1. Un traditore e un orribile vestito arancione

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Quanto è sinuoso il movimento dei corpi?

Stavo bloccata sulla porta, guardando Larry, il mio fidanzato, passare le mani sul corpo di un'altra donna. Entrambi erano talmente persi nell'atto che non si accorsero della mia presenza. I miei occhi accompagnavano i baci disperati che si scambiavano, in una sincronia perfetta che io e Larry mai avevamo raggiunto. Le mani del mio ragazzo approfittarono della scollatura della donna, afferrando i seni abbondanti della donna. Poi dalle labbra dell'educatissimo Larry uscì la frase "Adesso ti mangio".

Fui colpita da due sensazioni completamente diverse: prima rabbia, poi frustrazione. Lui non mi aveva mai trattata in quel modo; certo io non desideravo la volgarità, però lui non mi avevano nemmeno detto mai qualcosa che trasmettesse tutta quella passione.

Osservai la scena finchè il rapporto non si concretizzo: la donna coi capelli dorati ricevette il membro di Larry nel suo corpo, e notai un'espressione di totale soddisfazione all'essere penetrata così da lui, una sensazione che io effettivamente non provai mai, non in quella maniera.

In quel momento io sarei dovuta entrata nella stanza, gridare contro Larry, colpirlo con forza in faccia con uno schiaffo e fiondarmi anche contro di lei, tirare i suoi capelli e poi chiedere a lui perché mi avesse tradita.

Però non potevo. Lui aveva salvato la mia famiglia dal fallimento della nostra rete bancaria, la Chapman Bank. Era grazie a lui se avevamo superato quel momento, e oltretutto lui era l'unico uomo che mai mi aveva voluta, aveva voluta la 'spenta Piper'.

Chiusi la porta silenziosamente e camminai fino al balcone di uno degli edifici più belli di New York. La lieve brezza mi accarezzò il viso, mentre mentalmente mi schiaffeggiavo per non aver rotto con Larry due minuti prima.

Cosa me lo aveva realmente impedito?

Non essere ridicola, Piper! Sai benissimo di non amarlo assolutamente. Mi piaceva stare con lui, apprezzavo la sua compagnia e le nostre conversazioni, mi piaceva il suo essere una persona pacata e educata. Anche mia madre lo adorava, sicuramente perché ci aveva salvati dalla povertà, che è la cosa che più Carol Chapman odiava.

Quindi, lasciare Larry non era neanche un'opzione: affrontai quel tradimento come una scappatella. Un uomo come lui attraeva molto l'attenzione, ero molto fortunata per averlo conquistato.

Sospirai profondamente, guardando il mio corpo stretto in un orribile vestito arancione: non avrei mai dovuto cedere al gusto di mia madre, perché era semplicemente orrendo ed era attillato nei punti che meno mi valorizzavano. Mi spostai verso la parte più buia e lontano del balcone, e cercai di aprire la zip laterale del mio vestito di alcuni centimetri per respirare meglio, però per mia sfortuna era bloccata. Posi maggiore forza ma non ottenni risultato, così riempii i polmoni di aria un'altra volta e spinsi con forza verso il basso, ma questa si ruppe, lasciando completamente esposto il mio busto.

- Merda!- pregai che nessuno apparisse in quel momento, però non fui accontentata e sentii dei passi venire verso la mia direzione.

- Amanda?- una voce roca mi raggiunse.

- Emh.. no!- dissi con la speranza che la persona se  ne andasse lasciandomi risolvere il problema in pace.

Ma Piper Chapman non era mai stata famosa per la sua fortuna.

- Mrs Chapman?- il mio campo visivo fu occupato da una figura alta, con le curve accentuate da un vestito nero che copriva elegantemente il suo corpo. Camminava su dei tacchi a spillo con una disinvoltura tale che la pensai  impossibile: io al suo posto sarei già stata col culo a terra da tempo. Cercai di mettere a fuoco il viso nascosto nella penombra.- Ti ricordi di me?-

- Per adesso no, non vedo il tuo viso con chiarezza.- dissi amaramente, implorando che non si avvicinasse.

- Alex Vause, proprietaria della VauseFast.- Ovvio!

Alex Vause era una delle donne più ricche e con la vita più dubbiosa, la sua impresa era responsabile dello sviluppo di macchine da corsa, e lei si stava comportando come se ci conoscessimo da tempo.

- Ah, buonasera Mrs Vause. Come stai?- sperai non volesse parlare di affari.

- Bene, grazie.- disse col suo solito tono neutro.- E tu?- completò con poco interesse la sua risposta.

- Tutto bene.- un silenzio imbarazzante riempì l'aria, finché non continuò.- Per caso hai visto Mrs Jhones, la mia socia?-

- No, non l'ho vista.- dissi appoggiandomi di più a muretto del balcone, sentendo il vestito scivolare.

- Sei sicura che vada tutto bene?- mi chiese sollevando un sopracciglio.

- Si si.- mentii.

- Perchè ho la sensazione che così non sia?- si avvicinò e il suo profumo delizioso arrivò al mio naso. – Voltati.-

- Cosa?- chiesi stupita dal suo tono autoritario.

- Ti ho detto di voltarti.- ripeté.

- No, io..- Alex Vause afferrò con forza il mio braccio sinistro, facendomi girare e rendendo visibile il mio corpo nudo.

- Come hai fatto?-

- Era molto stretto e ho provato ad aprire la zip qualche centimetro, però si è aperto completamente e..- provai a spiegare.

- E ti ha lasciata praticamente nuda.- terminò lei divertita. – Potrei dire che è un peccato per il tuo vestito, ma starei mentendo: è davvero orribile.-

- Non è un commento educato, da parte tua, Mrs Vause.- la guardai con acidità e lei sollevò gli occhi al cielo.

- Voi ricchi non dite mai ciò che pensate, è irritante.- e cercò qualcosa nella sua borsa.

- Tu sei ricca, e molto anche.- commentai.

- Non per questo smetto di dire ciò che penso. Queste regole da galateo non fanno per me.- portò fuori dalla sua borsa alcune spille.

- Perché hai degli spilli nella tua borsa?- le chiesi stupita.

- Sono una donna preventiva.- spiegò rapidamente.- Adesso mantieni il tuo vestito, io cerco di bloccare questa apertura.-

Obbedii e lei lavorò sul mio vestito abilmente, qualche volta le sue dita pallide sfioravano la mia pelle, facendomi provare alcuni brividi irritanti. Alla fine ci vollero otto spille per sistemare il mio orribile vestito.

- Questo ti impedirà di restare nuda di fronte a mezza New York.- tornò ad usare il suo tono acido.

- Grazie.- le dissi.

- Non c'è bisogno di ringraziare. Tieni.- mi passò la sua giacca, di ottima qualità.

- Non è necessario.-

- Certo che si. Indossalo, veloce.- obbedii, di nuovo, e nello stesso istante il suo telefono prese a vibrare. Lo prese dalla sua borsa e lesse quello che pensai fosse un messaggio.- Devo andare via. E' stato un piacere incontrarti di nuovo, Mrs Chapman.- si voltò, elegantemente.

- Grazie di nuovo.- mi guardò da sopra la sua spalla e voltò leggermente la testa, prima di lasciarmi di nuovo sola. Camminava sicura verso la festa, i suoi fianchi si muovevano in maniera sensuale, e la osservai finchè non sparì dalla mia vista. Lasciai le dita passare per il tessuto morbido della sua giacca, intrisa del suo profumo gradevole.

- Piper?- sentii la voce di Larry.- Ti stavo cercando ovunque. Vieni, ti porto a casa.-

Seguii Larry, con la mano stretta nella sua, e non notò la giacca troppo grande sul mio corpo, nemmeno la imperfezione del mio vestito.

In realtà nessuno alla festa mi notò.

Nessuno, tranne Alex Vause.

Lezioni di seduzione per PiperDove le storie prendono vita. Scoprilo ora