I MIEI STESSI OCCHI

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POV NADINE

Era tutto pronto per la partenza: un carro apriva la fila di cavalli destinati a me, Clark e Stuart. Carico dei nostri bagagli, traballò quando il cocchiere vi salì per afferrare le redini e non attese alcun cenno da parte nostra per scoccare in avanti, fendendo la nebbia e trovando in essa un ottimo rifugio.

Vidi la carrozza svanire dopo nemmeno cento metri e se non avessi conosciuto così bene i dintorni avrei potuto giurare che fosse precipitata in un dirupo.

"Non ci aspetta?", mi voltai stupita verso sinistra, dove Stuart stava infilandosi un paio di guanti di cuoio.

Rivolse una frettolosa occhiata verso il punto in cui l'avevo vista scomparire per tornare immediatamente ad occuparsi dei propri guanti. "Ordini di lord Renuar. Non vuole che attraversiamo la vallata a est per via di alcune voci che girano su dei briganti".

Quindi volse il capo verso il retro della grande casa e con un cenno del mento mi indicò un piccolo sentiero che si incespicava su per le colline rocciose: "Ci dirigeremo verso nord per scendere poi dietro la crosta più settentrionale. Facendo così eviteremo anche il gelo dell'oceano".

Fissai le onde che da lontano mormoravano il loro perpetuo andirivieni, infrangendosi nella roccia come tante parole scalfite nella memoria della storia scozzese. Era tutto pronto per la partenza. Ma io non lo ero. Lasciare questa piccola bolla di spazio dove avevo trovato rifugio dalla vita reale rimescolava ogni mia sicurezza, minandola di pericoli che solo chi come me aveva vissuto nel futuro poteva comprendere. L'attenzione approssimativa che avevo rivolto alle leggi e alle norme di condotta tipiche di questi anni non aveva di certo gettato solide basi su cui intavolare delle trattative tra la mia vera me stessa e quella che tutti si aspettavano di vedere. La frattura tra i miei usi e costumi e quelli del popolo era così smisurata che nemmeno il più stolto degli uomini non avrebbe potuto evitarsi qualche domanda. Potevo fingere, vestirmi come loro, mangiare come loro, ma il mio cervello sarebbe sempre inciampato tra qualche arcaica legge che involontariamente non sarei stata in grado di seguire. E avrebbe attirato l'attenzione di tutti. Sopravvivere a quel punto sarebbe diventato più difficile che vincere alla lotteria. 

Nè Renuar nè Stuart si erano preoccuparsi di questo aspetto, e se non lo avevano fatto era solo perchè i loro occhi si erano ormai abituati ad assistere alle mie stranezze. Perciò sì, avrei dovuto tentare di restare nell'anonimato fino al ritorno di Alec. Altro aspetto che non mi dava pace. Ogni mio tentativo di allontanarlo dalla mia vita -arrivando persino a considerare Renuar come possibile padre adottivo di Zoe- si era rivelato vano nel momento stesso in cui la battaglia aveva portato gli O'Braam ad una apparente, seppur momentanea, vittoria. Avrei dovuto accoglierlo, fingendomi serena e orgogliosa, perchè era questo che tutto il popolo si aspettava da me. 

"Quanto impiegheremo ad arrivare?", chiesi.

"Domani saremo arrivati".

"E dove dormiremo?".

"Non dormiremo".

Feci per ribattere ma lui mi precedette, intuendo la protesta che avevo sulla punta della lingua. Anche Clark non sembrava particolarmente entusiasta di questo viaggio ma era troppo indaffarata a sistemare dei viveri in alcune ceste e bisacche per soffermarsi troppo sul proprio malcontento. Zoe, accanto a lei, dormiva rannicchiata in una cesta di vimini che avevo provveduto personalmente a fissare sul dorso del cavallo più mansueto.

"Non è sicuro accamparsi su al nord".

Feci una smorfia. "Fammi indovinare: un altro ordine di Renuar, non è così?".

"Non siate troppo dura con lui e risparmiate fiato: il viaggio non sarà affatto comodo e mi servite ben vigile".

Compresi fin troppo presto cosa intendesse con quel "il viaggio non sarà affatto comodo".  La strada, o meglio la pista, che avevamo percorso fino ad ora era stata estremamente scoscesa e intermittente, interrotta da tronchi caduti o da piccoli torrenti in piena che dovevamo raggirare, allungando il percorso anche di ore intere. Ed ora si era trasformata in un pendio che saliva quasi perpendicolarmente, affiancato a destra da alcune rocce appuntite e ricoperte di muschio e a destra da alcuni crepacci scavati dal torrente. 

VOGLIO CHE TU SIA MIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora