31-CON JEFF

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Non appena vedo Ian chiudersi la porta alle spalle, corro rapida nella sua direzione. Per qualche motivo sento di dovergli una spiegazione, anche se dubito non conosca già il motivo.

La festa sta continuando. Non c'è traccia di quei tre pazzi, gli invitati ballano e urlano e io mi sento terribilmente stanca. Forse per lo sforzo nel modificare il passato o per il pianto.

Ian esce dal mio campo visivo e decido di uscire in giardino.
Non appena varco la soglia, sento tutti gli invitati cantare a squarcia gola buon compleanno a te. Mi sento all'improvviso più leggera, più felice.

«Grazie ragazzi!», dico con un sorriso a 32 denti e abbracciando i miei amici.

***

Lunedì. Ore 9:55.

Ian non si è fatto sentire per tutto il resto del week end, il che mi rende abbastanza depressa.
Vago nei corridoi senza meta con l'obiettivo di trovarlo, ma neppure Jeff, che è un suo compagno di classe, ha idea di dove possa essersi cacciato.

Ipotizzo che non sia venuto a scuola.

Ore 10:55.
Inizio a evitare Jeff per paura che possa parlarmi del bacio che c'è stato la scorsa notte. Non so come affrontarlo. Mi è piaciuto, ma ho paura che non si sia alcun sentimento dietro.
I ricordi sono molti e per quanto siano scollegati, ho capito che in passato abitavo in un palazzo reale, nel quale c'erano anche Anna, Jessica e Ian. Più ci ripenso, più mi sembra strano.

Esco dall'aula e chiedo a Cora se può accompagnarmi in bagno, prima di andare alle macchinette. La ragazza acconsente, ma afferma di raggiungermi in tra un paio di minuti.

***

«Perché mi eviti?», sobbalzo non appena sento la sua voce raggiungermi le orecchie.

Mi giro di scatto lanciando dal lavello, qualche gocciolina acqua e sapone.

«È una tua impressione.», dico ferma, ma senza guardarlo in faccia.

Credo sia stata Cora a digli dove sono.

«Perfetto. Allora se è una mia impressione, guardami in faccia e parliamo di quanto e accaduto ieri.», ribatte mostrando sicurezza in se,

«Penso quello che pensi tu. È stato solo un bacio, che però è servito a farmi tornare i ricordi.», dico decisa e pronta ad uscire dal bagno, ma il ragazzo mi afferra un braccio e guarda la porta in silenzio. Poi mi fa entrare in uno dei gabinetti e si chiude la porta alle spalle.

Lo guardo un po' stranita e con rimprovero, ma lui mi fa cenno di fare silenzio.

«La festa di sabato è stata davvero un fiasco, non capisco che cosa sia andato storto. Avevamo pianificato tutto alla perfezione, ma alla fine non funzionava.», è la voce di Britney,

«Forse perché ho degli amici incapaci. Le cose funzionano se le fai in modo corretto!», sbotta con cattiveria Jessica,

«Mi dispiace... cercherò di capire che cosa è andato storto, poi...», afferma l'accusata, mentre lo scrosciare dell'acqua fa da sottofondo alle sue parole,

«Poi annienteremo, quella pazza di Emma. Non potrà più nuocere a nessuno».

Io sarei matta?!

Jeff tiene una mano sulla mia spalla mentre sono con la schiena appoggiata al muro.
Questa vicinanza mi mette in agitazione.

Restiamo in questa posizione fino a quando non sentiamo le due ragazze uscire e la porta chiudersi dietro loro.

«Quelle due sono pazze», dice Jeff, «Comunque io mi riferivo al fatto che dovremmo scoprire che cosa stavano architettando per farci saltare in aria, non del bacio».

All'udire queste parole, sento le guance arrossire per la vergogna.

«Sei libera oggi?», domanda avvicinandosi un po' troppo,

«Si... io credo di si...», rispondo con un tono di voce basso, «Ti va di pranzare da me?».

Il ragazzo annuisce, dopodiché si allontana e ci dirigiamo a lezione.

***

Le lezioni trascorrono e scivolano come acqua corrente. La mia mente ripete come un nastro rotto il momento in cui, io e il ragazzo dai capelli corvini, siamo chiusi in bagno, in quello spazio strettissimo, cosi stretto che potevo sentirgli il cuore.

Ma che mi prende?

All'orario di termine dei corsi, mi dirigo alla fermata senza dare molte spiegazioni a Cora. Una volta arrivata mi accorgo che ad aspettarmi ci sono già quelle fantastiche ibridi blu.

Una volta scesi dell'autobus mi arriva un messaggio da mio padre, al quale rispondo con un po' di fastidio, ma non c'è più nulla da fare.

Ho provato a posticipate il mio destino, già in diverse occasioni. A volte combattendolo, a volte cercando di fuggirlo. Ma ormai la catastrofe si sta per abbattere su di me, lasciandomi senza via di scampo. Proprio quando invito Jeff a pranzo:


«Emma, oggi è il giorno dell'inventario! Non perdere tempo!», afferma mio padre con l'orgoglio stampato sul viso,

«Ma papà, te l'ho detto che oggi avrei invitato un amico a pranzo!», rispondo con tono di supplica.

Dopo poche ore ciò che mi spaventa di più è vedere Jeff interessato a tutte quelle cianfrusaglie e riempire mio padre di domande.

Be' per lo meno scarico a loro il lavoro  e anche se risulto maleducata, mi dirigo in camera mia a fare i compiti.

Detesto mio papà quando fa così. Il giorno dell'inventario lo trovo una perdita di tempo, fatto per chi si vuole vantare di ciò che possiede e per i nerd.

Dopo una buona mezz'oretta, mi stendo a braccia all'aria sul letto e dopo un tempo che non riesco a definire, sento qualcosa respirare sopra di me.
Stropiccio i miei occhi e noto quelli di Jeff piantati come paletti su di me.

Non so se spaventarmi per questo attacco o esserne felice.

«Sembri un angioletto quando dormi», sussurra vicinissimo al mio orecchio; tanto da sentire il suo fiato solleticarmi la pelle e procurarmi dei brividi continui, che quasi sicuramente mi stanno facendo arrossire.

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Buongiorno a tutta la mia tribù!
Si lo so ho fatto terminare il capitolo con un po' di suspense, ma voi anatemi lo stesso😂😂❤.

Se vi è piaciuto il capitolo vi invito come sempre a lasciare una bella stellina colorata e un commentino se avete voglia (risponde sempre a tutti).

Canzone per il capitolo?

★Cosa accadrà in camera di Emma adesso 😏?

MAKE a WISH and GO TO SLEEP #wattys2017 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora