per la profezia ringraziate theWinterSxldier, che probabilmente mi ucciderà lentamente per averla taggata (ti devo un biscotto, Patata :3)

Per oggi ho già detto abbastanza idiozie. AdDiO!

Sunset ~Solangelo~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora