UNA VISITA INASPETTATA

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POV ALEC

Un soldato terminò di infilzarmi un ago nel braccio, tirando poi il sottile filo che ne ricuciva i lembi recisi: l'ennesima cicatrice sulla mia pelle segnava un'altra tappa raggiunta sul campo di battaglia. Avevamo vinto. Ma come ad ogni vittoria, le vittime non si potevano contare da quante erano.

La terra scozzese era stata per l'ennesima volta macchiata del sangue degli uomini e quando la pioggia l'avrebbe pulita, cancellandone ogni traccia, l'orrore nei nostri occhi ci avrebbe ricordato ogni maledettissima notte che persone di nemmeno trent'anni erano state condannate alla morte.

Una morte che non sarebbe servita a niente, pensai, ricoprendomi il braccio con la manica della tunica bianca.

Mi distesi sul soffice manto d'erba e usai le braccia a mo' di cuscino. Le stelle, nonostante tanto orrore, non si sa come riuscivano ancora a brillare di quella luce pulsante che fungeva da spettatrice ad un mondo ormai in rovina. Nel futuro che avevo visto sarebbero scomparse. Nadine mi aveva spiegato che era per effetto dell'inquinamento ma nel mio piccolo temevo che le cose non fossero così. La natura si sarebbe rivoltata contro di noi prima o poi, lasciandoci soli a scannarci, bendandosi gli occhi per non assistere più a morte e distruzione.

Combattevamo per un Dio che tutti noi amavamo, per una terra che apparteneva a tutti ma che si vergognava di essere calpestata da noi. Combattevamo per le nostre famiglie, ma per farlo le avevamo abbandonate.

"Non vi unite ai festeggiamenti?". Lord Geneviev si sedette accanto a me. Tra le mani aveva una coscia di pollo ancora intera e così intrisa d'olio da scivolargli continuamente di mano.

Voltai pigramente la testa di lato, verso di lui. "E cosa c'è da festeggiare? Abbiamo vinto ma sapete che ben presto la situazione si ribalterà".

Addentò un pezzo di pollo e alcune gocce d'olio gli restarono incastrate tra i baffi. "Credete ciecamente alle conoscenze di vostra moglie?".

"Ha studiato la nostra epoca all'università".

La coscia di pollo gli scivolò di mano, atterrandogli sulla coscia. "Vostra moglie ha studiato all'università?".

Il suo stupore mi fece sorridere. C'erano così tanti pregiudizi verso le donne che spesso mi ero interrogato se fossero giusti. "A quanto pare, nel futuro, le donne avranno le stesse ambizioni di un uomo".

"Perché?". Recuperò la coscia di pollo e l'avvicinò alla bocca, senza addentarla. La fronte corrugata era un chiaro segnale di quanto fosse curioso, nonostante il tono ironico. "Come potranno le donne non ambire alla famiglia?".

"Lo faranno", lo contraddissi. "Ma dovranno dividersi tra lavoro e bambini".

"Sparirà il concetto di famiglia". Scrollò le spalle, amareggiato.

"Non è detto", mi ritrovai a dire, sorprendendo me per primo.

Geneviev mi lanciò un'occhiataccia. "Le donne a cui Dio ha dato una coscienza e che sono ragionevoli devono avere un perfetto e riverente amore per i loro mariti. Devono essere sempre premurose sia a letto che a tavola, a volte nascondendo un cuore triste e riportare a se il marito se questo evade dal rapporto coniugale. E' questo il loro compito".

Feci leva sui muscoli dello stomaco e mi misi a sedere, abbracciando le ginocchia. "Lo so".

"Allora saprete anche che se le cose stanno così, stiamo combattendo per un mondo che non sarà mai migliore di questo".

Abbassai le palpebre, raffigurandomi Nadine. La vidi leggere e studiare nella sua cameretta. La vidi poi accarezzarsi il ventre arrotondato con una dolcezza che tirava fuori solo quando pensava di non essere osservata. "Non siate così pessimista".

VOGLIO CHE TU SIA MIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora