0.4; Ethan; period

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«Era necessario farmi uscire da lavoro per venirti a prendere a scuola?» chiede mio fratello maggiore Alex appena usciamo dalla scuola.

«Si, Alex. Problemi da donne non capisci» dico e dopo uno sbuffo mi appoggio con la schiena allo schienale del sedile della macchina e metto le braccia sullo stomaco sopra la cintura.

«Ho già capito, non ho dieci anni, sono passato con diverse ragazze e penso di sapere cos'hanno quando hanno la tua stessa faccia» ridacchia guardando la strada.

«Ti diverti a sfoggiare le tue doti da playboy davanti a me in ogni occasione?» ridacchio anche io ma più lievemente volendo evitare incidenti e lui ride scuotendo la testa.

«Dai scemotta siamo arrivati» dice togliendosi la cintura e spegnendo l'auto. Mi tolgo di dosso la mia e sollevo la schiena dal sedile sentendo immediatamente qualcosa torcersi nella mia pancia.

Che stress questa cosa. Penso mentre chiudo lo sportello e riprendo a camminare verso il cancello dietro ad Alex.

«Eccoti a casa, ora se permetti» dice mentre mi stravacco sul divano «Torno al lavoro o il capo mi ammazza. Se hai bisogno chiama, la roba che ti da mamma di solito sta sullo scaffale in cucina. Torno verso le quattro, ordinati pizza o fatti qualcosa, la mamma e il papà tornano sta sera. Fai la brava» dice tutto ad un fiato e mi chiedo se ogni tanto respira mentre parla.

Annuisco e dopo avermi stampato un bacio sulla fronte e avermi salutata esce di casa. Mi alzo dal divano e vado in camera mia per cambiarmi, metto un pantaloncino rigorosamente nero della tuta e una maglia bianca di qualche taglia in piu della mia e li indosso per poi tornare giù e dirigermi in cucina in cerca di cibo.

Mi gira la testa e ogni volta che mi sforzo un po di più mi fa male la pancia rendendo questo periodo del mese ancora più seccante di quanto gia non sia.

Apro il frigo in cerca di qualcosa da buttare nello stomaco con scarsi risultati. Faccio il giro di tutte le mensole mettendole sottosopra una dopo l'altra in cerca di cibo, ma ancora una volta non trovo nulla.

Sento la suoneria del mio cellulare dal soggiorno e scocciata torno di la per controllare chi rompe il cazzo a quest'o-

Tre messaggi da Ethan.

Li apro e sorrido. Sapevo avrebbe capito, mi conosce da troppo tempo e troppo bene.

Ethan: hei, ti sto cercando da mezz'ora, dove sei?
Ethan: oh aspetta, periodo eh?
Ethan: posso venire a portarti qualcosa e a coccolarti o mi mangi se mi avvicino?

Davanti a proposte del genere non posso dire di no, cos'altro potevo chiedere di meglio?

Cibo

Coccole

Cibo
Cibo
Cibo

Tu: CORRI
Ethan: sto arrivando, ma cosa faresti senza di me eh? (;

Modestia sempre presente.

Oh aspetta.. SONO CONCIATA COME UN MOSTRO.

Mi alzo dal divano facendo un verso che sembra il richiamo di una balena e vado in bagno per darmi un'occhiata. Ho quasi paura di vedermi.  Mi giro verso lo specchio e noto i capelli scombinati più della mia vita e il trucco di scuola un po' sbavato sotto gli occhi.

Dai è rimediabile.

Pensavo peggio. Pettino i capelli piu che posso e li lego in una crocchia disordinata rassegnata e con un pezzo di cotone aggiusto il trucco sotto agli occhi.

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