5- UNA STELLA SPECIALE

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Sto camminando lungo la monotona e silenziosa stradina, che mi porta a casa dalla zona della scuola. É sera e il sole inizia a perdere la sua luce mentre il buio spegne ogni cosa che incontra. La mia mente é concentrata sul sordo rumore provocato dalle mie scarpe a contatto con l'asfalto, ancora caldo grazie alla luminosa giornata trascorsa.
In prossimità di un vicolo, inizio ad avvertire freddo, così sistemo sui capelli il cappuccio della mia felpa.
Ad un certo punto, vedo una ragazza venire scaraventata da qualcuno o qualcosa da quello stesso viottolo.
Senza esitare, corro verso lei per aiutarla e in brevi istanti identifico, tra i suoi capelli biondi, un ciondolo che riflette, con estrema intensità, la poca luce che ancora avvolge l'aria: é una semi-luna argentata, con un tondo al centro, che raffigura un cielo limpido, ma rosso, tappezzato di stelle bianche.
Il viso della ragazza non lo riconosco, perché ricoperto da graffi e sangue, come anche la sua felpa strappata.
Sussurro qualcosa, che nemmeno io decifro; muovo le labbra, ma non esce voce. Avverto dei passi avvicinarsi alle mie spalle, ma più tento di girarmi e più la sensazione di soffocare prende il sopravvento; così, provo ad allungare le braccia, per scuotere la ragazza, per cercare di svegliarla, ma il mio corpo non si muove. Sono bloccata, ma non per la paura, i miei muscoli sembrano essersi pietrificati. Sento il pericolo, voglio urlare, ma non riesco. Sento il panico, le lacrime accumularsi sui miei occhi, i polmoni bruciare. Infine, un doloroso colpo alla testa."

Mi sveglio.
Sono nella mia stanza, avvinghiata ad un cuscino, le unghie infossate in esso e la fronte aggrottata.
Appena realizzo di essere al sicuro, invoglio il mio corpo a rilassarsi e a girarsi supino.
Cosa ho sognato? Sembrava tutto reale, i miei sensi avvertivano ogni suono, ogni odore, ogni contatto.

Coincidenza o no, vengo scrollata dai miei pensieri, in tre secondi, da un odioso rumore molesto proveniente dal mio stomaco e dalla noiosa voce di mia madre:

"Emma muoviti! O farai tardi a scuola!"

É vero, la scuola. Oggi é martedì.
Scendo al primo piano, faccio un'abbondante colazione con latte al nesquik e cereali; mi preparo alla velocità della luce, aggiungendo un leggero trucco agli occhi per completare il look, composto da vans color granata, collant neri, shorts scuri e maglione bordeaux.

Saluto i miei genitori, che sembrano non sapere nulla dell'accaduto della scorsa serata e corro verso la mia 'amata' linea 23F.

Giusto... ieri sera io e Cora siamo state attaccate da quelle due stronze.
Spero di non incontrarle oggi. E anche nei giorni seguenti, finché non troverò il coraggio di prendere in disparte Britney e parlarle faccia a faccia, per comprendere il motivo di tutto quell'astio nei miei confronti.

Raggiungo il cortile, ma mi rendo conto che ci sono ancora pochi studenti di fronte la scuola. Probabilmente é ancora presto per l'inizio delle lezioni.
Scelgo comunque di entrare nell'edificio e ovviamente sulla mia strada incontro Jessica, la quale mi nota e si gira prontamente dalla parte opposta, a confabulare qualcosa, con la sua amica.
Affretto la camminata.

"Emma!", la voce di Britney .

Non mi giro e mi dirigo verso le scale

"EMMA" , mi chiamano nuovamente in coro.

Corro, ogni gradino é un passo in più che mi allontana da loro.
Raggiungo il quinto piano e busso con insistenza alla porta di Cora, la quale fortunatamente mi fa entrare.

"Ehi, buongiorno. Cos é tutto questo affanno?"

"Quelle due... credo mi stessero inseguendo. Ma ti devi ancora vestire?!"

"Si scusa, non ho chiuso occhio quasi tutta la notte e ho ignorato involontariamente la sveglia"

"Ma tua sorella?"

MAKE a WISH and GO TO SLEEP #wattys2017 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora