"Hai qualcosa da nascondere, Solace?"

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Nico continuava a rivedere il gracile corpo di Will Solace disteso sul terreno fangoso, in una pozza di sangue scarlatto, con la sua spada dello Stige conficcata nel petto, all'altezza del cuore che aveva ormai smesso di battere.
Certo, sapeva perfettamente che quello non era il vero Will, era come una fotocopia venuta male, una sirena che si era impadronita del suo aspetto per ammaliarlo ed ucciderlo. Ma allora perché non poteva smettere di ripensare a quando aveva brutalmente ucciso il suo amico?
"La sirena! Era solo un'illusione" si corresse mentalmente.
Già, quella era solo un'illusione, eppure era cosí simile alla realtà da fargli ancora accapponare la pelle.
Sentiva ancora il sangue del ragazzo scorrergli corposamente sulle mani, rigandogli la pallida pelle, mentre un orrendo dubbio gli si insinuava in testa: e se aveva sbagliato? E se aveva davvero ucciso il vero figlio di Apollo?
Ricordava perfettamente il sollievo nel vedere il semidio trasformarsi lentamente in una sirena dai capelli verdognoli, per poi esplodere in migliaia di granelli dorati, dispersi dal vento. Tuttavia non era cambiato niente: continuava a sentirsi in colpa per un omicidio mai commesso, a sentire quell'orrenda sensazione si gelo e vuoto che si era impadronita di lui.

«Mi vuoi rispondere per una volta?!» sbottò alle sue spalle il figlio di Apollo, facendo risvegliare da quello stato di trans in cui era ricaduto.
Nico alzò lo sguardo, perplesso. «Come, scusa?» chiese di rimando.
Will alzò gli occhi al cielo. «Cosa cavolo le stai facendo?» ripeté con aria irritata, indicando con il mento la sirena distesa ai suoi piedi, svenuta.
«La lego» rispose semplicemente il moro, con una scrollata di spalle.
«Questo lo vedo, Mister Morte, ma perché?».
«Non puoi proprio tenere quella boccaccia chiusa, eh Solace?».
Il biondo rise. «Tanto lo so che sei felice di vedermi sano e salvo, di Angelo».
Il figlio di Ade si lasciò sfuggire un minuscolo sorriso che non sfuggì al giovane semidio. «Voglio vedere se sa qualcosa sulla nostra impresa» spiegò infine, tornando a serrare i nodi intorno ai polsi della loro prigioniera «voglio solo farle qualche domanda».
Will si accigliò. «Non le chiederai in chi... in che cosa si é trasformata mentre, sai, tentava di uccidermi eccetera, eccetera, vero?» domandò dubbioso, arrossendo leggermente.
«Hai qualcosa da nascondere, Solace?» scherzò Nico.
Silenzio.

Non ci volle molto affinché la sirena riacquistasse i sensi.
Sbatté le palpebre più volte, rivelando i suoi occhi, gialli come lampadine accese. In vano si dimenò, cercando di liberarsi dalla corda con la quale il moro l'aveva legata. Era in trappola.
«Chi sei?» le chiese il figlio di Ade, non appena si accorse che era sveglia.
La ragazza sobbalzò al suono di quella lugubre voce e gli soffiò contro, mostrando i denti appuntiti. Il semidio portava addosso un odore di morte che non la rassicurava affatto e poi, chiunque l'avesse intrappolata in quel modo non era esattamente degno della sua fiducia.
«Hey!» intervenne Will, prima che la situazione degenerasse, intromettendosi trai due «Non ti faremo del male». Forzò un sorriso incerto.
La sirena gli lanciò un'occhiata sospetta ed annusò l'aria. Il ragazzo odorava di gelsomino. Sembrò calmarsi.
«Come ti chiami?» insistette il semidio, con aria cordiale.
«Perla» mormorò la ragazza, guardando il terreno.
«Bene, Perla, ti vorremmo fare un paio di domande, possiamo?».
Lei annuì, ancora restia a fidarsi di quei due.
Il biondo lanciò un'occhiata di avvertimento a Nico, per intimargli di essere gentile e si fece da parte.
Il ragazzo si schiarì la voce. «Innanzi tutto, che ci fanno delle sirene in un lago?» chiese bruscamente, stando però attento a calibrare ogni singola parola «Insomma, non siete creature più da... mare?».
Perla lo guardò male per alcuni secondi, poi alzò il mento in segno di sfida e rispose. «Che ci vuoi fare, semidio?» borbottò annoiata «I marinai non sono più quelli di una volta, sono diventati così noiosi! Così io e due mie compagne abbiamo, beh, abbiamo risalito il fiume. "Perché non adescare alcuni automobilisti?" ci siamo dette "di sicuro saranno più eccitanti di quei marinai"».
Il figlio di Ade guardò di traverso Perla per poi rivolgersi a Will. «Non ci sono più le sirene di una volta!» sospirò, coprendosi il volto con una mano.
La ragazza rispose all'occhiataccia. «E voi umani siete tutti cosí seccanti!» controbatté, incrociando le braccia al petto.

Il moro si stupì della velocità con la quale la sirena cambiò espressione, passando dall'infastidito al curioso in un millisecondo.
Lo studiò bene, guardandolo per la prima volta negli occhi.
Per un secondo a Nico sembrò di aver visto nei suoi lineamenti femminili ed aggraziati quelli gentili e solari del figlio di Apollo. Bastò un battito di ciglia per rompere l'illusione.
«Ora che ti guardo bene» borbottò, tra sé e sé Perla, senza mai abbassare lo sguardo dal volto del ragazzo «tu eri...».
Spostò lo sguardo su Will che era arrossito violentemente. Sembrava più rigido che mai.
Sulla bocca della sirena si disegnò un sorrisetto malizioso. «Oh! Capisco» ridacchiò, tornando ad osservarsi le mani ben curate.
«Capisci cosa?» sibilò Nico, il cui pallore era stato sostituito da un rossore acceso.
La ragazza rise con aria innocente. «Miei cari ragazzi, potete ingannare voi stessi ma una sirena? No, noi vediamo i desideri più intimi di ognuno di voi, non potete nascondermi un sentimento cosí grande» ghignò a denti stretti.
Il moro sentì un brivido gelido rimescolargli le interiora ed una rabbia cieca dominarlo: odiava le persone che riuscivano a comprenderlo meglio di quanto lui comprendesse sé stesso.

Seguì un silenzio carico di tensione. Fu presto interrotto dalla voce flautata di Perla. «Voi due mi piacete» commentò, annuendo con fare convinto.
«Davvero?» chiese incredulo il figlio di Ade, guardandola storto.
«No, mi piace solo il biondo»
«Lo hai quasi ucciso!»
«Niente di personale».
Il semidio alzò gli occhi al cielo, frustrato.
La sirena emise un sospiro sommesso. «Senti, lui é un tipo a posto e poi gli devo un favore per aver tentato di... beh, di mangiarlo, quindi lo aiuterò, e ciò significa aiutare anche te, Mister Simpatia» ammise con una scrollata di spalle.
Nico parve pensarci su. «Ci aiuterai davvero?» chiese sospettoso.
Lei annuì.
Lanciò un'occhiata a Will. Lui gli sorrise. «Fidiamoci» mormorò all'orecchio del ragazzo. Quest'ultimo bisbigliò qualche insulto in greco antico ma, alla fine, accettò comunque.

«La vostra é una nemica potente, semidei» iniziò a spiegare Perla, più seria che mai «non dovete assolutamente sottovalutarla»
«Dicci qualcosa che non sappiamo già» brontolò Nico.
Il biondo gli diede una gomitata fra le costole. «E smettila di lamentarti, per una volta» lo rimproverò.
Il ragazzo incrociò le braccia al petto, seccato.
«Non so molto su di lei, tranne che ha un disperato desiderio di vendetta» continuò la sirena «Conosco però il suo piano. Mai sentito parlare di Alcesti?».
I due semidei si guardarono imbarazzati.
«Ma guarda tu!» sbottò seccata la ragazza, alzando gli occhi al cielo «Era una regina. Suo marito aveva ospitato per un paio d'anni Apollo, reso umano da Zeus. Il dio, come segno di riconoscenza, poco prima di,andarsene, avvertì il suo ospite che Thanatos stava venendo a prenderlo e che l'unico modo per evitarlo era...»
«...Era che qualcuno prendesse il suo posto» concluse Will, ricordandosi improvvisamente il mito «Alcesti si fece uccidere per salvare il marito!».
«Sí, giovane semidio. La vostra rivale vuole offrire una vita in cambio della propria» il suo sguardo si soffermò sul figlio di Ade «Mi dispiace».
Nico aggrottò la fronte. "La tua morte decreterà il nostro inizio" aveva detto la donna che aveva sognato qualche giorno prima. Era questo il suo piano e, per la sua realizzazione, lui sarebbe dovuto morire.


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Heilá, cosi!
Mi spiace se il capitolo non é dei migliori, non é esattamente il mio preferito tra quelli che ho scritto (Che in parole semplici significa: lo detesto con tutta la mia anima ^-^)
Cooomunque, lasciate un commento, un voto o un biscotto se vi é piaciuto e... Ci vediamo presto? Miei dei, dovrei ideare un finale più figoh.

Ps: DOMANI INIZIO LA SCUOLA, UCCIDETEMI! *si rannicchia  in un angolo a guardare Sherlock e mangiare pizza immaginaria*
In bocca al lupo per chi ha già iniziato o deve ancora farlo, fidatevi, ne avete bisogno...

Sunset ~Solangelo~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora