"Andiamo?"

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Il tempo é relativo. É risaputo, no? Quando ti diverti, va più veloce, sfuggendoti dalle dita senza che neanche te ne accorga, finendo prima di quanto tu voglia. Quando ti annoi invece rallenta, congelando tutto ciò che ti circonda, trasformando una manciata di secondi in secoli e secoli di tortura.

Nico avrebbe tanto voluto che l'idea di morire per far resuscitare una regina greca con manie di grandezza lo divertisse. Certo, certo, detto cosí potrebbe sembrare un pensiero alquanto strano, eppure il semidio lo sperava davvero, più di quanto una bambina possa desiderare un pony o un adolescente una sufficienza in greco. Il suo ragionamento era piuttosto semplice: se gli fosse piaciuta la prospettiva del suo assassinio, questo sarebbe arrivato in un attimo, evitandogli inutili pene. Eppure ciò si ostinava a non voler accadere.

Il fatto era che il moro avrebbe mille volte preferito ritrovarsi una lama tra le costole in quello stesso istante, piuttosto che vivere ancora parecchi anni sapendo che prima o poi sarebbe accaduto.

Tuttavia, che gli piacesse o no, aveva ancora un po' di tempo prima della sua condanna a morte, tempo che avrebbe fatto bene a non sprecare. Avrebbe tanto voluto dire qualcosa in quel momento, magari un monologo tragico in cui enumerava i pregi di aver vissuto quella vita tragica e malaugurata che gli era toccata o qualcosa di simile, qualcosa che lo rendesse immortale come: "il dado é tratto" o "questo é un picciolo passo per un uomo ma un gran passo per l'umanità". Tuttavia furono altre le parole che fuoriuscirono dalla sua bocca e furono senza ombra di dubbio meno eroiche di quanto si aspettasse.

«Devo andare in bagno»

«Ti sembra il momento?» si lamentò Will, saltellando da un piede all'altro come un bambino capriccioso.

Disturbato dalla voce eccessivamente acuta del ragazzo, Nico distolse lo sguardo dai cocci di un boccale distrutto durante il combattimento con Egisto, che per qualche strana ragione avevano attirato il suo interesse, per poggiarlo sul semidio.
Era stanco, si vedeva da miglia di distanza: i capelli ricci, solitamente cosí ordinati, erano un informe garbuglio di fili dorati, mentre gli occhi azzurri erano cerchiati da profonde e scure occhiaie. La mano che stringeva ancora la spada, tremava per la fatica. Il suo petto si alzava ed abbassava affannosamente. Sembrava che, solo soffiandogli sopra, sarebbe potuto andare in mille pezzi.

«Che ci vuoi fare? Non posso mica sconfiggere una regina ultracentenaria con la vescica piena, no?» controbatté il moro, arricciando il naso e avvicinandosi alla porta del bagno.
«É che, sai, per domani potremo essere morti e pensavo che avremmo potuto fare qualcosa più drammatico, tipo guardarci negli occhi e dirci addio»

Nico sembrò pensarci un po' su, poi rispose.
«Credo che l'abbiamo fatto già abbastanza volte, preferisco il gabinetto»
E, ignorando il sospiro seccato del figlio di Apollo, si chiuse la porta alle spalle.

Riapparve dopo alcuni minuti, preannunciato dal rumoroso scroscio dello sciacquone.
«Non credo che i minotauri sappiano dell'esistenza del deodorante per ambienti» si lamentò, sventolando davanti al volto pallido una mano, come per scacciare il cattivo odore proveniente dalla stanza.

«Credo che non sappiano neanche cosa sia in sapone, il deodorante non deve essere neanche lontanamente concepibile per le loro piccole e limitate menti» controbatté Will, forzando un sorriso per alleggerire la situazione.

Il moro rise, arricciando leggermente il naso ed emettendo di tanto in tanto qualche grugnito indistinto.
Il più grande lo guardò, dubbioso, aggrottando leggermente le sottili sopracciglia.
«Tutto okay, Nico?»
«Certo, baby. Perché?»
«Sei piuttosto allegro e poi... baby?»
«Oh!» il moro affondò una mano trai capelli corvini, scombinandoli ulteriormente «É solo che, sai, non capita spesso di morire e volevo godermi a pieno l'esperienza. Comunque va tutto bene, non preoccupati. Ora andiamo a prendere a calci qualche fantasma»

Sunset ~Solangelo~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora