«Perfetto» mi allaccio l'ultima scarpa e mi alzo dal letto con uno stiracchio. Non so di preciso cosa mi sia preso oggi, ma l'orologio segna le 9:10 di domenica mattina e io sono già davanti alla porta d'entrata di casa mia pronta ad uscire per andare a correre. L'aria fredda mi sbatte addosso appena metto piede fuori casa e la vista del sole mattutino mi riporta alla vita, non facevo una cosa del genere da davvero tanto tempo e devo ammettere che non è per niente spiacevole. Cammino verso la spiaggia e mi stupisco nel vedere così tanta gente, pensavo che prima di mezzo giorno, la domenica mattina, non ci fosse vita, penso. Comincio a correre sul marciapiede affianco al muretto che separa Venice Beach dall'asfalto sui cui passano le macchine e sento il cellulare squillarmi in mano segnando il nome di Trevor.
Mi complimento mentalmente con me stessa per essermi organizzata così bene da essere finita a correre con cellulare e portafoglio in mano.
«Moran tesoro da quanto tempo» dico rispondendo alla chiamata e fermandomi un istante crollando sulla panchina più vicina e sento il ragazzo ridere dall'altra parte del telefono. «Cosa ti induce a chiamarmi?»
«pensavo di averti vista correre davanti Starbucks, ma conoscendoti non ero sicuro del fatto che tu fossi in grado di alzarti la domenica mattina per andare a correre, quindi ho chiamato per evitare di urlare e magari farci una figura di merda in caso non fossi tu» rido davanti alle sue parole e faccio un grugnito di disapprovazione subito dopo per il fatto che mi ha indirettamente chiamata scansafatiche. «in ogni caso, se torni indietro possiamo prendere qualcosa insieme. Ho una sorpresa da farti e devo raccontarti tante cose» dice e posso sentire dalla sua voce quanto sia emozionato.
Conosco Trevor da quando eravamo ancora nei pannolini, ma nell'ultimo periodo abbiamo cominciato a sentirci molto meno a causa dell'inizio della scuola e le conoscenze nuove, e devo ammettere che mi dispiace parecchio, è come un fratello maggiore per me.
Attacco la chiamata dopo avergli dato un si pieno e mi avvio verso la caffetteria velocemente, trovandolo li fuori sorridente e a braccia aperte.
«(Y/n)!» Grida stringendomi forte appena mi precipito verso di lui e ricambio il suo abbraccio staccandomi poco dopo. Lo guardo incredula.
«Cosa hai combinato ai capelli!» allungo una mano su di essi toccandoli, è cambiato così tanto in così poco tempo.
«oh, li ho lasciati crescere, dovevo starci troppo appresso prima perciò..» alza le spalle e subito dopo tira un'altro sorriso e mi abbraccia forte ancora.
«Dio ho così tante cose da dirti.» si stacca «entriamo dai» il ragazzo mi prende una mano e mi trascina dentro al bar non troppo pieno di gente, penso a causa dell'orario. Ordiniamo due frappuccini e per poco non mi piscio addosso davanti la sua faccia quando legge come il suo nome è stato scritto sul bicchiere.
Travier.
«cosa ca-gli ho fatto anche lo spelling. L'America sta sprofondando» scuote la testa, e ci sediamo ad uno dei tavoli del locale.
«non so neanche da dove cominciare» dice quasi soffocando con la bocca piena e mi passo una mano in faccia ridendo a bassa voce.
«Sarai anche cambiato fuori, ma rimani sempre un maiale» alle mie parole cessa i suoi movimenti e mi guarda per 20 secondi intensi come se mi volesse uccidere.
«che?» dico alzando le spalle continuando a bere il mio frappuccino indisturbata.
«Sempre impertinente» alza gli occhi al cielo. «raccontami qualcosa, ho visto che hai trovato un ragazzo» alza e abbassa le sopracciglia in modo stuzzicante e alzo le mani per aria tirandomela facendo cambiare la sua espressione e scuotere la testa di nuovo.
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» Dolan Twins imagines;
FanfictionSolo una raccolta di immagina e preferenze da cui purtroppo la gente continua a prendere ispirazione senza dare crediti, su due culi attraenti che chiamano Grayson ed Ethan Premetto che i primi capitoli sono scritti in modo superficiale, confusional...