13. La risposta.

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Uscii dall'ufficio di Alex con più dubbi di quanto avessi potuto. Le mia mani tremavano, mentre stringevo le mani intorno al volante, e sentivo la mia gola bruciare mentre trattenevo il pianto. Il senso di colpa stava prendendo il sopravvento su ogni parte del mio corpo, però insieme a lui sentivo la sensazione di piacere ancora presente.

Arrivai a casa e mi diressi direttamente alla mia stanza, ignorando le domande di Carol, e subito riempii la vasca, con l'intenzione di farmi un bagno e cercare di sciacquarmi via quelle sensazioni.

Iniziai a spogliarmi, e fu lì che notai i segni lasciati da Alex: le mia cosce erano segnate da graffi e nel mio collo spiccava un succhiotto arrossato.

- Maledetta! L'ha fatto a posta!- mi lamentai toccando quel marchio sulla mia pelle.

Indossai il pigiama e mi nascosi sotto le coperte, ma quando chiusi gli occhi le immagini di poco prima apparsero davanti a me: potevo vedere chiaramente il mio corpo sulla scrivania e lei su di me, potevo sentire in maniera spaventosamente reale le sue labbra sulle mie, il suo sapore, la sua morbidezza. Coprii il mio viso con le mani e mi ammonii, negandomi la possibilità di pensarci di nuovo.

- Non è reale, non è successo.. ignoralo.. non lo hai fatto.. non eri tu.. è stato orribile. E' stato orribile. E' stato.. aaah, non è stato orribile!-

- Cosa non è stato orribile?- Lorna afferrò le coperte sopra la mia testa e mi guardò curiosa.

- Qual è il tuo problema col bussare?- le chiesi portandomi una mano al cuore, spaventata.

- Adoro farti questo effetto.- commentò sedendosi accanto a me- Allora, cosa è stato orribile poi non lo è più stato?-

- Niente!- mi misi seduta.

- Parla!- mi puntò addosso il dito.

- Non c'è niente di cui parlare!-

- Davvero? Non è ciò che dice il succhiotto sul tuo collo!- me lo indicò. Merda!- Raccontami tutto e non tralasciare niente!- si mise meglio sul letto, incrociando le gambe.

- Sono andata a letto con.. A..le..

- Piper, non capisco cosa stai dicendo. Sei andata a letto con..?-

- A..V..se.- Lorna alzò gli occhi al cielo.

- Dimmelo subito!- scattò.

- Alex, Alex Vause.- ammisi.

I suoi occhi si sbarrarono, come la sua bocca.- Hai detto Alex Vause?! Qu-quella Alex Vause?!- si portò le mani alla bocca.

- Non mi sembra ne esistano altre! E parla più piano, non voglio che metà New York lo sappia!- la sgridai.

- Raccontami tutto!- ignorò le mie parole.

- No, Lorna!-

- Si Piper, adesso!-

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Accelerai la mia corsa per le strade del mio quartiere, mentre dalle cuffie arrivava la canzone "Oh Children". Stavo correndo da più di un'ora, i miei piedi erano in fiamme e chiedevano una pausa, ma io non rallentai il passo.

Volevo mandare via dalla mia testa tutta la tensione che avevo, la voglia di avere di nuovo Piper, i ricordi di quella scena che facevano accendere il mio corpo. Aumentai ancora il volume, sperando che il testo e la musica superassero tutti i pensieri. Diane adorava quella canzone, la cantava continuamente, e fu la prima che avevo imparato a suonare al piano. Ricordavo ancora l'emozione dei suoi occhi quando l'avevo suonata al suo quarantesimo compleanno, le lacrime che avevano attraversato il suo viso prima dell'abbraccio che mi aveva regalato.

Lezioni di seduzione per PiperDove le storie prendono vita. Scoprilo ora