«Zero»

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Uscì correndo da scuola,
Giornata come le altre(Pessima).
Stava piovendo e lei non voleva arrivare a casa tutta zuppa.
Si mise il cappuccio della sua felpa e continuò a correre.
L'autobus stava per passare,almeno così gli aveva informato il suo cellulare.
La fermata era ormai vicina..un altro paio di passi e sarebbe arrivata.
Ma ecco che le passa l'autobus accanto,lei correre ma quel maledetto veicolo prende una pozzanghera enorme e la bagna tutta.
Lei si ferma e vede come se ne va via.
Il suo intento di rimanere per lo meno un tantino asciutta ormai era fallito.
Sospirò e si mise seduta sulla panchina,
Si levò il cappuccio e rimase lì a pensare..mentre l'acqua incessante della pioggia continuava a scendere a goccioloni.

-Va tutto bene?- lei alzò lo sguardo e si ritrovò con l'immagine di un ragazzo alquanto bizzarro per l'epoca.
-S–si- balbettò lei
-Sei totalmente bagnata ti prenderai un brutto raffreddore- le disse il ragazzo e lei sorrise leggermente,da molto nessuno si preoccupava per lei.
-Un autobus e passato e mi ha bagnata tutta,ormai cosa mi copro a fare?-
-Tieni- il ragazzo si levò l'impermeabile che indossava e glielo mise sulle spalle. A quel calore lei si sentì protetta.
-Così ti ammalerai tu..-
-Non preoccuparti per me,non mi ammalo più da parecchio- lei si strani un po' a quell'affermazione ma lasciò perdere.
-Come ti chiami?- chiese ormai troppo curiosa di sapere il suo nome
-Michael,Michael Jackson-
-Cosa?-
-Che c'è di strano?- chiese lui confuso
-Ti chiami come il cantante famoso,il Re del pop- disse incredula,e solo al ricordo del suo idolo le se illuminarono gli occhi.
-Oh,i miei genitori erano suoi fan- disse lui parecchio a disagio
-Che fortuna..i miei non lo considerano nemmeno,mi dico di spegnere la musica quando sento le sue canzoni- disse lei facendo una smorfia
-Lui ti piace?-
-Come cantante o come persona?-
-Tutte e due- la curiosità lo spinse a quella domanda alla quale lei non esitò a rispondere.
-Amo la sua voce,le canzoni e amo il suo modo di essere,lo amo..in pratica- disse lei mostrando un sorriso che intenerì il ragazzo.
-Come lo hai conosciuto?- lei fece una smorfia ma rispose ugualmente
-Purtroppo solo dopo la sua morte- ma si corresse immediatamente -In realtà l'ho sentito quando avevo 4 anni,ero piccola ma la mia canzone preferita era Bad. Ma diciamo che ho imparato a conoscerlo più tardi-
-oh,capisco-
-Sai spesso vorrei essere nata in un altra epoca,così da potermi godere al meglio la sua musica- disse lei sognante
-ti capisco benissimo- lei sorrise e il ragazzo sentì come il cuore gli si riempiva di gioia a quel gesto.
-Che sbadata,io mi chiamo..-
-..Christy- la ragazza rimase perplessa del fatto che lui conoscesse il suo nome.
-Come..-
-Seguiamo lo stesso corso di storia dell'arte-
-Davvero? Scusami ma non mi ricordavo di te- Michael sorrise,per la piccola bugia che aveva detto ma non poteva di certo dirgli la verità.
-Non preoccuparti,sono spesso assente e mi siedo negli ultimi posti- lei fece una smorfia
-Anch'io mi siedo nei posti in fondo- lui capì del suo errore ormai troppo tardi,quindi cerco di pensare velocemente -Ma sono parecchio distratta...a mala pena mi ricordo degli altri che stanno in classe-
-Siamo più di 30..è normale-
-Infatti,comunque è stato un piacere conoscerti Michael-
-V–vai via?- chiese lui titubante,facendo uscire persino un balbettio in lui insolito.
-L'autobus sta arrivando,ci vediamo domani a scuola- Christy si voltò per raccogliere la sua ormai borsa fradicia. Sospirò e poi guardò nuovamente il ragazzo.
-A domani,Christy- lei sorrise e lui inevitabilmente fece lo stesso.

La vide allontanarsi e salire sull'autobus e appena fu lontana si ricordo del suo impermeabile.
Ormai era troppo tardi per raggiungerla.

...

Christy arrivò a casa e come al solito dovette entrare aprendo la porta con le proprie chiavi.
I suoi genitori non erano in casa e tanto meno sua sorella.
Sospirò e salì le scale lentamente,non prima di levarsi le scarpe.
Le prese in mano e si diresse nella sua stanza.
Appena aprì la porta vide la sua camera ordinata,tutta pulita,che dava un calore rilassante come..

-Oh no,mi sono dimenticata di ridargli la sua giacca-

Commentò ad alta voce mentre si levava l'impermeabile.
Lo stesso che teneva in se impresso l'odore del ragazzo conosciuto alla fermata.
Sorrise e lo appese sopra al termosifone così da lasciarlo asciugare,fece lo stesso con le scarpe che però lasciò sotto di esso.

Prese la borsa,completamente bagnata sperando che i libri si fossero salvati.
Chiuse un occhi e quando la aprì tiro un respiro di sollievo,per sua fortuna i libri erano intatti.

Continua❤️

You are not ALONE-Michael Jackson Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora