10- Hotel Zalayeta

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||Ashley ||

Il pullman turistico accosta davanti alla nostra fermata. Il clima è decisamente cambiato. Fa tremendamente freddo qui.

Federico non ha fatto altro che stringermi forte per tutto il viaggio. I posti , visto che scarseggiavano, sono stati difficili da trovare. Fede ne ha trovati due per noi. Rox e Lucia lo stesso per loro.

Ne era rimasto solo uno libero e ovviamente Ben lo ha lasciato ad Anna, così lui è rimasto in piedi per tutto il tragitto dall'aeroporto di Oslo fino all'Hotel Zalayeta, mi pare si chiami così.

Ci mettiamo tutti in fila in attesa di scaricare i nostri bagagli dal pullman. Qui c'è gente che viene a sciare da tutte le parti del mondo.

Ho avuto modo di conversare con una giovane donna filippina, che è in luna di miele insieme a suo marito. All'inizio mi sembrava strana una settimana bianca come luna di miele ma poi ho scoperto che entrambi sono sciatori professionisti amanti delle montagne. Ideale per entrambi.

« Tieni. » Federico mi porge il mio borsone e aiuta Ben con quello di Anna, che non può sollevare assolutamente niente che non sia un misero zainetto con delle povere provviste per il viaggio.

Lo afferro e cerco di aiutare gli altri con i bagagli. Ne trovo uno nostro e lo tiro fuori ma subito mi viene strappato di mano bruscamente.

« È mio. » Ringhia Lucia.

Questa ragazza inizia a stressarmi. « Lo stavo tirando fuori. Non c'è di ché. »

Mi avvicino ad Anna e l'abbraccio forte cercando di riscaldarla il più possibile.

Ma vedendola ancora tremante decido di sfilarmi la sciarpa e di coprirle bene la faccia e le orecchie.

« Così non ti prenderai un malanno. » Le dico dolcemente.

« E a me non ci pensi? » Chiede Rox sfregandosi le mani.

Scoppiamo tutte e tre a ridere. Ma smettiamo un secondo dopo appena usciamo dalla piccola galleria in cui si era fermato il pullman.

« Wow... » È tutto quello che riesco a dire. Bianco. Tutto bianco. Neanche un filo di terra è di colore diverso dal bianco. La neve domina indisturbata su tutte le montagne, che si estendono per chilometri e chilometri di distanza.

Siamo sotto ad una collinetta. In cima c'è un edificio in bella vista. Immagino sia il nostro Hotel. Non è eccessivamente moderno. Dalla struttura di fuori sembra semplice, accogliente. Non troppo lontano dalle piste da scii.

« Andiamo? » Domanda Ben.

Tutti annuiscono e partiamo. C'è una lunga scala in marmo che si fa largo in mezzo alla neve, per facilitarci la salita. Ma non più di tanto.

Quando siamo in cima abbiamo tutti il fiatone, sopratutto Anna che sembra sul punto di morire. Ma mai come Rox. Lei è quella messa peggio di tutti.

I lunghi capelli verdi sono legati in due trecce laterali. Indossa dei semplici abiti invernali. Nulla di eccessivo.

« Avanti siamo arrivati. » Afferma Federico, che sembra stranamente in forma. Ma come fa?

Le mie gambe cederanno da un minuto all'altro. Ad ogni passo che faccio sprofondo in una massa di neve ed è così snervante per quanto insostenibile.

Come immaginavo l'Hotel non è eccessivamente moderno. La struttura è tutta in legno o mattoni di terra cotta. Sospetto sia una tenuta di famiglia.

La hall è molto accogliente. C'è un angolo composto principalmente da divanetti e sofà messi in cerchio intorno ad una stufa.

Il pavimento è coperto da una moquette di pelle. Un lungo bancone di legno mogano si trova proprio davanti alla porta d'ingresso. E dietro, sulla parete, in grande stile c'è appesa l'insegna dall'Hotel.

« Un divano, finalmente! » Esclama entusiasta Ben. Si butta praticamente a sedere seguito da Anna e Rox.

« Benvenuti all'Hotel Zalayeta! Piacere, io sono Magdalena, la governante. Non che moglie del proprietario della tenuta. Accomodatevi prego. » Ci accoglie una giovane donna. È leggermente in carne, non molto magra, ma dotata di una bellezza incredibile. I capelli rossi sono acconciati in piccoli boccoli che le cadono sulle grosse spalle. Gli occhi azzurri sono contornati da qualche piccola ruga non molto in vista. Ha un sorriso così caloroso, che riesce a sciogliere questo terribile gelo.

Nel suo modo di fare ha un che di materno. Scommetto che è una madre meravigliosa.

« Grazie. » Cerco di restituirle l'accoglienza.

« Di nulla tesoro. Ora arriverà mio figlio Kan, che vi porterà i bagagli in camera. In tanto aspettate qui e godetevi la cioccolata calda che sto per portarvi. »

A quelle ultime parole gli occhi di tutti si illuminano. La donna, Magdalena, si allontana compiaciuta della nostra reazione, lasciandoci soli a scaldarci vicino a quella stufa.

« Dio, che freddo... » Tremo ancora come una foglia.

Federico si sfila la giacca e me la mette sulle spalle.

« Tieni, amore. »

Idiota, è sempre troppo generoso. Così finirà per ammalarsi.

Scorgo la figura di Lucia che dipinta sul volto un'espressione frustrata.

Qualcosa mi dice che questa vacanza sarà più dura del previsto...

Doppio aggiornamento per i miei adorati lettori che devono sopportare i miei scarsi aggiornamenti

Spero vi piaccia.



Joy.








Amami | Federico RossiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora