Prometeo aspirò l'aria salmastra a pieni polmoni. A occhi chiusi, si godeva il dolce tepore del caldo sole che gli asciugava la pelle, tanto bianca da somigliare ad alabastro.
Restò così alcuni istanti, poi si voltò verso Eracle e lo strinse in un poderoso abbraccio "Ancora una volta, devo a te la libertà e la fine delle mie sofferenze. Non potrò mai sdebitarmi per il tuo aiuto".
Eracle, divincolatosi dalla stretta, pose una mano sulla spalla del titano "Aiutami a difendere la Grecia dalle orde di demoni che imperversano, e sarò io a essere in debito con te. Non so quanto tu sia informato della situazione, ma gli dei, a quanto pare, sono caduti. L'Olimpo è in mano a forze oscure che hanno catturato anche mio padre. Di Atena e degli altri purtroppo non abbiamo notizie..."
"Aspetta... - il titano si pose una mano sulla tempia – la mia memoria funziona a tratti, ma inizio a ricordare qualcosa di confuso... sì, forse..."
Eracle, insieme ad Acmone e Passalo, attendeva le parole di Prometeo con apprensione.
Il titano serrò le mascelle, in un prolungato sforzo alla ricerca dei ricordi perduti. D'un tratto, i suoi occhi si accesero di una luce consapevole "È così, ora rammento! Gli dei, dobbiamo salvare gli dei!"
Acmone fece segno a Eracle, roteando l'indice accanto alla tempia, che il dio doveva aver perso il senno. Prometeo non diede segno di aver notato la cosa "Ascoltatemi: abbiamo bisogno di liberare gli Olimpi dalla loro prigione. Tutti insieme potremo rovesciare l'usurpatore".
"L'usurpatore? – chiese Eracle- Uno solo? Sono Kratos e Bia che hanno guidato la rivolta".
"La risposta non è tanto semplice, figlio di Zeus. E per ora è meglio che il segreto resti nascosto. Ma al momento opportuno, ti svelerò la natura del nostro nemico. Ora però andiamo. C'è un passaggio per..."
"Un momento! Un esercito soprannaturale sta marciando verso Tebe. È lì che dobbiamo andare; insieme lo sbaraglieremo. Poi penseremo agli dei".
"Non c'è tempo! – il tono di Prometeo si era fatto urgente – Se gli dei saranno tutti uccisi nel Tartaro, vi resteranno imprigionati per sempre".
"Mi stai dicendo che devo abbandonare gli uomini al loro destino?"
Prometeo puntò sull'eroe uno sguardo febbrile "Ti sto dicendo che la sorte degli uomini è legata a doppio filo a quella degli Olimpi. Senza questi ultimi, io e te da soli non potremo arrestare la marea nera che calerà sul mondo":
"Allora vai tu. Ti aspetterò a Tebe".
Prometeo scosse la testa con vigore "Non posso farcela senza il tuo aiuto".
Eracle si volse verso i due ladruncoli che lo avevano accompagnato fin lì. Le loro espressioni spaesate e impaurite ne accrebbero l'incertezza.
Cosa fare? Abbandonare gli uomini al loro destino per lanciarsi in una folle missione nel Tartaro, oppure difendere le città greche fino a quando ne avesse avuto la forza, sapendo che senza dei la vittoria finale non sarebbe mai stata dalla sua parte?
Eracle si sentì paralizzato, inerme. Paradossalmente, dove non erano riusciti dei e mostri, era riuscito un dilemma.
Olimpo
"Per un attimo ha riaperto gli occhi".
"Ho visto, ma è stato solo un istante. Adesso dorme".
"Per quanto ancora resterà assopita? Sai che se dovesse svegliarsi..." Bia troncò la frase a metà.
"Non accadrà prima del previsto. Lui ce l'ha garantito" la rassicurò Kratos.
Bia si guardò attorno, poi aggiunse sottovoce "Lui dov'è?"
Sono sempre qui, Bia
La voce calma, profonda, suadente, risuonò limpida in tutto il palazzo di Zeus.
La titanide si voltò, alla ricerca della fonte del suono, ma non notò che un'ombra indistinta, sfuggente.
Sento la paura insinuarsi nel tuo animo. La dea della forza non ha nulla da temere. Ora che Zeus, o ciò che ne rimane, è nelle nostre mani, la vittoria è a un passo
Bia dette voce a i propri dubbi "Eracle ha liberato Prometeo. Insieme possono contrastare i nostri piani".
Un improvviso gelo, senza che alito di vento scuotesse l'aria, si impadronì della reggia. Il freddo glaciale che si spandeva portava con sé una rabbia cieca e sconfinata.
Nonostante ciò, la voce non cambiò il proprio tono fermo ma tranquillo, sugellando una sorta di inamovibile profezia.
Non esiste nessuno, né in cielo, né in terra, né negli inferi, sia esso mortale o immortale, che possa impedirmi di compiere il mio destino
"Allora Eracle, cosa stai aspettando?" disse Prometeo incrociando le braccia spazientito.
L'eroe scosse la testa "Non posso abbandonare gli uomini..."
"Ma lo capisci che così li condanni invece di salvarli?"
Eracle chiamò Arione, che stava brucando l'erba a poca distanza, distratto e disinteressato.
"E tu, figlio di Poseidone? Cosa pensi che dovrei fare?"
Il cavallo si riscosse. Cacciò un nitrito "Fa' come credi, a me interessa solo dare qualche calcio ben assestato a Deimos. Se però desideri la mia opinione, – concluse – allora va' nei Tartaro. Abbi fiducia negli uomini; hanno dimostrato più di una volta di trovare risorse inaspettate proprio nei momenti più difficili".
Il figlio di Zeus ripensò a Menodora, a Nikandros, a Laodamante. Sarebbero stati in grado di sopravvivere fino al suo ritorno? Ammesso che riuscisse a tornare.
"Prometeo, cosa ti fa credere che il Tartaro non diventi la nostra tomba? Il tuo piano è quello di gettarci tra le fauci dei Titani? Ti credevo meno ingenuo".
"Non provocarmi, Eracle. Ho avuto molto tempo per pensare, quand'ero confinato sul fondo del mare. E ti assicuro che se esiste una possibilità di riuscire, noi la coglieremo. Altro non posso dirti, per convincerti. Siamo nelle mani del Destino, al quale anche Zeus deve inchinarsi.
L'eroe sbuffò. La sua indole impulsiva e battagliera lo spingeva ad acconsentire al piano di Prometeo, ma il buonsenso continuava a ripetergli che l'intera faccenda rappresentava un azzardo enorme, un salto nel buio più assoluto.
"E sia, Prometeo. – concesse infine – Ma ti assicuro che, qualora gli uomini venissero annientati dagli eserciti oscuri che marciano verso le città greche, provvederò personalmente a incatenarti alle pareti della montagna più alta della Terra!"

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Liberate Prometeo!
FantasyI miti greci... pensate di conoscerli? Allora sappiate che esiste una storia che nessuno ha mai raccontato, che gli stessi dèi non hanno mai voluto venisse tramandata. Narra di Prometeo, costretto a una tortura ancora peggiore di quella cui lo sotto...